"Ouch I have lost myself again
Lost myself and I am nowhere to be found,
Yeah I think that I might break
I've lost myself again and I feel unsafe."
BREATHE ME – SIAHARRY
"Hai bisogno di qualcosa? Un caffè, magari acqua?" chiese il biondo, spezzando il silenzio assordante che si era andato a creare tra di noi e lanciandomi un'occhiata con la coda dell'occhio, ma senza distogliere lo sguardo dalla ragazza.Lei scosse la testa sorridendogli dolcemente. "No, tranquillo. Tutto bene", disse, per poi annuire. "Davvero Luke, ti assicuro che sto bene, okay? Non c'è bisogno che ti preoccupi tanto", aggiunse con voce leggera.
Il biondo annuì imbarazzato, indietreggiando di qualche passo. "Ehm, io vado ad avvertire Calum. Si starà chiedendo dove siamo tutti", mormorò poi, abbassando lo sguardo sul telefono ed incamminandosi verso l'uscita senza aggiungere nient'altro.
Non appena Luke lasciò la stanza, il mio sguardo si posò inevitabilmente sulla ragazza ferita, sdraiata a qualche metro da me.
Feci per raggiungerla, quando una voce familiare attirò la nostra attenzione, costringendomi involontariamente ad interrompere la mia avanzata.
"Ehilà, sfigati. Allora, dov'è l'invalida?" sbraitò quella testa di cazzo di Clifford, facendo il suo ingresso accompagnato da Alaska.
"Eccomi", disse piano Blue, alzando una mano e sorridendogli.
Lui, non appena la vide, spalancò gli occhi osservando il suo braccio e la gamba fasciata. "Cazzo, sei sicura di essere solo caduta? Non è che Luke ti ha dato una botta talmente forte da distruggerti?"
Vidi Blue aggrottare le sopracciglia alle parole senza senso che quel coglione dai capelli colorati stava urlando, mentre Alaska rise.
"Dai che hai capito cosa intendo", aggiunse poi lui facendo un occhiolino in sua direzione e avvicinandosi al letto.
Feci qualche passo avanti istintivamente, affiancandolo. "Sei un coglione", dissi, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
"Parla il cazzone", rispose, dandomi a sua volta una gomitata.
Perché cazzo gli permettevo di chiamarmi così, ancora non l'avevo capito.
"Ignora i commenti idioti del puffo qua presente, come stai?" chiese Alaska, sedendosi su una sedia lasciata accanto a letto.
Le due ragazze iniziarono a parlare tra di loro, per cui afferrai Michael per un braccio e lo tirai indietro,verso il fondo della stanza.
"Allora, Hazza," iniziò il finto punk rocker non appena fummo lontani a sufficienza perché le due ragazze non potessero sentire la nostra conversazione, "qualcuno si sta affezionando ad una certa azzurrina..."
Aggrottai le sopracciglia, facendo una smorfia. "Azzurrina?" chiesi, non capendo a cosa si stesse riferendo.
Sorrise fiero e fece un cenno verso il letto poco distante da noi. "Dai che hai capito", disse nuovamente, ripetendo la stessa identica battuta di poco prima. "Ma perché cazzo nessuno mi capisce oggi?" si lamentò con un gesto teatrale che mi fece ridere.
"Non dire stronzate Clifford," risposi alla sua precedente domanda, "si è fatta male e l'ho portata in ospedale", chiarii immediatamente la situazione.
"In braccio", aggiunse lui con uno sguardo strano, sorridendo sarcastico.
"Non riusciva a camminare", smentii nuovamente le sue inutili insinuazioni.
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photograph
FanfictionPoi mi rivolse quello sguardo. Il mio sguardo. Quello di cui avrei voluto possedere una foto, da osservare e riosservare nei momenti bui. Vi riversava tutte le proprie sensazioni e poi me lo donava, in tutta la sua disarmante purezza. "Ti aspetterò...