16.2

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"Cause we are who we are
when no one's watching
and right from the start
I know I got you."
I WON'T MIND – ZAYN MALIK


HARRY

"Non c'era bisogno che venissi Eleanor, davvero..." dissi, aprendo il portone e spostandomi leggermente per farla passare. "Sarà una cosa veloce."

Lei scosse la testa, alzando una mano per impedirmi di aggiungere altro. "Sono qui per evitare che tu faccia cazzate, per cui andiamo", disse schietta, superandomi e facendomi cenno di seguirla.

"Cazzate," mormorai, seguendola all'interno dell'edificio, "di che tipo di cazzate stiamo parlando?" chiesi confuso, affiancandola.

"Harry", iniziò lei, afferrandomi il braccio e trascinandomi in un angolo, lontano da tutti gli sguardi indiscreti degli impiegati e operatori che lavoravano per GossipTv. "So bene che sei abituato a questo genere di cose, sai... I paparazzi, le interviste, il gossip," sospirò, "ma hai pensato bene a cosa dirai riguardo a questa tua nuova ragazza?"

Aggrottai le sopracciglia, mentre una risata sarcastica proveniente dalle mie labbra, si disperdeva nell'aria. "Innanzitutto, dirò che non è la mia ragazza, perché non lo è", dissi, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "E poi dirò semplicemente la verità."

"La verità." Commentò lei sovrappensiero. "Penso che non la sappia nemmeno tu la verità."

"Cosa intendi?" chiesi, non capendo a cosa si riferisse.

"Sei diverso, l'hai notato?" chiese retorica. "Sorridi di più, scherzi più volentieri con tutti e sembra quasi che tu sia davvero felice. Felice come non lo sei da tanto tempo". Uno sguardo addolorato le si dipinse sul volto, mentre mi osservava come se fosse disposta a fare qualsiasi cosa per salvarmi.

Risi. "Eleanor guardami, sai benissimo chi sono. Così come sai che sono sempre io, non sono mai cambiato."

Lei scosse energicamente la testa. "Oh no." Disse, appoggiandomi una mano sulla spalla. "Lo sai solo tu. Siamo noi stessi solo quando nessuno ci sta guardando."

Quelle parole mi colpirono dritte al petto come una pallottola vagante.

"Pensaci Harry..." continuò, abbassando notevolmente il tono della voce. "Cosa siete tu e quella ragazza quando siete soli?"

Quasi non ebbi il tempo di immagazzinare quella frase, perché giusto qualche secondo dopo una voce gracchiante amplificata da un microfono, iniziò a chiamare ripetutamente il mio nome.

"Devo andare..." dissi rivolto ad Eleanor, per poi raggiungere l'intervistatrice.

Non mi voltai e decisi di non guardarla negli occhi.

Forse perché dentro di me sapevo che aveva ragione, dentro di me sapevo che quell'ultima domanda che mi aveva fatto aveva una risposta chiara, marcata a fuoco nella mia testa. Una risposta che stavo con tutto me stesso cercando di ignorare.

"Allora, Harry, sei pronto?" chiese la donna bionda di fronte a me, con un sorriso finto stampato su quel suo volto ancora più finto. Dove trovava i soldi per tutta quella chirurgia estetica? Non pensavo che gli intervistatori prendessero tanto.

Scossi la testa per risvegliarmi dai miei pensieri ed annuii. "Pronto come sempre."

Sorrisi.

Sorrisi come mi ero abituato a fare quando ero in pubblico.

Davanti alle telecamere era come se fossi un'altra versione di me. Una versione migliore, felice ed apparentemente senza problemi. Cercavo sempre di scherzare e di mostrarmi libero di dire tutto ciò che pensavo, anche se la realtà era un'altra.

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