7.4

1.5K 377 94
                                    




"The room is full but all I see is
The way your eyes just blaze through me
Like fire in the dark, we're like living art
And it hits me like a tidal wave
Are you feelin' me or is the music too play."
WHO OWNS MY HEART – MILEY CYRUS

ALASKA

"Sì, mamma, credo di riuscire a venire questo fine settimana", la informai, tenendo il cellulare all'orecchio mentre salivo le scale del mio palazzo per raggiungere il terzo piano, dove si trovava il mio appartamento.

"Oh che bello!" squittì mia madre, entusiasta.

Io sorrisi, salendo un'altra rampa di scale. "Allora ci vediamo sabato", confermai.

"Non vedo l'ora, Al. Non ti ubriacare troppo stasera", alluse, scoppiando a ridere.

"Non c'è pericolo, non credo di uscire", la informai, ridendo al suo verso di disappunto.

"Per i vent'anni ci si deve ubriacare. E' una tradizione!"

"Ah sì?"

"Ovviamente. Per i miei vent'anni , io e tuo padre, siamo andati ad un rave devastante..."

"Ok mamma, devo proprio andare. Facciamo che me lo racconti sabato..."

"Ok amore, ancora buon compleanno! Ed esci a divertirti!"

"Ciao mamma, ti voglio bene", le dissi ignorando la sua esortazione e, chiusa la chiamata, scossi la testa, di buon umore. Con il passare degli anni mia madre diventava sempre più matta. Dicevano che la saggezza arrivava con la maturità, ma forse da giovane mia madre aveva fumato troppe canne.

Presi le chiavi dalla borsa, svoltando l'angolo che portava al mio appartamento. Vicino alla porta di legno bianca, una figura vestita di scuro era appoggiata al muro con le mani in tasca. I capelli biondo platino creavano un contrasto perfetto con la giacca di pelle nera e si amalgamavano ancor più perfettamente al suo etereo pallore.

Quando mi avvicinai, Michael sorrise, si staccò dal muro e mi venne incontro.

"Guarda chi si vede..." commentai, fermandomi a pochi passi da lui. Avrei voluto fargli una foto ed inviarla a mia madre. 'Ecco perché preferisco restare a casa, Prue.'

"Contenta di vedermi?" mi chiese piegando leggermente la testa di lato.

Io alzai visibilmente gli occhi al cielo e cercai di superarlo, ma lui mi bloccò con il suo corpo, spingendomi contro il muro a cui era stato appoggiato fino a poco prima.

Le sue labbra trovarono le mie al primo colpo, appiccandomi un incendio all'interno. Le lingue, unendosi, trasformarono le nostre bocche in una cosa sola, una cosa pericolosa e bollente. Potevo sentire il suo desiderio premere sulla parte alta della mia coscia, cosa che fece scatenare anche la mia eccitazione.

Pose fine al bacio, ansimante, appoggiando la fronte alla mia.

"Che cazzo siamo noi?" chiesi, chiudendo gli occhi e assaporando con ogni particella del mio corpo la sua vicinanza.

"Non esiste una categoria per noi..." mi informò, iniziando a mordicchiarmi la linea della mascella.

Ridacchiai. "Che ne dici di 'amici di letto'?"

"Mmmh, sì, suona davvero bene", mi sussurrò all'orecchio.

E suonava bene davvero.

Di certo non eravamo categorizzabili, ma ci avvicinavamo molto ai 'friends with benefits', perché Michael era realmente un amico e un amante.

photographDove le storie prendono vita. Scoprilo ora