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"I wanna be last yeah
Baby let me be your, let me be your last first kiss
I wanna be first yeah
Wanna be the first to take it all the way like this."
LAST FIRST KISS – ONE DIRECTION

MICHAEL

"Che c'é?" risposi al cellulare, che stava suonando incessantemente da almeno dieci minuti.

"Mike! E' un casino... Devi venire a casa mia!" esclamò la voce agitata di Calum.

"Che è successo, amico?" chiesi, preoccupato, ma lui aveva già riattaccato. Merda.

Uscii con la mia Alfa Romeo dal parcheggio del palazzo in cui viveva Luke, che avevo riportato a casa subito dopo la comparsata al bar in cui lavorava Alaska. L'appartamento di Luke si trovava proprio sopra quello di Ashton e, il loro palazzo, non era tanto distante da dove abitavo io e nemmeno da dove abitava Cal. Avevamo cercato di trovare appartamenti che non fossero troppo lontani gli uni dagli altri, eravamo troppo abituati a starci alle calcagna. Avevamo bisogno dei nostri spazi, certo, ma era da tempo ormai che vivevamo gli uni in funzione degli altri, stare lontani non faceva bene a nessuno di noi.

Spinsi il piede sull'acceleratore, sinceramente preoccupato che fosse accaduto qualcosa ad uno dei miei migliori amici. Non era da Calum farsi prendere dal panico. Beh, non da sobrio almeno. Ed era davvero troppo presto perché potesse essersi già sbronzato.

Parcheggiai vicino al piccolo palazzo ingrigito in cui viveva e corsi alla porta d'entrata, perennemente aperta, infilandomi poi nell'ascensore e premendo il pulsante per la mansarda. Quando le porte si aprirono, fin troppo lentamente, mi gettai davanti all'uscio del bassista, bussando con forza.

La porta di legno chiaro si spalancò, rivelandomi il viso strapazzato del neozelandese, che, vedendomi, rilasciò un sospiro di sollievo.

"Cal, cosa...?" ma non feci nemmeno in tempo a chiedere quale fosse il problema, che questo si era già materializzato al suo fianco.

"Mike!" esclamò Mali-Koa, superando il fratello per abbracciarmi.

"Ciao... Mali", la salutai preso in contropiede, accarezzandole la schiena e vedendo Calum sorridere soddisfatto. A quel punto, capii ogni cosa.

"Vado a prendere la borsa e arrivo", mi informò la ragazza scostandosi da me e correndo in casa.
"Brutto pezzo di.." iniziai, ma fui interrotto dalla parlantina del ragazzo.

"Lo so Mike, lo so. Ma tu devi portartela via. Almeno per un paio d'ore. E' tutta la mattina che non mi lascia tregua..." si giustificò ed io mi morsi la lingua. Sapeva che non ero più molto a mio agio con Mali da diverso tempo ormai, ma il suo bisogno di solitudine doveva aver avuto la meglio sul rispetto per il mio amor proprio. "Ti compro il nuovo Fifa."

Alzai gli occhi al cielo e mi lasciai sfuggire un sorrisetto, proprio mentre Mali superava ancora una volta il fratello per uscire di casa. "Ciao, sfigato", lo salutò, cominciando a dirigersi verso l'ascensore.

Mi voltai per inseguirla, rassegnato. "Ti voglio bene, Mikey!" gridò Calum, accorato. Io mi limitai a sollevare una mano sopra la testa, facendogli un dito medio, cosa lo fece scoppiare a ridere. Maledetto bastardo.

"Allora, dove mi porti, Clifford?" mi chiese Mali quando l'ebbi raggiunta all'interno dell'ascensore.
"Prima direi di andare a mangiare qualcosa, che sto morendo di fame", le risposi, osservandomi nello specchio dell'ascensore, leggermente destabilizzato dal nuovo colore di capelli. Il rosso mi aveva fatto compagnia per diversi mesi.

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