13.3

1.3K 330 78
                                    




"There's a light that's trying so hard to be seen
And I know this, cause I've noticed
A little bit shining through the seams."
THIS IS WHAT IT TAKES – SHAWN MENDES


LUKE
Allungai la mano e bussai alla porta, per poi indietreggiare di un passo, aspettando risposta.

Mi trovavo di fronte alla porta della casa di Blue. Ricordavo bene dove abitava, dal giorno del compleanno di Alaska, quell'indirizzo mi si era marcato a fuoco nella testa.

Sentii dei rumori provenire dall'interno dell'abitazione, per cui inspirai a fondo ripetendomi in testa quello che mi ero preparato da dire alla ragazza: 'Ciao Blue, siccome sono stato talmente idiota da farti del male, non è che c'è qualcosa che posso fare per aiutarti e per fare in modo che la colpa che sento si allevi un poco?'

Merda, la prima volta che l'avevo pensato quel discorso, sembrava decisamente molto meno patetico, forse sarei riuscito a pensarne velocemente un altro.

Provai a mettere insieme qualche parola ma l'apertura della porta di fronte a me mi costrinse ad interrompermi, per cui mandai a fanculo la mia integrità e partii con il discorsetto idiota.

"Ehi, ciao B..." ma non appena alzai gli occhi, notai che alla porta non era decisamente lei. "Alaska?"

"Oh Dio, cos'è? BALASKA? Luke, sei un genio!" iniziò lei, per poi voltarsi verso l'interno della casa. "Blue, indovina un po', siamo ufficialmente una ship. La OTP migliore di sempre, anche meglio di Brangelina", urlò euforica, "BALASKA."

Sentii in lontananza la risata di Blue, per cui mi rilassai e mi concessi di ridere anche io.

La ragazza di fronte a me era una forza della natura. Ti metteva sempre a tuo agio, senza nemmeno rendersene conto.

"Beh, allora? Hai intenzione di stare ancora per molto li impalato o vuoi entrare?" chiese poi ridacchiando.

Io scossi la testa per risvegliarmi dalle mie riflessioni, poi annuii facendo il mio ingresso nell'abitazione.

"Blue è di là in sala che si fa trattare come una dannatissima Dea" , si lamentò la ragazza con un finto broncio. "Non è che la prossima volta ti andrebbe di colpire me per sbaglio? Non sarebbe male farsi venerare come una divinità per un po' di tempo solo a causa di una piccola fasciatura al braccio e alla gamba", scherzò, facendo una linguaccia alla mora seduta sul divano, non appena facemmo il nostro ingresso nel salotto.

"Vedrò di fare del mio meglio", le promisi sorridendo, per poi sedermi accanto all'infortunata.

"Ehi Luke" , mi sorrise Blue, sporgendosi leggermente verso di me per baciarmi la guancia in segno di saluto. "Vedo che hai fatto conoscenza con la mia schiava personale", scherzò lei, alzando la testa altezzosa.

Scoppiammo tutti a ridere, compresa Alaska, che poi si alzò e si diresse verso l'uscita, afferrando la sua giacca e la borsa. "Beh, la tua schiava ora scappa, ha il doppio turno al Dirty Shame..." disse lanciando un bacio all'amica. "Tanto ora hai uno schiavetto nuovo", aggiunse con un sorrisetto malizioso, "sono sicura che sarà in grado di soddisfare le tue necessità anche meglio di me," disse infine, facendomi un occhiolino e chiudendosi la porta alle spalle.

Blue scoppiò a ridere e io mi ritrovai a voltarmi verso di lei e ad osservarla.

Sembrava felice, spensierata. Con la testa piegata indietro, gli occhi chiusi e un sorriso naturale dipinto in volto. "Ah, amo quella ragazza", ammise, cercando di smettere di ridere.

photographDove le storie prendono vita. Scoprilo ora