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"This bittersweet ecstasy that you got me in
Falling deep I can't sleep tonight
And you make me feel like I'm out of my mind
But it's alright, it's alright, it's alright."
POISON – RITA ORA

ALASKA

"Mike?"

"Ciao", esalò lui, le mani infilate nelle tasche del giubbotto di jeans. Nessun sorriso condiva la sua espressione.

Era da quando aveva litigato con suo padre davanti al Dirty Shame che non lo vedevo. O, almeno, che non lo vedevo di persona. Lui era ovunque.

Mi feci da parte per farlo entrare e lui seguì la mia implicita esortazione. I suoi occhi percorsero le mie gambe chiare lasciate scoperte dall'enorme t-shirt degli Sleeping With Sirens, l'unica cosa che indossavo insieme ad un paio di slip neri.

Chiusi la porta e indossai il sorriso che mancava sul suo viso. "Stavo per cucinare le crêpes alla Nutella, ma mi sono accorta di non avere nessun ingrediente in casa a parte la Nutella", lo informai, con un smorfia, "quindi... dovremo accontentarci delle crêpes alla Nutella senza crêpes".

Lui sorrise flebilmente. "Adoro le crêpes alla Nutella senza crêpes".

"Perfetto!" esclamai, correndo in cucina a prendere il barattolo contenente quella crema paradisiaca alla nocciola, per poi saltellare verso la mia camera da letto, con un Michael più o meno sorridente appresso.

Era evidente che qualcosa lo turbava e riuscire a rubargli un sorriso era una grande vittoria.

Mi gettai a sedere di slancio sul letto sfatto, incrociando le gambe e posando il barattolo tra di esse. Michael si tolse la giacca e le scarpe e salì a sua volta sul letto, sdraiandosi con la schiena appoggiata al muro, che avevo recentemente ridipinto con una vernice speciale che lo aveva trasformato in un'enorme lavagna.

I miei occhi volarono ad incontrare i suoi, che mi stavano fissando con insistenza. Il colore delle sue iridi quel giorno era davvero strano: un verde metallico, più tendente al grigio. Un grigio tempesta.

"Ho dimenticato i cucchiai", gli dissi con tono lamentoso, aprendo il barattolo.

Lui alzò gli occhi al cielo. "Non ho intenzione di alzarmi a prenderli".

Io scossi le spalle, infilai il dito indice nel barattolo e portai il ricciolo di Nutella alla bocca, leccandola dalla mia pelle.

Michael sollevò un sopracciglio, un sorrisetto ironico sulle labbra, le pupille dilatate. Eccolo lì: un barlume del vero Michael tutto per me.

"Ora è il mio turno?" chiese, posizionandosi meglio contro il muro.

Io scossi la testa, assaporando la crema zuccherina. "Prima mi dici cosa è successo".

La sua espressione mutò ancora una volta, lo sguardo si oscurò di nuovo e l'argento si imbrunì. Scosse impercettibilmente la testa, chinandola verso le mani intrecciate sullo stomaco. "Chi ti dice che è successo qualcosa?"

"La tua faccia da funerale?"

"E' la mia faccia normale".

"Non sembri un cazzone arrapato, quindi non è la tua faccia normale..." rettificai, abbassando lo sguardo sulla crema alla nocciola intrappolata nel contenitore di vetro. Il riassunto della mia vita.

Lo sentii sospirare e muoversi sul letto a disagio.

"Ho preso a pugni mio padre".

Sollevai lo sguardo su di lui. "Hai fatto dannatamente bene", approvai.

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