"I think I know what you need to hear
No we don't have to say, no need to say a thing
There's nothing between you and me
There's no need to explain
Let me just say I love this
With your hair wet, your body trying to dry
These heavy eyes, these restless hands."
NOTHING BETWEEN US – SENSE FIELDHARRY
"Smettila di ridere Harry", bisbigliò Blue, tentando con poco successo di riavvolgersi la salvietta attorno al corpo. "Cosa cazzo facciamo ora?"
Lei era esasperata e io non riuscivo a trattenere le risate.
Inspirai profondamente, tentando di stabilizzare il respiro e annuii. "Ci penso io", feci, mentre il mio cervello elaborava tutte le possibili soluzioni che ci potevano essere.
Abbassai lo sguardo sui vestiti che tenevo in mano e feci una smorfia. "Aiutami", le imposi, porgendoglieli perché me li tenesse mentre infilavo i boxer.
Indietreggiò, per quanto le fosse possibile e per poco non fece cadere una scatola di cartone, poggiata precariamente sullo scaffale alle sue spalle.
Feci scivolare velocemente entrambe le gambe all'interno degli skinny jeans neri ed afferrai la maglietta, alzando poi lo sguardo su di lei. "Io vado a distrarla, tu prova a raggiungere il bagno o camera sua", le proposi, poggiando delicatamente la mano sulla maniglia e abbassandola, tentando di fare il minor rumore possibile.
La aprii lentamente e, non appena misi piede nuovamente all'interno della cucina, mi infilai velocemente la maglietta, affrettando il passo per raggiungere la sala e capire dove cazzo si fosse cacciata mia sorella.
Non feci in tempo a raggiungere la porta della cucina che un bisbiglio sommesso attirò la mia attenzione. "Ehi."
Mi voltai di scatto verso lo stanzino, dal quale sbucava la testa di Blue, con ancora i capelli bagnati. "Hai dimenticato questa", aggiunse continuando a sussurrare e lanciandomi la mia felpa, che prontamente afferrai al volo.
Le sorrisi, ringraziandola con un cenno per poi voltarmi nuovamente e fare il mio ingresso in sala. "Ehi, Gem. Dove sei?" chiesi alzando il tono della voce mentre mi sistemavo la felpa sulle spalle.
Vidi il suo corpo spuntare qualche secondo dopo dalla piccola stanzetta che utilizzava come studio. "Oh, scusa. Mi aveva chiamata ancora la mamma", mi informò, sedendosi sul divano e invitandomi a imitarla.
Le sorrisi, accasciandomi accanto a lei. "Allora, non c'eri alla festa. Cos'è successo?" mi chiese lei curiosa, dandomi una leggera spallata.
"Me ne ero scordato", ammisi sincero.
"E come mai sei qui? È tardi..." constatò osservandomi con fare indagatore.
Chiusi gli occhi poggiando la testa all'indietro, sullo schienale del divano. "Anne mi ha mandato un messaggio confuso riguardo ad una macchina rotta. Ho provato a chiamarla ma era occupato, sono andato a casa sua ma non c'era nessuno, così ho provato qua, come ultima spiaggia", spiegai, lanciandomi in uno dei monologhi più lunghi che avessi mai pronunciato. "Che cazzo è successo?" chiesi poi, non capendo assolutamente niente.
"Oh niente di grave, tranquillo. Mamma e Robin erano dagli zii a mangiare e non gli partiva più la macchina. Sono andata a prenderli e mi hanno riportato qui prima di tornarsene a casa", iniziò. "Dice che mi riporterà l'auto domani. Era troppo tardi per andare dal meccanico", concluse, chiarendomi finalmente le idee.
Annuii.
Fece per aprir bocca quando dei passi veloci attirarono la nostra attenzione. "Oh Blue, che scema che sono. Mi ero dimenticata che eri qui!" esclamò Gemma alzandosi di scatto e raggiungendo la mora che aveva appena fatto il suo ingresso in sala.
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FanfictionPoi mi rivolse quello sguardo. Il mio sguardo. Quello di cui avrei voluto possedere una foto, da osservare e riosservare nei momenti bui. Vi riversava tutte le proprie sensazioni e poi me lo donava, in tutta la sua disarmante purezza. "Ti aspetterò...