5.2

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"Whoa boy you're gonna win!
Say 'yeah, yeah, yeah' you're under my skin
I got butterflies within
I think I like you!"
SEXY SILK – JESSIE J

ASHTON

"Lì c'è un parcheggio libero!" mi gridò Calum nell'orecchio, indicandolo. Io ci infilai il minivan con una manovra leggermente pericolosa, che fece stridere i pneumatici sull'asfalto.

Un volta fermi, Cal mi rifilò un pugno sulla parte alta del braccio, imprecando. "Che diavolo ti è saltato in mente? Stavo per volare fuori dal finestrino!" esclamò, sconvolto dalle mie doti automobilistiche.

"Era il mio intento, ma tu hai rovinato tutto mettendoti la cintura di sicurezza. Guastafeste", lo rimproverai, rigirando la frittata con maestria.

Cal si slacciò la cintura incriminata e aprì la portiera per scendere dal mezzo, ricoprendomi di appellativi decisamente poco carini. Io estrassi le chiavi dal quadro di accensione e scesi, premendo poi il pulsante per chiudere il minivan.

Calum, intanto, aveva già cominciato a dirigersi verso l'entrata dell'aeroporto e mi toccò affrettare di molto il passo per raggiungerlo. Varcammo insieme le porte del Gate di arrivo portandoci all'interno della struttura.

Il bassista si guardò intorno, preoccupato. Mali avrebbe già dovuto trovarsi lì.

"Dove cazzo..." cominciò a dire, ma io lo afferrai per le spalle e lo voltai nella giusta direzione, mostrandogli il punto in cui una neozelandese incredibilmente simile a lui, era seduta su un'enorme valigia arancione guardandosi intorno con un espressione identica a quella che lui aveva adottato poco prima mentre la cercava.

Lo liberai dalla mia stretta quando sentii i muscoli di Calum rilassarsi sotto le dita. Nello stesso istante in cui il ragazzo fece per dirigersi verso la sorella, quest'ultima lo riconobbe e si rizzò in piedi per correre verso di lui.

"Calum!" urlò Mali, facendo voltare diverse schiene. L'aeroporto era particolarmente gremito di persone per quell'ora della notte.

Una volta giunta al cospetto del fratello, la ragazza gli gettò le braccia al collo di slancio, senza nemmeno provare ad arrestare la sua corsa. Cal indietreggiò di qualche passo, ricambiando però altrettanto calorosamente l'abbraccio.

Da sempre volevano far credere al mondo di non sopportarsi, ma non ci erano mai riusciti molto bene.

"Mali!" esclamai spalancando le braccia e lei si scostò dal fratello per salutare anche me con un abbraccio affettuoso.

"Cazzo Ash, ti sei pompato da morire", commentò, passandomi le mani sottili sulle braccia.

"Hai visto? Faccio la mia figura, eh?" ridacchiai, flettendo i bicipiti.

Lei mi lanciò uno sguardo furbo. "Potresti usare i tuoi fantastici muscoli per portare la mia altrettanto fantastica valigia."

Alzai gli occhi al cielo. I complimenti di Mali-Koa non erano mai gratuiti. Rassegnato, raggiunsi il suo enorme trolley e lo trascinai fino a dove i due fratelli mi stavano aspettando.

La ragazza ridacchiò notando la mia espressione e mi abbracciò ancora una volta, per poi cominciare a saltellare verso le porte scorrevoli dell'aeroporto e uscire nell'aria fredda della notte. Appena venne in contatto con quest'ultima, Mali sollevò il viso verso il cielo scuro e prese un respiro a pieni polmoni.

"Londra ha un odore così diverso da Sydney..." commentò, attendendo che la guidassimo per quel luogo a lei tanto oscuro.

Io la superai e mi diressi verso il mio amato mini-van Volkswagen azzurro anni settanta, di cui feci scorrere la portiera per issare all'interno la valigia e fare accomodare la proprietaria dell'ingombrante bagaglio.

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