"I never meant to break your heart
Now I won't let this plane go down
I never meant to make you cry
I'll do what it takes to make this fly, oh
You gotta hold on
Hold on to what you're feeling
That feeling is the best thing
The best thing, alright
I'm gonna place my bet on us
I know this love is heading in the same direction
That's up."
UP – DEMI LOVATO AND OLLY MURSGEMMA
Non so cosa mi spinse a guardare fuori dalla finestra del salotto; un momento prima mi stavo mangiucchiando le unghie parlando al telefono con Blue, il momento dopo mi ero ritrovata a scostare la tenda color panna dal vetro e a lanciare un'occhiata al mondo esterno, grigio perlaceo.Al di là del cancelletto smaltato di nero si trovava un Ashton Irwin decisamente scarmigliato, il cui corpo non trasmetteva altro che tensione e indecisione.
"Blue... Lui è qui", esalai nella cornetta. Lui era venuto da me. Malgrado tutto.
"Vai da lui."
"Ma..."
"Io sto bene Gem. Alaska e Michael stanno gironzolando per l'ospedale. Si occupano loro di me. Tu vai." E, senza aggiungere altro, Blue chiuse la chiamata.
E così andai. Lasciai cadere il cellulare sul divano, aprii la porta e uscii, fermandomi sul gradino di fronte all'uscio. "Hai intenzione di startene impalato qui fuori fino a stasera o preferisci entrare?" domandai con un velo di cauta ironia.
"Dipende."
"Da cosa?"
"Tu vuoi che entri?" domandò, l'espressione indecifrabile.
Era rabbia quella che cercava di nascondere?
Incrociai le braccia sul petto ed entrai in casa, lasciandomi la porta spalancata alle spalle. Dopo di che, andai a sedermi sul divano di tessuto bianco, ricoperto dal mio plaid preferito, dando le spalle alla porta d'entrata.
Grazie al cielo, lui decise di seguirmi. Sentii i suoi passi sul parquet e il rumore della porta che veniva chiusa. Poi più niente.
"Ash..." cominciai, sempre senza voltarmi, osservando la televisione spenta di fronte a me. "Mi dispiace." Le lacrime mi pungevano gli occhi e la cosa mi infastidiva molto.
"C-che!?"
Finalmente mi decisi a voltare la testa verso di lui e scoprii che si era avvicinato alla testiera del divano.
Ora potevo vedere meglio il suo occhio gonfio, già nerastro e semichiuso. Un taglio incrostato di sangue si trovava sulla parte alta dello zigomo che pareva leggermente più gonfio dell'altro. "Guarda cosa ti ha fatto quel deficiente", dissi, alzandomi in piedi, ma lasciando sempre il divano fra di noi. "Hai ragione ad essere furioso con me."
Il suo sguardo si fece vacuo per un momento. O, almeno, ciò che era rimasto del suo sguardo.
Il cuore mi si strinse nel petto.
Come aveva osato quel coglione ad intaccare quei meravigliosi occhi color nocciola matura screziata d'oro? Quel patrimonio dell'umanità avrebbe dovuto essere intoccabile.
"Gemma..."
"Avrei dovuto fermarlo, Cazzo! Ma chi immaginava che sarebbe venuto a cercarti!?" gridai passandomi le mani nei capelli dalle punte schiarite.
"Gemma..."
"Ci ha sentite parlare per sbaglio di te ed è andato fuori di testa. E non so neanche per quale cazzo di motivo. Lui..."
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photograph
FanfictionPoi mi rivolse quello sguardo. Il mio sguardo. Quello di cui avrei voluto possedere una foto, da osservare e riosservare nei momenti bui. Vi riversava tutte le proprie sensazioni e poi me lo donava, in tutta la sua disarmante purezza. "Ti aspetterò...