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"You're a shooting star I see
A vision of ecstasy
When you hold me, I'm alive
We're like diamonds in the sky
I knew that we'd become one right away
A right away
At first sight I left the energy of sun rays
I saw the life inside your eyes."
DIAMONDS – RIHANNA


MICHAEL

Alaska infilò le dita tra i miei capelli, spingendo le nostre bocche ad incontrarsi e le nostre lingue a dar fuoco alla lussuria. Stavo per lasciar cadere la bottiglia di vetro mezza vuota per terra per aumentare la mia libertà d'azione sul corpo morbido di Allie, ma Hemmings mi precedette, sfilandomela di mano e tracannandone almeno quattro dita tutte d'un fiato.

E pensare che a Luke non piaceva così tanto bere.

Disponendo finalmente di un'altra mano, afferrai le natiche di Alaska e le feci allacciare le gambe intorno ai miei fianchi. Il suo sesso venne in contatto con il mio, che bramava di liberarsi dalla costrizione dei jeans ed io non volevo far altro che accontentarlo.

Era così morbida, così vera.

Ero stato con molte ragazze, forse troppe, da quando ero arrivato lì a Londra, ma Alaska era la prima del suo genere. Il fatto era che non sapevo neanche di che genere si trattasse.

Iniziai a muovermi senza riflettere verso la camera da letto di Alaska, superando un Louis e un Ashton sdraiati per terra l'uno di fianco all'altro a passarsi una bottiglia contenente chissà quale merda alcolica.

Varcai la porta della camera e me la richiusi alle spalle, gettando poi Alaska sul materasso. Lei rise, allungando le mani verso di me, pronta a liberare la mia pelle dal peso dei vestiti.

Io le afferrai le caviglie e la tirai verso il bordo del letto, slacciandole con un colpo di dita i jeans neri e sfilandoglieli con pochi, rapidi gesti.

Indossava un tanga nero striminzito, la cui vista mi fece ribollire il sangue. Gemetti, accarezzandole le cosce pallide.

"Ma è il mio compleanno o il tuo?" le chiesi, sollevando un sopracciglio e sentendo allontanarsi i fumi dell'alcol.

Lei rise, sollevando i fianchi verso l'alto, mordendosi un labbro.

"Ora arriva il mio regalo di compleanno", l'avvertii, sfilandole le mutandine con gesti pratici e impazienti. "Oh, ma guarda, la mia amichetta si è fatta bella."

Alaska mi lanciò un'occhiata sconcertata rendendosi conto che stavo parlando della ceretta fresca di giornata. "Non posso credere tu l'abbia detto!" urlò, per poi scoppiare a ridere.

"E' così bella con questo nuovo taglio di capelli..."

"Michael!"

"Non che prima non mi piacesse, ma ora ha un aspetto più... più... giovanile, ecco." Allie afferrò un cuscino e me lo lanciò addosso, ridendo fino alle lacrime.

"Che c'è? Ora non sono più ammessi nemmeno i complimenti?" domandai, abbassando la testa a morderle l'ombelico e circondandole con le braccia le cosce, per poi muovermi lentamente verso il basso, lasciando una scia di baci umidi sulla sua pancia.

"Mikey", gemette, quando il mio mento ricoperto da una leggera barbetta, le sfiorò il monte di venere.

Mi piaceva da morire vederla così esposta, così vulnerabile e plasmabile al mio volere. Solo durante il sesso si abbandonava completamente a me; fuori dalla camera da letto era dura come il marmo, uno spirito libero che non aveva bisogno di niente e di nessuno.

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