"That's all they really want
Some fun
When the working day is done
Girls- they want to have fun
Oh girls just want to have fun."
GIRLS JUST WANT TO HAVE FUN – CYNDI LAUPERLUKE
"Amico, sei sicuro che per te non sia un problema? Posso passare a trovarla anche un altro giorno, non deve essere oggi per forza", disse Niall nervosamente, mentre posteggiavo la mia auto nel grande parcheggio dell'edificio di fronte a noi.
Spensi il quadro ed estrassi le chiavi. "Stai scherzando? Hai detto che è il suo compleanno, non possiamo lasciarla sola proprio il giorno dei suoi diciott'anni", risposi, inarcando le sopracciglia e facendogli cenno di seguirmi fuori dall'auto.
Lui annuì e inspirò profondamente, per poi afferrare la scatola di cartone contenente la torta e scendere a sua volta dalla vettura.
Chiusi l'auto e lo affiancai. "Caitlin, giusto?" chiesi, aspettando una sua conferma.
Lui annuì. "Si, è la figlia di mia zia. Siamo praticamente cresciuti insieme, beh, fino a quando..." s'interruppe non appena un uomo della sicurezza si piazzò davanti a noi, bloccandoci la strada.
"Autorizzazione", disse semplicemente l'omone.
Niall allungò un foglio verso di lui, insieme al suo documento. La guardia annuì e si scostò, per farci passare.
BRIARCLIFF
Era scritto a caratteri cubitali al di sopra del portone d'accesso.
Salimmo i gradini e non appena fummo di fronte alla grande porta, questa fece uno scatto ed io allungai la mano per aprirla.
"Buon giorno signor Horan." Ci accolse la voce gentile di un'infermiera, non appena varcammo la soglia.
Entrambi gli sorridemmo, rispondendo al saluto, poi Niall iniziò a camminare. Ero certo fosse stato in quel posto diverse volte. Da quanto avevo capito era molto legato a sua cugina.
Non sapevo molto di quel posto, Briarcliff. Niall mi aveva detto che era una clinica privata per la riabilitazione. Aiutavano persone, per lo più giovani, con problemi di qualunque tipo, legati al cibo, traumi d'infanzia, problemi d'ansia... qualsiasi cosa necessitasse un qualche tipo di cura.
E fu proprio quello che mi convinse ad accompagnare Niall, quando la mattina stessa mi chiese se volessi andare con lui.
Uno dei miei migliori amici aveva bisogno di me, e io non l'avrei di certo lasciato solo.
"Luke..." iniziò, fermandosi bruscamente nel corridoio, di fronte alla stanza 194. "Caitlin soffre di ansia e forti attacchi di panico. È da un po' che non... ha una ricaduta diciamo, però non è abituata a gente nuova", continuò abbassando lo sguardo incerto. "Se dovesse avere un attacco mentre sei dentro, ti prego, non ti spaventare... peggiorerebbe solo la situazione e..."
Scossi la testa interrompendolo. "Tranquillo Niall, andrà tutto bene", lo tranquillizzai sorridendo.
Lui mi sorrise a sua volta e si voltò, aprendo lentamente la porta bianca che ci divideva da una parte importante della sua infanzia e della sua vita.
Non appena feci il mio ingresso nella stanza spalancai gli occhi sorpreso, mentre richiudevo la porta alle mie spalle.
Vista dall'esterno, pensavo sarebbe stata una fredda stanza d'ospedale, invece era tutto il contrario.
Le pareti erano di uno splendido blu cobalto ed erano tappezzate di poster di band famose, città di ogni tipo e paesaggi stupendi.
"Caitlin, buon compleanno!" urlò Niall, buttandosi verso una ragazza che notai solo in quell'istante, seduta su di un letto a baldacchino con le cuffiette nelle orecchie.
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photograph
FanfictionPoi mi rivolse quello sguardo. Il mio sguardo. Quello di cui avrei voluto possedere una foto, da osservare e riosservare nei momenti bui. Vi riversava tutte le proprie sensazioni e poi me lo donava, in tutta la sua disarmante purezza. "Ti aspetterò...