20.3

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"I wanna free fallin'
Out into nothing
Oh I wanna leave this
This world for a while."
FREE FALLIN- JOHN MAYER

HARRY

"Harry tesoro, finalmente sei arrivato. Il pranzo è quasi pronto", esordì Anne riconoscendomi, una volta aperta la porta d'entrata.

Annuii avanzando per entrare nella casa.

"Tua sorella?" aggiunse curiosa, richiudendo l'uscio dietro di me e precipitandosi in cucina in tutta fretta.

Decisi di seguirla, ma non prima di aver salutato Robin, che se ne stava tranquillo sulla sua solita poltrona a guardare la TV. "E' rimasta a casa..." iniziai, indeciso su cosa dire. "Con Ashton."

"Quel ragazzo mi è sempre piaciuto", sorrise Anne, e nel pronunciare quelle parole le si illuminò il volto. "Ma da quando è venuto per cena l'altro giorno, mi piace ancora di più. Si vede che ci tiene molto a Gemma."

Spalancai gli occhi a quelle parole. "Ashton è stato qua?"

"Oh certo. E' stato esilarante vederlo tanto sorpreso dai giri di scommesse che ci sono perennemente in famiglia. Non riusciva a starci dietro", aggiunse poi ridendo, mentre afferrava un mestolo di legno per mescolare la pietanza che si trovava all'interno di una grande pentola postata sul fornello.

"Secondo te..." iniziai cauto, poggiandomi al bancone sulla mia destra e incrociando le braccia al petto. "Ashton è quello giusto per Gem? Si, insomma... Lo sai che non voglio che soffra e, non so, ho paura che possa accadere ancora", non riuscivo a smettere di parlare, sentivo di non essere in grado di esprimere a pieno quello che provavo, non trovavo le parole giuste per dire che... "E se soffrisse di nuovo per colpa mia? Forse avrei potuto proteggerla meglio, forse Ashton..."

"Aspetta, aspetta, aspetta", m'interruppe brusca Anne, voltandosi di scatto e puntando il mestolo sporco verso di me mentre si avvicinava minacciosa. "Colpa tua?" sbottò con espressione incredula. "Harry, pensavo avessimo chiarito questa cosa", aggiunse mentre uno sguardo colmo di dolore si appropriava del suo volto.

Abbassai gli occhi, non riuscendo a reggere la vista dei suoi, tanto spenti... Sempre per colpa mia.

"Harry, tesoro..." sussurrò, lasciando andare il mestolo sul tavolo accanto a noi e slacciandosi il grembiule. "Tu non hai la colpa di niente. Non hai mai avuto la colpa di nulla."

Sentivo le sue parole, riuscivo a percepire ciò che stava dicendo, ma il mio cervello non era in grado di assorbire quelle affermazioni, perché pensavo non fossero vere.

Era colpa mia, tutto era ed era sempre stato colpa mia.

"Ascoltami", disse poi dolcemente, accarezzandomi il volto ed afferrandomi delicatamente il mento per fare in modo che la guardassi negli occhi. "Io e tuo padre ci siamo amati molto e io giuro che gli voglio ancora un bene dell'anima... Non potrebbe essere altrimenti, abbiamo avuto voi", iniziò, e notai immediatamente i suoi occhi inumidirsi. "E' solo che non eravamo fatti per stare insieme, non eravamo l'uno l'amore della vita dell'altro. È per questo e solo per questo che abbiamo divorziato", chiuse gli occhi per trattenere le lacrime e prese un respiro profondo. "Tu, Harry, non hai la colpa di nulla. Ne tu ne tua sorella l'avete. Nessuno ha la colpa di niente."

"Ma..."

"No, Harry. Fammi finire ti prego, hai bisogno di sentirtelo dire", m'interruppe ancora, per poi proseguire. "Io ora sono felice. Amo Robin con tutto il cuore e amo voi... Ma ciò non significa che non voglia più bene a Des. Lo amo ancora e farà sempre parte della famiglia, ma è un tipo di amore diverso", disse, accarezzandomi dolcemente una guancia con le sue dita sottili. "Esistono diversi aspetti dell'amore, Harry. Vorrei solo che tu capissi che meriti ogni singolo tipo di amore che ogni singola persona che incontri è disposta a donarti."

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