18.4

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"When I first saw you from across the room
I could tell that you were curious
girl I hope you're sure, what you're looking for
cause I'm not good at making promises."
PERFECT – ONE DIRECTION

HARRY

"Arrivo!" urlai, per fare in modo che chiunque avesse suonato alla porta mi sentisse.

Mollai la fetta di pizza che stavo per addentare nel cartone e mi pulii la bocca con un pezzo di carta, per poi voltarmi e raggiungere l'ingresso.

"Ti sto chiamando da ore, dove cazzo hai il telefono?" chiese Louis, entrando immediatamente, non appena spalancai la porta.

Lo guardai stupito dirigersi in cucina, senza aspettare una mia risposta. Scossi la testa rassegnato, non avrei mai capito a pieno quel ragazzo. Chiusi nuovamente il portone e lo raggiunsi il prima possibile, per evitare che finisse la mia cena.

"Cazzo Louis, no. Era la mia pizza", mi lamentai non appena vidi le mie ultime due fette di quella delizia italiana essere divorate dal mio migliore amico.

"Non ti lamentare. Sei già grande e grosso, lascia il cibo a chi ha ancora bisogno di crescere", disse, addentando l'ultimo morso, per poi allungare la mano e afferrare la mia birra.

"Vuoi anche il dolce?" chiesi sarcastico, afferrando il cartone vuoto ed accartocciandolo per poi lasciarlo cadere nel cestino sotto il lavello.

"Si dai, che cos'hai?" rispose lui curioso, non capendo, ovviamente, la precedente ironia.

Alzai gli occhi al cielo e mi portai in sala, senza degnarmi di controllare che mi stesse seguendo o meno. Sapevo che sarebbe venuto anche lui. Aveva l'innato talento di starmi col fiato sul collo soprattutto nelle situazioni scomode, senza nemmeno farlo apposta o rendersene conto.

"Allora", iniziò, sedendosi sulla poltrona di fronte a quella su cui mi ero lasciato cadere io, "Eleanor mi ha detto che l'intervista è andata meglio di quello che si aspettava. Dice che sei stato molto educato e professionale". Disse, tentando di imitare, senza successo, la voce della sua ragazza. "Parole sue non mie", aggiunse ridendo.

Annuii distrattamente. "Si, è andato tutto bene."

"E lei, come l'ha presa?" chiese poi, facendomi aggrottare le sopracciglia.

"Lei chi?" chiesi, buttando la testa all'indietro per poggiarla al cuscino dello schienale.

"Come 'lei chi'? Blue, cazzo. Dai Harry, non fare il coglione, non con me almeno", iniziò, alzandosi in piedi e sedendosi stavolta sul divano, che si trovava più vicino a dove mi trovavo io, "a me la puoi dire la verità."

Feci una smorfia. "E di quale verità staremmo parlando?"

"Del fatto che lei ti piace e anche tanto. Forse troppo."

Quasi non gli lasciai terminare la frase, che scoppiai a ridere. Una risata talmente fredda che mi causò una fitta profonda al petto. "Sei completamente fuori strada amico", dissi, inclinando la testa leggermente verso sinistra per poterlo osservare mantenendo la testa poggiata sul divano.

"Ah davvero?" chiese con una smorfia. "E come starebbero le cose allora?"

"Le cose stanno come le ho dette l'altro giorno. Non c'è niente tra di noi. Tutto qui", spiegai, tornando a chiudere gli occhi per rilassarmi e non pensare a nulla.

Improvvisamente, sentii qualcosa di morbido colpirmi la testa. Louis mi aveva lanciato un cazzo di cuscino. "Brutto stronzo, guardami in faccia quando ti parlo e soprattutto sii una persona seria per un secondo. Quella ragazza si aspetta..."

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