Capitolo 14

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CAMRYN
La mattina seguente mi sveglio ignorando il peso al petto. Mi faccio una veloce doccia e per un po' l'acqua calda riesce a rilassarmi, ma non mi fa sentire meglio. Mio padre diceva sempre che niente lava via i brutti pensieri come una doccia calma. Già...mio padre...sono sicura che se mi vedesse ora sarebbe davvero deluso. Sento una fitta alla pancia e scaccio via quel pensiero passando la temperatura da calda a fredda e lasciando che l'acqua gelida mi investa così da potermi concentrare sul dolore fisico e non su quello causato dai miei pensieri.
Grace si è già avviata a lezione con Mike stamattina prestissimo. Stare in stanza da sola non sempre è una cosa positiva. Se stamattina ci fosse stata Grace qui avrebbe sicuramente messo la musica o avrebbe iniziato a parlare e forse avrei portato i miei pensieri altrove. Adesso mi ritrovo in stanza da sola, e immersa nel silenzio i miei pensieri si ampliano. Cerco di non pensare che dovremmo stare per più di un'ora insieme in quell'aula.
Prendo il telefono e invio un messaggio ad Alex per dargli appuntamento dopo le lezioni per parlare un po'.
Non lo vedo da ieri, eppure già mi manca parlare con lui. Perché tutti i ragazzi non possono essere come Alex? Si, ha anche lui i suoi difetti ma almeno non ha mai baciato una ragazza e poi chiesto di far finta di nulla. Se fosse successo lo saprei perché mi dice sempre tutto.
Silenzio il telefono, per evitare che squilli in classe, e lo infilo in tasca uscendo dalla stanza e avviandomi a lezione. Mi perdo tra la massa di ragazzi che corrono avanti e indietro per andare a seguire i loro rispettivi corsi. Fortuna che quest'aula non sia molto lontana perché oggi non ho proprio voglia di mettermi a correre.
Prima di entrare in aula mi fermo e faccio un respiro profondo. Cerco di ripetere a me stessa "l'aula è grande, non devo per forza parlare con lui".
Quando entro mi rendo conto che lui non è ancora arrivato e che in più l'aula è per metà vuota. Sono arrivata forse troppo in anticipo. Guardo l'orario sul telefono, sono le otto e cinque, la lezione dovrebbe iniziare a breve. Gli altri ragazzi se la saranno presa con calma e forse l'avrei fatto anche io, solo che mi sono svegliata presto e volevo occupare la mia mente con altro.
Mi siedo al mio solito posto e caccio il mio libretto dove ho segnato gli appunti della lezione precedente iniziando a leggerlo, tanto per tenere la mente occupata.
Alle 8:10 in punto il professore entra in aula poco dopo affiancato dagli altri studenti tra cui Albert.
Mi sorride da lontano e mi viene vicino per prendere il posto accanto al mio, ma qualcosa, anzi qualcuno, lo spintona facendolo cadere.
<< Scusa topo da biblioteca ma oggi devi trovarti un altro posto>> sghignazza Tyler guardandolo Albert che è caduto a terra.
Prende le sue cose e si siede affianco a me. Si volta a fissarmi e mi rivolge un sorriso che prenderei con piacere a schiaffi. Io non dico niente.
Albert si alza e si toglie la polvere dal giubbotto sbuffando. Prima che prenda le sue cose da terra e se ne vada decido di richiamarlo.
Non permetterò a Tyler di sedersi di fianco a me e distrarmi dalla lezione. Forse si è seduto qui di proposito, per non farmi seguire la lezione, non gli è bastato torturarmi ieri? Ha capito quanto sia importante per me stare qui e non gli permetterò di rovinarmi anche questo.
<< Albert non te ne andare, questo è il tuo posto. Tyler scherzava, ora cambierà posto>> Guardo Tyler male facendogli capire che deve cedere il posto ad Albert.
Incrocia le braccia e mi fissa inarcando un sopracciglio infastidito dal mio sguardo.
<< Non stavo per niente scherzando. Questo da adesso in poi sarà il mio posto, punto>> si impunta come un bambino capriccioso.
Sto per controbattere ma Tyler mi zittisce.
<< Zitta, la lezione sta iniziando, non vorrai mica perderla a chiacchierare giusto?>> mi rivolge ancora quel sorriso bastardo e Albert ormai si è già seduto altrove.
Questo ragazzo non potrebbe farmi andare più in bestia di così. Oggi l'ultima cosa che volevo era vederlo, e adesso me lo ritrovo seduto di fianco a me.
<<Sarà meglio che tu non mi rivolga la parola per tutta la lezione>> sussurro per non farmi sentire dall'insegnante che ha già iniziato a spiegare.
Tyler non mi risponde subito, poggia i gomiti sul bancone senza girarsi dalla mia parte.
<<Non ne avevo la minima intenzione>>.
Non capisco. Pensavo che si fosse messo qui per parlare e distrarmi, ma se non vuole parlare perché si è seduto qui? Meglio così, meglio che non mi parli.
La lezione continua tranquillamente e Tyler, come ha detto, non mi rivolge la parola.
Sembra addirittura attento a seguire la spiegazione e prendere appunti.
<<Dovrete analizzare uno di questi libri che sono segnati su questo elenco che tra poco passerò a distribuire. Leggerete il libro che sceglierete tra i tanti, e poi ne parleremo tutti insieme. Ognuno ha un tema diverso, quindi avrete vasta scelta>> Non poteva assegnare compito migliore, adoro leggere libri di ogni genere e per me uno varrà un altro. L'insegnante passa a distribuire una lista con sopra segnati tutti i titoli dei libri.
Alcuni li ho già letti. Di altri ne ho solo sentito parlare.
Trattano tematiche ben diverse e guardando la faccia disgustata di Tyler che fissa la lista capisco che lui non li ha neanche mai sentiti parlare.
<< Naturalmente il lavoro è individuale. Tutti i libri che trovate su quella lista sono disponibili nella biblioteca del college>>. Ci informa il professore. Rileggo più di una volta la lista non riuscendo a decidere.
Con la coda dell'occhio cerco di sbirciare dalla parte di Tyler e mi accorgo che sta scarabocchiando sopra al foglietto.
È così appreso a disegnare sul foglio che non si accorge che mi sono completamente girata con la testa a fissarlo. Sta disegnando dei cerchietti, delle spirali e dei simboli probabilmente inventati perché non ho idea di cosa siano.
<<Vuoi una foto?>> non si degna neanche di girarsi un secondo a fissarmi, ha gli occhi fissi sul foglio e continua ancora a disegnarci sopra.
<<Cosa?>>
<< Mi stai fissando per un tempo troppo lungo quindi smettila, mi dà fastidio.>> non pensavo se ne fosse accorto, ero convinta che fosse troppo impegnato a disegnare. Arrossisco e abbasso lo sguardo. Non so neanche per quale motivo io stia arrossendo.
<<Arrossisci per ogni cosa che dico?>> Alza lo sguardo dal foglio e si volta a fissarmi.
I suoi occhi verdi sono fissi suoi miei e per un secondo mi scordo di avercela con lui perché è un idiota. Per un secondo penso a come potremo andare d'accordo e forse scoprire di avere anche molte cose in comune.
<<Non sei tu che mi fai arrossire. E poi non è un qualcosa che posso controllare>> cerco di dire sicura di me anche se so di star mentendo a me stessa.
Se lui mente sulle sue emozioni riguardo a quel bacio anche io posso mentirgli.
Tyler si sporge verso di me.
<<Vorresti dirmi che in questo momento non stai arrossendo per me? >> abbassa gli occhi fissandomi le labbra. Successivamente alza lo sguardo inchiodando i suoi occhi nei miei e mi sorride.
Perché fa così? Perché si diverte a torturami?.
Sta di fatto che per un po' dimentico che stiamo in aula, e che l'insegnante sta ancora parlando, e che mi ha chiesto di ignorare il nostro bacio.
<<Ragazzi prendetevi una camera se volete un po' di privacy.>> scherza un ragazzo seduto dietro di noi facendo ridere tutti.
Lo stesso ragazzo si sporge e sussurra qualcosa nell'orecchio Tyler per non farsi sentire dalla classe, peccato che io lo senta.
<<È davvero gnocca, me la farei pure io>> Emetto un sussulto per le parole così rudi.
Sento la mia faccia che va a fuoco e mi giro avanti.
Subito dopo sento il rumore della sedia che tocca il pavimento risuonando in tutta l'aula.
Quando tolgo le mani dal volto vedo Tyler che tiene il ragazzo per il colletto.
<<Meglio se non fai il cazzone Neil>> gli ringhia in faccia.
Tutti smettono di ridere e il ragazzo diventa pallido.
Già si conoscono, e dal modo in cui lo sta fissando capisco che non sono molti amici.
<< Dai Tyler, stavo scherzando, non è il caso di prendersela. Siamo amici lo sai questo? >> cerca di giustificarsi Neil, ma Tyler continua a tenerlo stretto per il colletto della giacca.
Sembrava quasi sarcastica l'ultima frase come se volesse far capire che non sono per niente amici.
<<Io non sono tuo amico>>
Afferro Tyler per il braccio pregandogli di lasciarlo stare, ma lui non si muove.
A dividerli ci sta il banco e il ragazzo si trova praticamente sporto in avanti.
<<Kade la finisca! Se ha dei problemi con Neil li vada a risolvere fuori dalla mia aula>> Tuona l'insegnante costringendo Tyler a lasciarlo andare.
<< Sei uno stronzo fortunato Neil. Ma la prossima volta ti prendo a calci in culo>> gli rivolge un sorriso minaccioso.
Non capisco del perché di questa esagerata reazione, devono odiarsi già da tempo. Il professore si appoggia alla cattedra e incrocia le braccia al petto.
<< Tyler, non accetto questi comportamenti da bambini nelle mie ore di lezione.>> continua il professore.
<< Quindi pulirai e metterai in ordine la biblioteca del college per una settimana>>.
Neil si trattiene dal ridere e Tyler lo guarda malissimo.
Ho paura che a momenti gli possa saltare addosso.
<<Non può mettermi in punizione non siamo alle elementari>> urla Tyler impulsivo non capendo che così peggiora solo le cose. Gli altri spostano lo sguardo da Tyler al professore per vedere quale sarà la sua risposta.
<<Ancora questi comportamenti da bambino? Allora le settimane diventano 4>> tutti gli studenti fanno dei versi di sorpresa e adesso è il prof a sorridere soddisfatto della punizione.
Tyler rimane a guardarlo con i pugni chiusi. Il suo respiro è lento e pesante. Mi sorprendo di come riesca a trattenersi dal rompere la faccia a Neil che si sta prendendo gioco di lui senza farsi vedere dal prof.
Dovrei essere felice perché gli sta bene dopo tutto quello che mi ha fatto passare. Ma non mi sento felice. Mi sento tremendamente in colpa.
Perché se io e Tyler non ci fossimo trovati così vicini a parlare Neil non avrebbe mai fatto quel commento.
<< Prof la colpa non è di Tyler perc->> ma l'insegnante non mi fa finire di parlare che subito mi ferma.
<<Vuole far compagnia anche lei Tyler in biblioteca?>> Quella risposta serve a farmi subito smettere di parlare. Ma che problemi ha questo prof?
Non passerei mai quattro settimane a pulire la biblioteca ma mi sento troppo in colpa per quello che è successo e l'unica cosa che posso fare per alleviare i sensi di colpa è aiutarlo a giustificarsi.
Non sono così crudele da lasciarlo da solo a parlare quando una parte della colpa è anche mia.
<< No, ma vorrei dire solo che la colpa non è di Tyler. Dovrebbe dare la punizione anche a Neil che ha iniziato, lei è ingiusto>>
Mi esce dalla bocca prima che la mia mente realizzi che io l'abbia detto, ma in fondo non me ne pento.
Mi giro verso Tyler che ha sgranato gli occhi e mi sta fissando come se avessi detto una pazzia. Non si aspettava che rispondessi a un prof, beh Tyler, non me l'aspettavo neanche io. <<Mi sembra che a parlare durante la mia lezione non sia stato Neil, ma lei e Kade. Quindi lei, signorina Clark, dividerà la punizione con Kade. E il discorso si chiude qui>> il professore si toglie gli occhiali e li pulisce sulla maglietta. Tyler non ribatte. Per la prima volta rimane senza parole. Forse ha capito che rispondendo a un professore si finisce solo a pulire per quattro settimane la biblioteca del college. Anche io ho imparato la lezione e la vera lezione riprende normalmente come se niente fosse successo e per tutto il tempo Tyler continua a non dire nulla. Non si gira neanche una volta dalla mia parte. Io cerco di non dargli peso e cerco di seguire la lezione. In fondo che sarà pulire la biblioteca? Chissà, può essere anche divertente. Sto ingannando me stessa per autoconvincermi che sarà divertente quando in realtà è una punizione orribile.
Una volta finita la lezione il prof e tutti gli alunni si precipitano fuori dall'aula lasciando me e Tyler soli.
Io inizio a riporre i miei libri nella borsa e lui non dice nulla ma sento i suoi occhi su di me. Questo silenzio non fa che riempirmi la testa di pensieri.
Non so che possa aver pensato di quello che ho fatto. Inizio a riempirmi la mente di paranoie. Lo avrà fatto per difendermi? E se non gli piacesse il gesto che ho fatto? E se invece lo avesse apprezzato?.
A farmi risvegliarmi dai miei pensieri è la sua forte voce.
<< Se pensi che ti ringrazierò per quello che hai fatto ti sbagli di grosso, io non ti ho chiesto un cazzo quindi non aspettarti la mia riconoscenza>>
Prende con violenza il suo zaino ed esce dall'aula lasciandomi sola.
Senza neanche darmi il tempo di rispondere che in realtà non era un mio obbiettivo dividere la punizione con lui. << Vaffanculo!>> gli urlo contro.
Rimango qualche secondo a fissare l'uscita, aspettando di vederlo sbucare da lì per rispondermi.
Speravo davvero che ritornasse, anche solo per vederlo controbattere nei suoi modi poco cortesi. Poco dopo aver sistemato le mie cose esco dall'aula, chiedendomi se mai riceverò qualsiasi risposta da quel ragazzo.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora