Capitolo 58

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CAMRYN
Mi concentro sul colore delle piastrelle ignorando il fastidioso rumore della macchinetta che si sta avvicinando alla mia pelle. Appena Adam poggia la macchinetta dietro il mio collo e avverto un leggero pizzicore ma sopportabile, non sento nemmeno gli aghi che mi bucano la pelle.
<<É un punto abbastanza doloroso, appena ti farà molto male dimmelo che mi fermo>> rispondo con un okay e Adam continua a macchiare la mia pelle con l'inchiostro. Per i primi minuti non sento molto dolore, arrivo quasi a rilassarmi, ma dopo una ventina di minuti il dolore inizia a farsi sentire diventando man mano più forte. Non è però un dolore così forte da far smettere Adam di lavorare e ringrazio il fatto che la mia soglia di dolore sia abbastanza alta. Cerco di pensare ad altro, anche se il mio sguardo è rivolto in avanti. Dal modo in cui sta zitto capisco che Tyler è ancora arrabbiato e questo mi butta molto giù perché in un momento del genere l'ultima cosa che volevo è che lui fosse arrabbiato con me.
Non so quanto tempo sia passato ma a un certo punto il dolore diventa quasi insopportabile, tanto che mi tocca stringere i denti.
<<Vuoi che ti stringa la mano? >> Tyler si mette di fronte a me e si inginocchia per guardarmi in faccia. Vorrei nascondere la faccia sul lettino ma come sono posizionata dal collo in su sto fuori dal lettino e quindi sono costretta a guardarlo in faccia. Non mi aspettavo mi parlasse visto come si è comportato prima.
<<Non ne ho bisogno>> cerco di mantenere un tono fermo, anche se con questo dolore dietro è difficile parlare normalmente. Tyler annuisce poco convinto, si alza e per allontanarsi dal mio campo visivo, visto che non posso girarmi e posso guardare solo di fronte a me. Subito dopo ritorna con una sedia, la posiziona di fronte a me, molto vicino a me, e si siede.
<<Fa male >> mi chiede mentre preoccupato. Dire di no non avrebbe senso, visto che sono sicura di avere una faccia sofferente.
<<Un po'>> fa tanto male ma non voglio comunque mostrarmi debole. Tyler allunga la mano e mi accarezza una guancia.
<<Tranquilla manca poco>> Mi rassicura disegnando dei cerchietti sulla mia guancia. So che non è vero e che lo dice per non farmici pensare, ma gli sorrido comunque. Per tutto il tempo Tyler rimane di fronte a me a parlarmi di qualsiasi cosa gli venga in mente per distrarmi dal dolore, specialmente quando Adam ha dovuto ritoccare le sfumature sul fiocco, lì è stato un dolore quasi straziante.
<<Okay. Abbiamo finito>> è stata la frase più bella che io potessi sentire oggi.

<<Sei stata brava, per essere il tuo primo tatuaggio è ammirevole il modo in cui tu abbia resistito per tutto il tempo>> La macchinetta smette con quel fastidioso rumore e le mie orecchie finalmente hanno un po' di tregua. Non pensavo che il silenzio potesse essere così rilassante. Adam mi mette della crema sopra al tatuaggio e prima di farmi alzare mi da alcuni consigli su come dovrò trattare la parte tatuata. Dovrò metterci una crema due volte al giorno, dovrò cercare di non far infettare quella parte, e dovrò lavare la parte tatuata con acqua fresca e sapone neutro. Mi mette una di pellicola sopra al tatuaggio per evitare infezioni e finalmente, dopo un'eternità, mi dice che mi posso alzare e rimettere la maglia. Mi alzo sulle braccia e muovo il collo che mi fa male per essere stato molto tempo in una posizione scomoda. Guardo Tyler e vedo che i suoi occhi sono puntati sul mio seno. Abbasso lo sguardo e vedo che una spallina mi è caduta facendo abbassare di poco il reggiseno. Adam sta disinfettando la macchinetta e fortunatamente non si è accorto di nulla. Mi rialzo la spallina e mi metto a sedere sul lettino sentendogli tirare il fiato come se si fosse risvegliato dalla trance di prima. Mi alzo e mi rimetto la maglia. Mi sento come se mi fossi fatta una dormita pomeridiana di sei ore, il mio corpo è tutto indolenzito, ma è naturale visto che sono stata nella stessa posizione per un sacco di tempo. Il tempo sembrava non passare mai.
<<Tocca a me>> dice Tyler alzandosi dalla sedia che aveva posizionato di fronte al lettino.
<<Parlammo già a telefono di che tatuaggio avevi in mente, giusto? >> Tyler annuisce, ma quando si rende conto che Adam non lo sta guardando risponde.
<<Si, è già tutto organizzato>> si toglie la maglia e si siede sulla sedia vicino al tavolino. Rimango sempre senza fiato ogni volta che lo vedevo a torso nudo. I miei occhi percorrono ogni centimetro del suo addome e quando scendo più in giù vedo che l'elastico dei boxer gli esce leggermente dai jeans, cosa che lo rende ancora più sexy. Si passa una mano tra i capelli e quel gesto gli fa tendere i muscoli del braccio regalandomi una stupenda visione. Come vorrei toccare ogni centimetro di quella pelle perfetta. Ma che sto pensano? E poi in un momento del genere. Devo mettere a freno i pensieri. Non posso pensare a certe cose ogni volta che è a torso nudo, ma la mente non mi dà retta e inizio a fare pensieri non molto adatti al contesto in cui ci troviamo. Fortuna che nessuno possa sentire i miei pensieri in quel momento. Mi chiedo se anche lui abbia questa reazione quando mi vede in reggiseno. Forse è per questo che prima ha reagito così. Tyler si gira a guardarmi e mi fa l'occhiolino sicuro di sé, sbruffone penso. Peccato però che una folata di calore mi avvolge dalla testa ai piedi. Sono proprio cotta.
<<Lo voglio qui>> Tyler si tocca la spalla sinistra.
Adam annuisce e con una spinta la sua sedia girevole si avvicina a Tyler. Dopo aver discusso un po' sul tatuaggio Adam inizia a lavorare. Come mi aspettavo che fosse, Tyler non batte ciglio, anzi è del tutto rilassato. Dopo un po' allunga la mano verso la mia parte.
<<Tu non hai voluto, ma io voglio che tu mi stringa la mano. Ho molta paura>> scherza lui, ma non ritrae la mano come pensavo che facesse, continua a tenderla verso di me. Prendo la sedia e mi siedo vicino a lui, afferro la mano di rimando lui la stringe.
<<Adesso va meglio>> sussurra così rilassato che chiude gli occhi e si appoggia completamente con la schiena allo schienale della sedia, buttando la testa all'indietro. Adam lancia un'occhiata fugace alle nostre mani incrociate e anche se il suo sguardo rimane impassibile, e subito dopo torna a concentrarsi sul tatuaggio, so che sta pensando a qualcosa, vorrei tanto sapere cosa. Ai suoi occhi appariremo sicuramente incoerenti, quale coppia di amici si comporta così? Anche se tre me è Tyler c'è veramente solo amicizia.
Amo stare mano nella mano con lui, la sua mano è sempre calda e anche se stringe la presa non mi fa mai male.
<<Che silenzio, ragazzi parlate un po' o giuro che mi addormento>> si lamenta sempre ad occhi chiusi. Come fa a non sentire nulla? Forse sente dolore, ma è abituato, o forse è bravo a nasconderlo.
<<Dimmi un po' Cam, come vi siete conosciuti tu e Tyler?>> mi fa piacere che Adam abbia iniziato un dialogo, perché io non sapevo davvero cosa dire. Gli racconto che il nostro primo incontro è avvenuto il primo giorno in cui sono arrivata al college, quando è entrato nella mia stanza di prepotenza, ma evito di dirgli il particolare sul reggiseno.
<<Aspetta...Io ancora non so perché quel giorno tu cercassi Mike>> dico con la curiosità di mesi fa che torna a farsi sentire.
<<Aveva perso una scommessa e mi doveva dei soldi, ma mi evitava e non voleva pagarmi>>
<<Tutto qui? >>
<<Che ti aspettavi?>> non lo so, eppure mi sembra una cosa così banale.
<<Grace sembrava non volesse dirmelo>>
<<Mia cugina sa che odio quando dice a qualcuno i cazzi miei, e quelli erano cazzi miei>> sospiro per il suo tono troppo brusco, odio quando parla così, soprattutto con quel tono irritato. Lui sembra accorgersene e con il pollice mi accarezza dolcemente la mano, come per chiedermi scusa. E' un gesto così carino che rimpiazza alla grande le scuse fatte a voce.
<<Posso farti una domanda Adam?>>
<<Anche due se vuoi>> scherza e alza velocemente la testa per sorridermi.
<<Perché non hai nessun tatuaggio?>>
Adam finisce prima di incidere la lettera S sul braccio di Tyler e poi risponde alla mia domanda.
<<É una domanda che mi fanno spesso>> mi sembra anche una cosa abbastanza naturale, essendo un tatuatore tutti lo immaginerebbero un tipo pieno di tatuaggi, lui invece è l'esatto opposto.
<<Non c'è una lunga spiegazione dietro, semplicemente non voglio macchiarmi la pelle con un tatuaggio insignificante. Non sto dicendo che i tatuaggi siano insignificanti, però vorrei trovare il tatuaggio perfetto prima di farmene uno. Ogni giorno qui viene gente che si fa tatuaggi senza motivo o per divertimento, essendo tatuatore non mi permetto di giudicare le loro scelte, ma è una cosa che io non farei mai>>
<<É una bella spiegazione>>
<<Mi fa piacere che ti piaccia>> Phyllis deve essere una ragazza davvero fortunata e felice con lui. Non lo conosco benissimo, ma da quel poco che ho visto sembra un bravo ragazzo. Il tatuaggio di Tyler dura meno del mio, giusto dieci minuti, appena Adam finisce bussano alla porta e poco dopo sulla soglia sbuca Phyllis.
<<C'è un cliente a telefono che ti vorrebbe parlare urgentemente>>
Adam annuisce, spegne la macchinetta e le mie orecchie hanno di nuovo tregua.
<<Torno subito. Intanto ti puoi rimettere la maglietta>> dice, poi si alza ed esce dalla stanza lasciando me e Tyler soli.
Lui si alza ma non va in direzione della maglia, viene verso di me. Mi fa uno strano effetto quando mi è vicino a torso nudo, volerlo toccare ma non poterlo fare. É quasi una tortura.
<<Non guardarmi così Cam>> mi dice Tyler accorgendosi che gli stavo fissando gli addominali.
<<Io non posso guardarti gli addominali ma tu puoi guardarmi le tette, giusto?>> mi metto a braccia incrociate ma subito mi pento del mio gesto, perché dietro sento ancora, dal collo in giù, tutto indolenzito.
<<Non è colpa mia se hai delle tette stupende>> trattengo il respiro quando Tyler fa un altro passo verso di me. Man mano che accorcia la distanza tra di noi mi sembra di sentire anche il fiato accorciarsi.
<<Sai perché mi ero arrabbiato sulla questione del reggiseno prima?>> scuoto la testa è lui sorride, ma non capisco perché.
<<Perché sono geloso che un altro ti guardi con addosso quel reggiseno, Il mio preferito>> Adesso è a un centimetro dalla mia faccia e il suo profumo mi invade le narici. Perché deve avere un profumo così dannatamente irresistibile? Il cuore probabilmente sarà andato a farsi benedire altrove perché io non lo sento più battere, o forse batte così forte che non me ne accorgo neanche. Mi mordo l'interno guancia.
<<Sai che diavolo mi è passato per la testa quando ti sei tolta la maglia e ho dovuto condividere quella stupenda visione con lui? >> io scuoto la testa morendo dalla voglia di sapere come continuerà la frase. Questa pausa prima che mi risponda è così intensa e frustante da togliermi il respiro. Ma è sempre così tra me e lui, intenso e frustante.
<<Mi sono trattenuto dallo sbattere via Adam...>> si avvicina ancora di più riuscendo a sentire il suo fiato caldo sulla faccia, se mi piegassi di poco le nostre labbra si toccherebbe.
<<Mi sono trattenuto dallo strapparti tutti i vestiti e farti mia su questo lettino, così che anche Adam sentendo quello che ti stavo facendo avrebbe provato invidia>> ho la gola secca. Lo voglio, voglio le stesse cose che vuole lui. Mi lascerei fare tutto da lui, e sapere che lo vuole anche lui non mi fa vergognare di pensare determinate. Mi posa una mano sul fianco e si sporge per far incontrare le nostre labbra. É un bacio leggero a stampo, niente lingua, perché entrambi sappiamo che se il bacio dovesse diventare più sensuale non riusciremo a fermarci, e adesso non è il momento e luogo adatto. Si stacca dalle mie labbra e si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi <<So che lo vuoi anche tu>> mi gira la testa. Stare troppo vicina a Tyler mi fa sempre provare strane sensazioni, specialmente se mi sussurra certe cose a torso nudo. Come se avesse capito che sta per arrivare Adam, Tyler si allontana da me e va ad infilarsi la maglia. Pochi secondi dopo ritorna sul serio Adam.
<<Scusate per l'attesa, dove eravamo rimasti?>> chiede sorridendo. Non credo di ricordarmi di cosa stessimo parlando prima che Tyler mi dicesse quelle cose, non credo di riuscire neanche a formulare una risposta, il mio cuore batte troppo forte e quella sensazione tra le gambe non vuole ancora alleviarsi, vedere Tyler che mi fissa con uno sguardo affamato sicuramente non aiuta. Abbasso la testa, so che Adam non può sapere cosa sia successo poco fa qui, ma mi sento come se lo sapesse.
<<Dovevi prescrivermi il nome della crema da applicare sul tatuaggio.>> risponde tranquillissimo mentre a me sembra di avere ancora il fiatone.
<<Ora ve lo scrivo>> Adam prende un pezzo di carta per scrivere il nome della crema, cerca un po' tra le mensole per trovare una penna. Nel frattempo, Tyler si riavvicina a me con le braccia incrociate.
<<Non si allevia il fastidio lì sotto vero?>> mi sussurra sporgendosi verso di me. Come fa a saperlo? Non rispondo ma abbasso la testa, che per me è come ammettere una cosa senza risposta, e a quanto pare lui lo ha capito.
<<Ci stai ancora pensando vero?>>
<<Si>> ammetto chiudendo gli occhi. Sento che avvolge un braccio intorno al mio collo per attirarmi a lui e scoccarmi un bacio in fronte. É un gesto che mi fa impazzire, forse più dei baci sul collo perché esprime tanto amore, anche se in questo caso lui non mi ama. Decido di non pensarci e godermi quel dolce gesto.
<<Trovata! >> annuncia Adam felice di aver trovato una penna. Scrive sul foglietto e ce lo porge. Poco dopo si dirige verso la porta seguito da me e Tyler, che prima di uscire mi palpa velocemente il sedere, sussulto per quel contatto ma non perché mi dà fastidio. Sa benissimo che così facendo mi fa solo impazzire il doppio.
Sto per prendere il borsellino ma Phyllis mi ferma.
<<Questo tatuaggio è offerto da noi>>
<<Posso pagarlo, non ho problemi>>
<<É il tuo primo tatuaggio, lascia che te l'offriamo noi. In più sei anche la prima persona che Tyler porta da noi quindi sei speciale>> spiega.
<<Questa cosa vale anche per me?>> chiede Tyler avanzando vero il bancone.
<<Assolutamente no>> dicono all'unisono Adam e Phyllis per poi iniziare a ridere.
<<Che ti sei fatto alla mano? >> Chiede Phyllis fissando le medicazioni sulla mano di Tyler. Non capisco perché le porti ancora visto che non credo ne abbia più bisogno. Lui ritrae subito la mano e la infila nella tasca dei jeans.
<<Mi sono scottato sui i fornelli della cucina>> butta una scusa che a quanto pare risulta pessima.
<<Da quanto cucini? >>
<<Da un po'>> risponde irritano, visto che non è un tipo che ama quando qualcuno gli porge delle domande sul suo conto, o su cose che gli riguardano.
<<Sei stato davvero impacciato se ti sei procurato una scottatura così grande da ricorrere a così tante medicazioni>> lo prende in giro Phyllis.
<<Tranquilla, riesco ancora a fare questo>> gli mostra il dito medio con la mano ferita.
<<Possiamo andare>> dice guardandomi negli occhi. Annuisco e dopo esserci salutati con Phyllis ed Adam, usciamo all'aria fresca.
Il tratto del negozio alla fermata del bus è immerso nel silenzio. Tyler cammina avanti a me con passo veloce. So che sta pensando anche lui a ciò che ha detto prima. Non è la prima volta che mi diceva una cosa del genere, ma non l'ha mai fatto in maniera così diretta. In genere mi faceva sempre capire quello che voleva girandoci perlopiù intorno, ma non me l'aveva detto mai chiaro e tondo come prima.
<<Tutto bene? >> si ferma di fronte a me con area preoccupata. Io non me ne accorgo subito e vado a sbattere contro il suo petto.
<<Si, perché?>>
<<Sei silenziosa, non è da te>> si nota davvero così tanto? Non voglio dirgli cosa stavo realmente pensando, e vedendo che ha ancora la mano ferita nella tasca dei jeans mi viene in mente un'ottima scusa.
<<Stavo solo sperando che non credo rimarranno cicatrici una volta tolte le medicazioni>> lui sembra crederci perché caccia la mano dalla tasca dei jeans per fissarla.
<<Non saprei dirti. Vorrei solo che non fosse successo>> So che si riferisci a quella sera, quella stessa sera in cui baciai Chad. Non credo di aver mai parlato con Tyler di quel bacio, ma forse è meglio così perché non è un bellissimo ricordo, soprattutto per le cose successe dopo. Annuisco e lo supero avviandomi alla fermata e lasciandolo dietro di me.
<<Cam, devo farti una domanda>> mi chiede da dietro e io sono costretta a voltarmi. Ti prego, fa che non mi chieda nulla di quella sera, perché non ho proprio voglia parlarne.
<<Quel bacio con Chad, di chi fu l'iniziativa?>> non lo so neanche io con esattezza. Successe perché stavo ballando con Chad solo per far arrabbiare Tyler, dopo che lui aveva baciato una ragazza proprio di fronte a me sapendo che mi avrebbe ferito. Forse, molto infondo al mio cuore, volevo davvero che Chad mi baciasse perché volevo una reazione da parte di Tyler. Solo che non mi aspettavo succedesse quello che è successo.
<<Non ricordo. É successo tempo fa>>
<<Lui ti piace?>>
<<Chad? No, dovresti saperlo>>
<<Si lo so, ma volevo esserne sicuro>> come siamo passati a parlare di Chad e di quella sera? Ammetto però che non mi dispiace poi così tanto di parlare con lui di quella sera, forse gli avrà tolto un sacco di dubbi. Se mi avrà fatto questa domanda significa che gli importa se mi piaccia Chad o meno, giusto? Sapere che forse la cosa lo ingelosisce dovrebbe rendermi felice, ma mi manda solo di più in confusione. Delle volte è geloso di me e sembra che gli importi, mentre delle altre volte mi tratta come se non gliene importasse. So di essere per lui solo una semplice amica, ma allora perché è così geloso? Non che mi dispiaccia, ma non fa che confondermi le idee.
<<Hai fame?>> mi chiede fermandosi vicino all'insegna dove stanno scritti gli orari dell'arrivo degli autobus. Il nostro dovrebbe arrivare tra pochi minuti. Vorrei rispondere di no, ma il mio stomaco che brontola dice tutt'altro.
<<Sarei dovuta andare a prendere qualcosa da mangiare con Grace solo che... >>
<<Per colpa mia ora sei rimasta digiuna>>
<<Non è colpa tua...Okay, è colpa tua>> scrolla le spalle e in quel preciso momento arriva il nostro autobus. Saliamo in silenzio e prendiamo posto alla fine del bus.
<<Dai piccola Cam, vieni a mangiare qualcosa con me, so che sei affamata>> Tutta la storia di Tyler e il tatuaggio mi hanno messo un gran fame.
<<Pensavo avessi speso la maggior parte dei soldi per pagarti il tatuaggio>>
<<Infatti. Solo che nel posto dove stiamo andando non avrò bisogno di pagare>>
Non faccio in tempo a chiedergli informazioni che il bus si ferma e Tyler mi trascina fuori.
<<É proprio dietro l'angolo>> mi informa tirandomi ancora per un braccio. Svoltiamo l'angolo e ci fermiamo di fronte una pizzeria. Leggo l'insegna. Pizzeria da Tony.
Mi sembra un nome troppo scontato. Entriamo e prendiamo subito due posti.
<<Se ricordo bene ti piace la pizza, giusto?>>
<<Ricordi bene>> sono felice che mangeremo la pizza, perché ne avevo proprio voglia. Mi guardo intorno per vedere l'arredamento. Non è un locale molto affollato, ma dal numero di persone che c'è immagino si mangi molto bene. Le pareti sono dipinte di un giallo spento e ricoperte di tantissime foto che raffigurano pizze di tutti i gusti e frasi Italiane. Quindi non è facile arrivare alla conclusione che...
<<É una pizzeria italiana>> affermo, come se fosse la cosa più scontata del mondo. Mi giro verso Tyler che mi stava già fissando.
<<Non era già abbastanza scontato dal nome?>> in effetti ha ragione lui.
<<Come conosci questo posto? Perché non me ne hai mai parlato prima? E perché poco fa hai detto che non hai bisogno di pagare?>>
<<Frena con le domande, stai parlando troppo veloce>> si passa una mano tra i capelli. In effetti gli ho fatto tre domande una dietro l'altra. Non so perché, ma vedere che per una volta l'ho fatto diventare io matto mi fa sorridere.
<<Il pizzaiolo è un mio amico. Aveva una pizzeria in Italia e si è trasferito in America sette anni fa aprendosi un ristorante anche qui>>
<<E il fatto che sia tuo amico ti assolve dal fatto che non devi pagare il conto?>>
<<Diciamo che gli ho fatto un grande favore e che è molto in debito con me>>
<<Che tipo di favore?>> Non risponde e dal suo sguardo mi passa la voglia di sapere la risposta. Tyler prende il telefono dalla tasca e inizia a usarlo. Non so cosa stia facendo, eppure ho paura che stia chattando con una ragazza. Non sapendo che fare prendo anche io il telefono dalla tasca scrivendo ad Alex, ma vedendo che la percentuale del mio telefono è molto bassa lo rimetto in tasca. Appoggio i gomiti sul tavolo e poggio il mento sui palmi della mano sbuffando. In quel momento sento il rumore di un click.
<<Mi hai appena fatto una foto?>> chiedo a Tyler che ha il telefono puntato verso di me. Non mi ero neanche resa conto che fosse puntato proprio davanti a me. Non risponde ma quando vede sul display la mia foto sorride.
<<Perché mi hai fatto una foto?>>
<<Eri davvero tenera in quella posizione e volevo immortalare il momento>>
<<Davvero?>>
<<No. La userò come arma contro di te per farti diventare la mia schiava personale >> mi prende in giro strappandomi un sorriso.
Veniamo interrotti da un ragazzo che si avvicina al nostro tavolo sorridente. Ha i capelli ricci e biondi, mi ricorda un po' l'acconciatura di Mike. Credo che si tratti dell'amico di cui mi ha parlato perché sembra illuminarsi appena vede Tyler.
<<Tyler, che bello rivederti>>Tyler si alza e si avvicina al ragazzo abbracciandolo.
Si scambiano qualche pacca sulla spalla e subito dopo l'attenzione si sposta su di me.
<<Ho le allucinazioni o hai davvero portato una ragazza qui con te>> non rispondiamo, visto che oggi non è la prima volta che qualcuno si sorprende del fatto che lui porti una ragazza da qualche parte. Lui però arriva a una conclusione affrettata.
<<É la tua ragazza?>> all'unisono diciamo di no e lui sembra perplesso.
<<Beh, allora è davvero strano. Comunque io sono Tony, il proprietario di questa pizzeria>>
<<Camryn>> rispondo curvando le labbra in un piccolo sorriso.
Io e Tyler ci risediamo e Tony prende le nostre ordinazioni.
<<Starei volentieri qui a parlare con entrambi, ma il mio turno di lavoro non è ancora finito>> ci sorride calorosamente e poi continua a parlare.
<<Devi sapere che il tuo amico mi fece un grande favore tempo fa. Stavamo a una festa e non facevo sesso ormai da mesi e Tyler riuscì a procurarmi una ragazza da...>>
<<Okay basta così Tony>> dice sorridendo, ma allo stesso tempo utilizza un tono tagliente che farebbe rabbrividire chiunque. Tony si zittisce e sparisce in cucina. Ecco qual era il misterioso favore. Inarco un sopracciglio e lui finge di guardare altrove e decide di cambiare argomento. Non discuto solo perché non voglio sapere il continuo della storia.
<<Che ne pensi di questo posto?>>
<<É davvero carino, mi piace l'arredamento>>
<<Si, ho notato che ti sei guardata intorno. É una cosa che fai spesso, guardi ogni dettaglio di ogni posto nuovo in cui ti trovi>> Non pensavo se ne fosse accorto, in realtà non è una cosa che faccio molto spesso, solo quando mi capita. Tipico di Tyler, non si fa sfuggire nulla.
<<Mi piace vedere l'arredamento di una casa o di un ristorante>>
<<Davvero? Non l'avrei mai detto>>
<<Da piccola vedevo sempre i cataloghi dell'Ikea con mia madre. Insieme adoravamo immaginare come un giorno avremmo potuto arredare casa mia. Era una cosa che ci metteva di buon umore>> ripensare a mia madre mi fa sentire la sua mancanza, mi chiedo cosa stia facendo in questo momento. Il cameriere porta le nostre pizze e iniziamo a mangiare.
Tyler posa il telefono sopra il tavolo e si alza dicendo di dover andare un attimo in bagno. Non porta il telefono con sé come pensavo facesse. Se gli darò una veloce sbirciata non se ne accorgerà. Ma che mi viene in mente? Sembro la sua ragazza. Non lo sono, e non devo comportarmi così. Quando sembra che io stia per cedere ritorna dal bagno.
Continuiamo a mangiare e nel frattempo parliamo del fatto che tra qualche settimana inizieranno gli esami e che ad entrambi, specialmente io, il timore che possano andare male si fa sentire. Mi sono preparata molto bene su ogni argomento, però ho sempre l'ansia che qualcosa possa non andare nel verso giusto. Ho pianificato tutto alla perfezione e quindi non posso permettere che qualcosa vada storto.
Finito di mangiare si riavvicina Tony al nostro tavolo.
<<Spero che sia stato tutto di vostro gradimento>>
<<É stato tutto davvero buono>> lui ci sorride felice del servizio soddisfacente. Ci alziamo e Tony ci accompagna all'uscita.
<<Spero di rivedervi presto. Mi fa sempre piacere vedere facce conosciute nel mio locale>> dopo averci salutato ritorna in cucina. Tyler si tasta le tasche dei jeans e poi sbuffa.
<<Cam ho dimenticato il telefono sul tavolo, me lo vai a prendere?>> se vuole che io recuperi il suo telefono significa che non ha nulla da nascondere e questa cosa mi rincuora. Mi avvio verso il nostro tavolo ma appena lo prendo inizia a squillare. La cosa che mi blocca è il nome sul display.
Charles Kade. Facendo due più due capisco subito che è suo padre. Tyler si avvicina e me lo strappa da mano. Mi afferra per il braccio e mi trascina fuori dalla pizzeria. Deve essersi accorto che ho letto il nome sul display. Sembra molto nervoso. Perché suo padre dovrebbe chiamarlo? Non pensavo che fossero ancora in contatto. Da quanto mi ha raccontato Tyler, lui odia a morte suo padre. Mi trascina un po' più lontano dalla pizzeria e poco dopo scaraventa il telefono lontanissimo.
<<Tyler ma che fai?! Il tuo telefono>>
<<Così forse quello stronzo non mi rintraccerà più>>
<<Ma di che stai parlando?>> Sono davvero confusa. Vedere Tyler così agitato e arrabbiato mi preoccupa. Forse non mi ha raccontato davvero tutto su suo padre.
Riprende fiato, non mi ero neanche accorta che fino a pochi secondi fa stesse trattenendo il fiato.
<<Era mio padre>>
<<Si, lo avevo capito. Sei arrabbiato?>>
<<Con te?>> annuisco. Sentivo di dovergli fare questa domanda. É così agitato che ho paura ce l'abbia con me per aver letto il nome sul display. Non l'ho fatto apposta, ma non potevo non far ricadere l'occhio.
<<No, non sono arrabbiato con te, ma con quello stronzo>> indica il punto dove poco fa ha scaraventato il telefono.
<<Vuoi parlarne?>> Probabilmente mi dirà di no, ma tanto vale provarci. Dopo aver ripreso fiato inizia a camminare verso la fermata del bus.
<<Si>> cerco di non mostrarmi molto sorpresa per il fatto che abbia accettato di parlarne con me.
<<Non sapevo ti sentissi ancora con lui>>
<<Non lo faccio, è lui che ogni santissima volta mi rintraccia, non so come. Ho provato a cambiare numero di telefono un sacco di volte, ma è tutto inutile>>
<<Che vuole da te?>>
<<Vedere me e Lydia>> Non ho mai né visto né conosciuto il padre di Tyler, ma sta di fatto che non mi piace per nulla. Non mi piace perché Tyler mi raccontò che lui si rifiutò di crescere Lydia dopo la morte di sua moglie, mentre ora sta cercando di rientrare nelle loro vite dopo esserne stato fuori per molto tempo. Non funziona così, non è giusto, Lydia è cresciuta senza avere un padre vicino. Anche se la cosa giusta da fare sarebbe dirgli la solita frase "Ma è pur sempre tuo padre" ora non mi sento di dire la cosa giusta. Se Tyler vuole continuare ad ignorarlo io non glielo impedirò.
Ci fermiamo davanti la fermata del bus aspettando che arrivi. Ho preso più bus oggi che in tutta la mia vita. Spero che lui torvi un'alternativa ai bus perché così è davvero sfiancante.
<<Io non voglio che si riavvicini a Lydia. Lei non merita un padre così>>
<<Non lo meritavi nemmeno tu>>
<<Io ho potuto sopportare anni di dolori e grida, lei non lo sopporterebbe. Lui non è buono a fare il padre e Lydia non è pronta per essere abbandonata di nuovo>> quei pensieri legati al passato devono aver fatto rinascere in lui la rabbia.
<<Io non posso dire di capirti, ma posso dire che dovresti fare la cosa giusta per bene di Lydia>>
<<Qual è la cosa giusta Cam?!>> alza la voce facendo un passo verso di me, e a me sembra che l'aria si sia fatta più fredda.
<<Non c'è una scelta giusta, posso solo continuare ad ignorarlo e riempire Lydia di bugie sul perché lei non abbia un padre>> continua a gridarmi contro. So che reagisce così per colpa della rabbia, ma il fatto che mi urli contro fa sempre male.
<<Scusa, non volevo alzare la voce su di te>> dice con la faccia rossa.
<<Hai ragione, non ci sono scelte giuste da fare. Neanche io saprei cosa fare in una situazione del genere, però se non vuoi pensare a tuo bene pensa al bene di Lydia. Se non vuoi coinvolgere lei sei libero di farlo...Ma tu dovresti andare a parlare con tuo padre e cercare di trovare un punto in comune>>
<<Pensi che non ci abbia già pensato? So già come finirà, non mi ascolterà neanche, mi urlerà ancora contro come faceva quando ero un bambino>> si appoggia al palo della luce e si siede sul marciapiede, come se si fosse arreso a questa idea.
<<Probabilmente ti urlerà contro, peccato che adesso c'è una piccola differenza>> Tyler alza la testa per guardarmi.
<<Quale piccola differenza?>>
<<Che adesso non sei più un bambino>>
Sentiamo lo stridio delle ruote che strisciano sull'asfalto e appena arriva il bus saliamo. Rimaniamo in silenzio fino all'arrivo.

-HI Guys, volevo dirvi che il tatuaggio è esattamente quello che vedete in foto ma per quanto riguarda il fiocco rosso non ho potuto fare nulla per aggiungerlo quindi immaginate che ci sia 😅❤️
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Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora