Capitolo 56

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CAMRYN
Pensavo che non sarei mai sopravvissuta alle due estenuanti ore di letteratura inglese finché l'insegnante non finisce la spiegazione e ci augura un buon proseguimento di giornata.
È stato difficile non distrarsi e non lasciar vagare i pensieri su qualcosa che non siano i noiosissimi autori ormai deceduti, la mia mente continuava a vagare sempre e solo su un'unica figura finché non ho ripetuto in mente più di una volta qual è il mio obbiettivo, andare benissimo in ogni corso, mi sono ripromessa che niente e nessuno sarà d'intralcio al mio obbiettivo. Per quanto difficile possa essere non ho voglia di arrendermi.
Appena esco dall'aula vengo accolta dalla mia compagna di stanza che mi viene in contro con il telefono premuto sull'orecchio, dal suo sguardo capisco che non si tratta di nulla di buono. É accigliata e ha l'affanno come se avesse corso.
Mi sistemo lo zaino in spalle e quando mi avvicino Grace alza un dito all'altezza della mia bocca per zittirmi prima che io possa parlare, anche se non avevo intenzione di dire nulla.
<<Dio...Chad digli che appena vengo lo uccido>> sbuffa Grace alzando un braccio al cielo. Io mi limito solo a guardarla in silenzio chiedendomi cosa stia succedendo.
Annuisce e poi stacca la chiamata.
<<Credo che il nostro caffè debba essere rimandato>> affermo capendo che è sicuramente successo qualcosa di brutto. Lei tira un sospiro confermando quello che ho appena detto.
Dopo lezione avevamo deciso che ci saremo viste per prendere un caffè e fare quattro chiacchiere, ma non ci vuole un genio per capire che è successo qualcosa e che il nostro piano è saltato.
<<È successa una cosa che riguarda Chad e Tyler>> l'ansia mi assale in un batter d'occhio.
<<Cos'è successo?>>
<<Vieni con me. Ti spiego mentre andiamo alla centrale di polizia>> mi fa cenno di seguirla e si avvia fuori dall'edificio mentre io dopo aver formulato le sue parole la seguo. Centrale di polizia? Sarà stato sicuramente Tyler a fare qualche guaio. Dovrei fregarmene, in fondo si è comportato da stronzo... Ma non riesco a rimanere indifferente e a fregarmene, sono preoccupatissima e il fatto che io mi stia mangiando le unghie non lo nasconde. Non me le mangio mai a meno che l'ansia non sia forte e non sappia come sfogarla, pensavo di aver perso quest'abitudine, ma a quanto pare ora è ritornata.
<<Prendiamo la tua macchina?>>
Grace annuisce. Arrivati nel parcheggio ci fermiamo davanti una Ford colorata di un rosso acceso.
Apre la macchiane e quando mi siedo al posto del passeggero vengo accolta da un profumo forte, ma non è quello di Grace, è il profumo di Alex.
<<Non sei mei salita nella mia macchina vero?>> nego con la testa e mi infilo la cintura di sicurezza. Adesso che ci penso non ho neanche mai visto la macchina di Grace. Ricordo che iniziai a pensare che non ce l'avesse proprio una macchina tutta sua.
<<Non la uso mai, in genere era sempre Mike a darmi un passaggio con la sua macchina>> rimaniamo qualche secondo in silenzio. Dopo quell'accaduto Grace non smise più di scusarsi per avermi messo in quella situazione così scomoda, promettemmo che non avremo mai più neanche nominato il suo ex. Lei abbassa la testa guardandosi le gambe e stringendo il volante. É una cosa che fa anche Tyler, quindi posso immaginare cosa stia provando in questo momento. Decido di cambiare discorso.
<<Buono quest'odore>> Alza la testa imbarazzata.
<<Beh...Insomma pochi giorni fa è venuto in macchina e...>>
<<Tranquilla>> la blocco prima che continui la frase, la sento tirare un sospiro di sollievo per non dover più continuare quello che stava per dire. Non ha bisogno di giustificarsi, Alex è il suo ragazzo ed è normale che passino del tempo insieme. Anche soli in macchina. Il fatto che sia il mio migliore amico non voglio sia una cosa che la mette a disagio. Grace parte ed usciamo dal parcheggio uscendo dal Campus.
<<Adesso mi racconti cos'è successo?>> sistema lo specchietto retrovisore per poi iniziare a parlare.
<<Poco prima che uscissi dall'aula ho ricevuto una chiamata da Chad, sembrava piuttosto stanco. Mi ha domandato se fossi libera e poi mi ha chiesto un favore. Mi ha domandato se fossi disponibile per venire a prendere sia lui che Tyler alla centrale di polizia. Quando ho chiesto delle spiegazioni Chad è stato molto veloce a raccontarmi com'è andata, ha tralasciato molti dettagli>>
Sono ansiosa di sapere in che guaio si siano cacciati, e non è una leggera ansia, sto morendo d'ansia, ho paura che possano averla fatta davvero grossa. Continuo in silenzio a sentire Grace che mi racconta tutto quello che ha detto Chad per telefono.
<<Praticamente ieri sera sono andati a una festa e Tyler deve aver bevuto parecchio. Ha insistito per mettersi alla guida e alla fine li ha fermati la polizia>>
Si ferma qualche secondo e si gira a guardarmi. É molto tesa anche lei, si vede benissimo.
<<Hanno ritirato la patente a Tyler>> afferma alla fine e allunga il collo in avanti come per indicarmi qualcosa dietro di me. Mi volto e vedo che siamo arrivati davanti la centrale di polizia.
<<Questo è quello che mi ha raccontato. Ora entriamo e vediamo come sistemare questa situazione>> Scende veloce dalla macchina seguita subito dopo da me. Grace subito entra, mentre io rimango qualche secondo fuori a fissare l'entrata.
Gli hanno confiscato la patente, perché si è messo alla guida ubriaco di sera tardi? Non capisco perché in questo momento io provi questa sensazione d'ansia. Credo che io abbia paura di vederlo dietro le sbarre, o forse ho ansia nel vederlo e basta dopo la nostra discussione in biblioteca, è questo che mi spaventa. Respiro profondamente ed entro.
In tutta la centrale di polizia riecheggia il profumo nauseante di disinfettante e di vari detersivi, non proprio il profumo che immaginavo di sentire qui.
Quando raggiungo Grace la vedo parlare con un poliziotto, uno di quei poliziotti grassi seduti dietro al bancone a non fare nulla. Scambiano qualche parola finché non smettono di parlare quando vedono che dal corridoio alla mia sinistra appare Chad. Ha l'aria stanca, sembra aver passato la notte in bianco e le occhiaie sotto ai suoi occhi affermano la mia ipotesi.
<<Grazie al cielo sei venuta>> sospira avvicinandosi a Grace e stringendola in un abbraccio. Grace gli accarezza la schiena.
<<Ho fatto il prima possibile>>
Quando si staccano dall'abbraccio Chad guarda dalla mia parte e per qualche secondo rimane spiazzato nel vedermi.
<<Ciao Cam>> alza la mano per salutare e io imito il suo gesto abbozzando un sorriso.
<<Stava con me quando mi hai chiamato>> spiega velocemente Grace.
<<Nessun problema, sarà meglio che questa storia finisca il prima possibile>> Chad si porta una mano tra i capelli e si gira ripercorrendo il corridoio da dove prima è venuto, Grace e io lo seguiamo in silenzio, anche perché ora non ho una gran voglia di parlare.
Il corridoio sembra infinito e per ogni interminabile secondo che passa non riesco a non pensare a nient'altro che non sia il fatto che tra un po' lo rivedrò, e forse dietro le sbarre.
<<Mi hai sentito coglione?>> appena sento la sua voce mi ritrovo ad affrettare il passo finendo per superare addirittura Chad che si trovava quasi alla fine del corridoio. La prima cosa che vedo è lui con i capelli spettinati e un sorriso amaro sulla bocca che scompare appena mi vede.
Si alza dalla panchina e mi viene in contro ma non mi sfiora né mi abbraccia perché a dividerci ci sono le sbarre. Ha le mani ammanettate dietro la schiena. Non riesco ad interpretare se il suo sia uno sguardo arrabbiato o di serenità nell'avermi visto. So che sono due espressioni del tutto diverse, però in questo momento il suo sguardo sembra un misto tra le due cose
<<Cam...Cosa ci fai qui?>>
<<Io...Chad ha chiamato Grace e sono venuta di corsa qui con lei>> non so se ha molto senso quello che ho detto, probabilmente non mi ha neanche capito. Mi giro e Chad si avvicina a me poggiandomi una mano sulla spalla.
<<Io ti ammazzo, per una volta potresti non metterti nei guai?!>> ci supera Grace gridando a Tyler e lui fa un passo indietro per il suo tono alto. Poi si ricorda che a dividerli ci sono le sbatte e si ricompone.
<<Liberatemi prima, poi avrai tutto il tempo per ammazzarmi>> ridacchia e questo non fa che aumentare la rabbia di Grace che alza le braccia al cielo imprecando. Sembra una mamma che si arrabbia con suo figlio che fa i capricci e non ascolta.
<<Perché te la stavi prendendo con il poliziotto?>> chiede Chad.
<<È da mezz'ora che gli chiedo un po' d'acqua ma quel coglione fa finta di non sentirmi. Sto morendo di sete>> non mi ero neanche resa conto che all'angolo di questa stanza ci fosse un poliziotto che faceva la guardia a Tyler.
<<Come posso essere d'aiuto?>> Grace fa grandi respiri per sfumare la rabbia.
<<Dovresti firmare alcune carte. Io ci ho provato ma serve la firma di un familiare>> mentre Chad continua a parlare con Grace si allontanano da Tyler per avvicinarsi al poliziotto. Io li seguo ma Tyler mi chiama.
<<Cam aspetta, potresti avvicinarti?>> non mi giro subito e non capisco perché io abbia un momento di esitazione. Sono ancora arrabbiata per la questione di Neil? Credo che la rabbia sia sfumata dal momento in cui l'ho lasciato solo nella biblioteca. Ricordo che in quel momento avrei voluto tornare indietro, però un filo d'orgoglio mi fermò dal tornare da lui. Tiro un lungo respiro e mi giro avvicinandomi a lui. Tyler si avvicina il più possibile e poggia la testa su una sbarra. Rimaniamo in silenzio e per tutto il tempo mi concentro sui suoi capelli spettinati, muoio dalla voglia di passarci una mano in mezzo per sistemarli.
<<Ho fatto una cazzata>> dice a bassa voce, e dal suo tono mi sembra di capire che si è pentito.
<<Almeno ne sei consapevole>>
<<Mi hanno ritirato la patente>>
Abbassa la testa e tira su col naso se non lo conoscessi direi che a momenti potrebbe mettersi a piangere.
<<Non ti metterai a piangere?>>
<<Cosa? No. Ho passato la notte qui e di sera fa un freddo cane, avrò preso il raffreddore>> tira ancora su col naso e alza lo sguardo per guardarmi negli occhi. Sono così verdi, sembra passata una vita dall'ultima volta che mi sono incantata a guardarlo fisso negli occhi. Maledette iridi color verde smeraldo.
<<Sei ancora arrabbiata con me? Per quella storia?>>
<<Sono più arrabbiata per la cavolata che hai fatto ora>>
<<Certo che mi riesce proprio bene farti arrabbiare con le mie cazzate eh?>> so che il suo intento era sdrammatizzare per strapparmi un sorriso, ma gli è uscito male perché non riesce neanche a farmi uscire un mezzo sorriso.
<<Perché l'hai fatto? Perché hai guidato da ubriaco?>>
<<Non vedo l'ora di uscire da questo posto>>
<<Tyler? Mi hai sentito?>> so che sta cercando di evitare la mia domanda ma non farò finta di niente, voglio che me lo dica.
<<Tyler...>>
<<Ti ho sentito>> sbuffa staccando la fronte dalla sbarra e allontanandosi da me dandomi le spalle.
<<L'ho fatto perché volevo venire da te, ero mezzo ubriaco e confuso e volevo venire da te per dirti che non volevo fossi arrabbiata con me solo perché la cazzata che ho fatto l'ho fatta per proteggerti>>
<<Tyler, girati>> non voglio che mi dia le spalle voglio che me lo dica guardandomi negli occhi.
Si gira e si riavvicina a me.
Mi perdo per qualche secondo nei suoi occhi e prima che io gli dica che voglio sentirmelo dire in faccia vengo bloccata dalla mano del poliziotto che mi riporta alla realtà, mi fa spostare di lato e dalla sua cintura stacca un mazzo di chiavi per aprire la cella.
Entra e libera Tyler dalle manette, finalmente è libero. Grace si trattiene fino all'uscita prima di sfogare la sua rabbia contro di lui.
Si gira e gli molla uno schiaffo così forte che Tyler gira la faccio di lato.
<<Me lo sono meritato>> si massaggia la guancia arrossata.
<<Te lo sei meritato eccome! Non posso sempre farti da sorella maggiore e toglierti dai guai>>
Io e Chad rimaniamo fermi a guardare Grace sfogare la rabbia contro suo cugino. Nessuno dei due ha intenzione, o solo prova, a fermarla.
<<Perché avete passato la notte in centrale?>> gli chiedo non staccando gli occhi da loro due.
<<Inizialmente non dovevamo passare l'intera notte, ma Tyler ha iniziato a fare e dire stronzate e quindi è stato portato in centrale. Non potevo lasciarlo lì da solo e sono rimasto con lui>>
<<Non potevi chiamare Grace? sarebbe venuta di corsa e vi sareste risparmiati di passare un'intera notte qui>>
<<Certo potevo farlo, ma Tyler continuava a fare battute di cattivo gusto sulle guardie, e così ha mandato a monte ogni possibilità che ci lasciassero usare i loro telefoni. Solo stamattina mi hanno lasciato fare una telefonata>>
<<Mi spiace che tu abbia passato la notte in centrale per colpa sua>> Chad abbassa la testa e si gira dalla mia parte.
<<Tranquilla. Io ho dormito in maniera più comoda di lui. E soprattutto ho avuto tutti i bicchieri d'acqua che volevo>> iniziamo entrambi a ridere e sono costretta a portarmi una mano sulla bocca per smettere perché non è un buon momento per ridere. Non è una frase così divertente e probabilmente non vorrei neanche ridere, ma la mia è una risata nervosa e credo anche quella di Chad.
<<Andiamocene subito da qui>> tutti ci avviamo verso la macchina ma Tyler rimane fermo.
<<Io ho da fare>>
<<Cosa? Tyler sai che non puoi andare da nessuna parte senza macchina, e guarda un po' ti hanno ritirato la patente e non puoi guidare, quindi sali in macchina>>
Tyler mi guarda per qualche secondo e poi subito sposta lo sguardo verso Grace. Anche se per poco, mi sembra che il mio cuore si sia fermato per una frazione di secondo. Guardo Chad e lo vedo con le braccia incrociate con un'aria divertita. Sa benissimo che Grace non lo convincerà mai, sono proprio curiosa di sapere in questo momento dove debba andare così di fretta.
<<Più avanti c'è la fermata del bus prenderò quello>>
<<Allora ci andrai da solo perché noi ce ne andiamo>>
<<Ti sbagli>> sposta ancora lo sguardo verso di me ma questa volta rimane fisso a guardarmi.
<<Io e Cam abbiamo un appuntamento>> sento che l'aria si spezza nei miei polmoni e avverto lo sguardo dei miei amici addosso a me. Come se io sapessi di cosa stesse parlando, appuntamento? Non abbiamo nessun appuntamento. Se ci fosse stato anche un solo minimo accenno di appuntamento con Tyler me lo sarei ricordato, ma non mi viene nulla in mente.
<<Io non...>> dico ma non riesco a non guardare Tyler che inizia ad avanzare verso di me.
<<Cam di che appuntamento parla?>> chiede Chad sorpreso che l'amico possa avere un appuntamento, io nego solo con la testa essendo la prima a non sapere nulla. Sarà sicuramente una stupida scusa per tirarsi fuori da questa storia ed evitare la ramanzina di Grace.
<<Tyler fa quello che ti pare...Cam vuoi andare con lui o no?>> mi chiede Grace. No, non voglio andare con lui perché sono arrabbiata. Perché lo penso se so benissimo che non è la verità è mi ritrovo ad annuire? Grace non dice nulla. Annuisce capendo che voglio andare con lui. Si gira e insieme a Chad si avviano verso la macchina. Rimaniamo in silenzio mentre li vediamo salire in macchina.
<<Di che appuntamento parli?>> chiedo spostando lo sguardo sulla macchina di Grace che ripercorre la strada verso il campus. Tyler mi porge il braccio destro e mi mostra i tatuaggi. Ancora non capisco quello che vuole dire.
<<Se me lo dici facciamo prima>>
<<Avevamo un appuntamento dal tatuatore ricordi?>> in quel preciso istante i ricordi mi passano davanti agli occhi in maniera veloce. Stavamo in cucina a casa sua e mentre stavo guardavo i tatuaggi mi chiese se avessi voluto anche io un tatuaggio, non ricordo come ma accettai. Non me l'ero del tutto dimenticato, ma da quanto abbiamo discusso in biblioteca, alcuni giorni fa, ho cercato di tenermi alla larga dai ricordi su di lui e automaticamente non mi sono soffermata su quel dettaglio. Sta di fatto che non lo considero un appuntamento.
<<Non pensavo la prendessi sul serio>>
<<Invece la prendo molto sul serio, abbiamo fatto una promessa e non puoi ritirarti>>
Sto per ribattere ma in quel momento un'auto della polizia sterza e si ferma poco lontana da noi. La sirena della macchina si ferma e dal veicolo scende un poliziotto che dal sedile posteriore fa scendere un uomo tenendolo fermo per le manette.
Non è molto alto, ha i capelli rasati e una cicatrice sul collo, le sue braccia sono ricoperti di tatuaggi che raffigurano immagini volgari. Prima che il poliziotto lo porti dentro la centrale l'uomo si gira a guardarmi e mi sorride, ma il suo è un sorriso amaro.
Quando riconosco quel sorriso e quella cicatrice crollo con le ginocchia a terra, peccato che io me ne renda conto solo perché Tyler mi afferra per i fianchi prima che io tocchi del tutto il terreno.
Mi fa male la testa e voglio sdraiarmi, ma Tyler si siede a terra e mi fa poggiare la testa sulle sue gambe, sta dicendo qualcosa ma non voglio sentirlo.
Mi sento la testa pesante e respirare sta diventando davvero difficile, così tanto che faccio lunghi respiri ma l'aria non riesce ad arrivare fino ai polmoni. Entra nella gola e scompare, sembra di essere in una bolla.
Sdraiarmi non migliora le cose e Tyler sembra accorgersene perché mi costringe ad alzarmi e mi prende la faccia con le mani costringendomi a guardarlo.
<<Cam...Vieni...Coraggio>> riesco a capire solo alcune parole poi si piega sulle ginocchia e mi prende in braccio. Mi appoggio con la testa al suo petto e quando chiudo gli occhi una lacrima mi riga il viso, non mi ero neanche resa conto che stessi piangendo, forse non era neanche mia intenzione piangere ma non capisco cosa mia stia succedendo. Sono nel panico.
Sento Tyler che all'improvviso si siede su una panchina vicino la centrale facendo sedere me in braccio a lui. Mi da un bacio sulla fronte e mi stringe tra le sue braccia riuscendo finalmente a farmi calmare.
<<Cosa mi è successo?>> chiedo notando che riesco a respirare normalmente. Sono sudata e quando mi tocco la fronte scopro essere bagnata.
<<Hai avuto un attacco di panico>> Tyler appoggia il mento sulla mia testa e lì capisco perché sembrava avere la situazione sotto controllo, non sembrava nel panico come me, sapeva esattamente cosa fare.
<<Tranquilla adesso stai bene, se hai la sensazione che non ti sia ripresa del tutto pensa a un ricordo felice, o a qualcuno che ti fa stare bene, nella maggior parte dei casi funziona>> sposta il mento dalla mia testa e io lo guardo negli occhi. Non riesco a immaginare nessuno che non sia lui. Stare qui fra le sue braccia mi fa stare bene. Penso intensamente a questo momento, io in braccio a lui che lo abbraccio e il suo profumo che mi avvolge, poco dopo mi sento molto meglio.
Non avevo mai avuto un attacco di panico in tutta la mia vita e, se si può dire, da un lato sono felice mia sia capitato con lui perché forse con un'altra persona meno inesperta non mi sarebbe passato tanto velocemente. Credo che siano stati i minuti più lunghi della mia vita, e pensare che Tyler da piccolo ne avrà avuti molti di questi attacchi di panico. Forse è questo che succede quando non sai controllare tutte le tue emozioni in un singolo momento, esplodi e il tuo corpo non capisce nulla finendo in questo stato di confusione.
<<Stai tremendo>> mi fa avvicinare di più a lui e stringe l'abbraccio, ma non mi fa male.
<<Ho avuto paura>>> ammetto.
<<Lo so è terribile, ma adesso è passato>> so che vorrebbe chiedermi il motivo del mio attacco di panico, ma non lo fa e gliene sono eternamente grata. Vorrei fare una foto di questo momento e conservarlo così nei momenti più difficili potrei ricordarmi che questo momento, per quanto fosse stato duro, io ero in pace e tranquilla tra le sue braccia.
<<Ce la fai a camminare?>>
<<Si, spero>> dopo quello che ha passato il mio corpo ho paura che le mie gambe potrebbero crollare. Gambe non abbandonatemi in questo momento, ripeto nella mia mente.
<<Se non ce la fai ti prendo in braccio>> sorride facendo sorridere anche me e so che anche se sembra una battuta era del tutto sincero.
Mi sposto dalle sue gambe e quando mi alzo sento le mie gambe molli, ma non cado. Riesco a tenermi in piedi e Tyler mi posa una mano sulla spalla.
<<Vieni>> camminiamo verso la fermata dell'autobus e aspettiamo che arrivi.
<<Sei bianca come il latte>> mi pizzica le guance e mi dà uno schiaffetto in fronte.
<<Adesso hai ripreso il tuo colorito roseo>> sorride soddisfatto premendo il dito sul mio naso come se fosse un pulsante.
<<Mi avrai lasciato i segni dei pizzicotti>>
<<Lasciami vedere>> finge di scrutarmi il viso e poi annuisce.
Vedo da lontano l'autobus e quando si ferma di fronte a noi saliamo e prendiamo i posti all'ultima fila. Non è molto pieno l'autobus ma le persone qui non sembrano avere una bella faccia. Tyler mi fa sedere sul lato del finestrino mentre lui si siede al lato di fuori guardandosi in torno come un poliziotto che scruta il luogo per assicurarsi che non ci siano pericoli.
<<Dovrò chiamare il mio amico e annullare l'appuntamento per il tatuaggio. Inventerò una scusa>>
<<No, andiamo>>
<<Sicura? È il tuo prima tatuaggio dovresti stare in gran forma>>
<<Niente storie, voglio farmi un tatuaggio. E poi ora sto alla grande>> lui riposa il telefono in tasca e mi sorride.
<<Prima devo passare per il mio appartamento e prendere alcune cose>>
<<Va bene>> guardo fuori dal finestrino e poco dopo sento che mi afferra la mano e mi accarezza il dorso con il pollice.
<<Sai già cosa farti?>>
<<Ho una mezz'idea>>
<<Speriamo che sia una mezz'idea davvero buona>> anche se non mi giro lo immagino sorridere e non posso che farlo anche io dimenticando quasi l'accaduto di prima.

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Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora