Capitolo 1

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La mia sveglia sta suonando da un tempo ormai indefinito.
Ricordo di essermi svegliata prima che suonasse o forse non ho mai neanche chiuso occhio, per quanto mi stia infastidendo quel rumore molesto non ho voglia di alzarmi e andarla a spegnere.
Tanto da lì a poco mia madre sarebbe arrivata a buttarmi giù dal letto come fa ormai da 18 anni.
Oggi è il giorno in cui cambierà qualcosa nella mia mia vita.
Andrò al College ed è uno dei motivi del perché la mia testa è piena di pensieri.
A farmi distrarre da tutti quei pensieri è mia madre che senza neanche bussare entra nella mia stanza, da quando ho memoria non ha mai bussato quando si trattava di entrare nella mia stanza, è una delle cose che mi fa infuriare di lei.
In un'altra occasione mi sarei sicuramente arrabbiata, ma non adesso, il mio corpo è sul letto ma la mia testa è altrove.
<<Insomma hai visto che ore sono Camryn?!>>.
Usa il mio nome completo quando è arrabbiata e dal suo tono di voce si capisce che lo è parecchio.
Non ricevendo nessuna risposta apre le tende della finestra facendo entrate la luce del sole Californiano che mi costringere ad alzare la testa dal cuscino, rimango però seduta sul bordo del letto con le ginocchia piegate sul petto, anche se fuori c'è il sole sento comunque freddo.
<< Alex sarà qui tra mezz'ora e tu non sei ancora pronta, io non ho intenzione di farlo aspettare quindi muovi il sedere e preparati!>> dice in tono autoritario e prima di andarsene si ferma davanti alla porta facendomi capire che non ha finito di parlare.
<<Ti voglio pronta entro 10 minuti>> aggiunge e se ne va senza chiudere la porta alle sue spalle. Tiro un sospiro e mi alzo dal letto. Non è mai così nervosa di mattina, forse questo suo malumore è dovuto alla mia partenza, non è abituata a non vedermi per così tanto tempo e so che questa distanza peserà parecchio. Alex è il mio migliore amico da quando ne ho memoria ed è stato meraviglioso sapere che avremmo frequentato anche lo stesso college.
Mi lavo velocemente e mi spazzolo i miei capelli color nocciola. Mi infilo dei jeans neri con una semplice maglia bianca e sopra una felpa rossa. Mi trucco velocemente per nascondere le mie orrende occhiaie e, anche se in breve tempo, il risultato finale mi piace.
Prendo le valige e scendo in fretta le scale. Arrivo nel salone dove trovo mia madre che sta parlando animatamente con Alex, ma smettono quando si accorgono della mia presenza.
Vengo accolta dal mio migliore amico con un dolce sorriso che mi mette di buon umore. Adesso che lui è qui al mio fianco mi sento più tranquilla.
<< Finalmente la dormigliona è sveglia>> esclama venendomi ad abbracciare.
Dopo che Alex ha salutato mia madre prende le valigie e le carica in macchina per lasciare me e mia madre da sole a salutarci.
<< Ma guardati, sembrava ieri quando ti accompagnavo a scuola con il tuo peluche che portavi sempre con te>>. Dice sorridendo e quel ricordo le fa riempire gli occhi di lacrime.
Mia madre è sempre stata una donna molto forte, e anche se spesso è severa con me so che lo fa per farmi capire i miei errori. Ma tralasciando la sua severità è sempre stata come una sorella e una mia migliore amica per me. Mi sono sempre sentita libera di poterle parlare di tutto senza sentirmi giudicata.
<<Mamma ti chiamerò ogni giorno>> le poggio una mano sulla spalla per rassicurarla. Lei si asciuga le lacrime e mi sorride con le labbra che le tremano.
<<Lui ne sarebbe orgoglioso>> mi sussurra prendendomi le mani e stringendole.
Respiro profondamente per alleviare il peso al petto. Non voglio che si apra adesso quel discorso, anche perché mi ritroverei anche io in lacrime e non voglio farlo ora che dovrebbe essere un momento felice.
<< Adesso vai che vi aspetta un lungo viaggio>> mi abbraccia forte facendomi sentire il suo buon profumo e mi dà un bacio sulla guancia.
<< Non si preoccupi signora Mitchell baderò io a Cam>> grida da lontano Alex mentre io mi dirigo verso la macchina.
Vedo mia madre che ci saluta dall'ingresso di casa e man mano che ci allontaniamo diventa sempre più piccola e lontana fino a scomparire.

Il viaggio è durato più del previsto. Abbiamo fatto un sacco di soste, avendo deciso di prendercela con calma non avevamo motivo di correre in autostrada. Abbiamo riascoltato almeno tre volte la playlist di Alex con le nostre canzoni preferite, ma cantarle di nuovo è stato lo stesso divertente e soprattutto un modo per smorzare l'ansia.
Ammetto che mi mancheranno molto le strade di San Diego, mia madre, e anche il bar alla fine della strada di casa dove facevo colazione quasi tutte le mattine prima di andare a scuola.
Quando arriviamo al college realizzo davvero che sono qui e che la mia vita sta per cambiare definitivamente. Conoscerò persone nuove, studierò materie nuove e da quanto si dice la vita qui non è poi così noiosa, anche se nono voglio farmi distrarre dalle feste notturne e rischiare di saltare il giorno dopo le lezioni.
In questo momento provo un miscuglio di emozioni, naturalmente sono felice di vivere quest'esperienza con il mio migliore amico, ma sono anche molto tesa perché ho studiato tutto l'anno per essere ammessa a questo college e adesso che sono entrata ho paura di non riuscire a dare il meglio di me, ed è questa la cosa che più mi spaventa. A ogni passo sento le gambe farsi sempre più molli e temo che a momento potrebbero cedermi.
Alex mi mette una mano sulla spalla risvegliandomi dai miei pensieri e mi invita ad entrare. É enorme questo campus, infatti, all'inizio Alex ed io facciamo fatica ad orientarci, ma chiedendo alcune indicazioni riusciamo a trovare la strada per i dormitori scoprendo che quelli maschili e femminili sono divisi, per fortuna.
Una volta assegnate le camere io vado al mio dormitorio che si trova al 2ºpiano, stanza 24B, mentre Alex va al dormitorio maschile. Ci diamo appuntamento fuori il dormitorio femminile una volta finito di sistemare le nostre cose.
Sono un po' tesa di conoscere la mia compagna di stanza, spero che sia tranquilla e così non mi distrarrà mentre studio, o ancora meglio, possiamo studiare insieme. Vorrei che fosse anche essere gentile e simpatica ma forse sto chiedendo troppo.
Arrivata davanti alla porta sento di nuovo le gambe molli.
Faccio un respiro profondo e infilo la chiave nella serratura notando che la porta è già aperta. La apro lentamente.
<<Salve>> dico entrando e guardandomi intorno.
Nella stanza non c'è nessuno, eppure ero sicura che non mi avessero assegnato una stanza senza una compagna. Non so se essere sollevata o delusa.
Mi guardo intorno per osservare la stanza, non è molto grande ma neanche piccola, appoggio le valigie a terra e rilasso le spalle tese.
Ci sono due letti singoli sulla parete destra in modo orizzontale uno di fianco all'atro e a dividerli c'è un comodino con una piccola lampada gialla. C'è anche una scrivania con sopra la Tv, ma dall'aspetto malandato dubito funzioni, e di fianco un armadio di legno dipinto di grigio. A sinistra una porta di legno dipinta di bianco dove suppongo ci sia il bagno.
<<Un attimo!>> grida qualcuno dal bagno, alcuni secondo dopo esce una ragazza con i capelli nerissimi un piercing sul naso.
Allunga il braccio e stringe la mia mano sorridendo.
<<Ciao io sono Grace la tua compagna di stanza, tu sei?>> Dice stringendomi ancora la mano, quando si accorge che la sta ancora stringendo la lascia andare. Ha gli occhi di un azzurro bellissimo, creano uno strano contrasto con i suoi capelli neri che però mi piace parecchio.
<< Camryn Clark >> Dico ricambiando quel sorriso che è ancora stampato sulla sua faccia, anche se il mio sorriso non è così caloroso come il suo.
<<Da oggi questa sarà la tua camera e quello il tuo letto>> mi indica il primo letto sulla parete. Ha un piercing sulla lingua. Penso subito che deve averle fatto molto male farsi un piercing li.
Da bambina volevo farmi un piercing sul naso ma mia madre non me l'ha mai permesso affermando che un giorno potrei pentirmene, non mi permette di farlo neanche adesso che ho 18 anni, anche se me lo permettesse sento che non lo farei.
<< Mettiti comoda>> Mi sta ancora sorridendo nella stessa maniera calorosa di prima. Mi scruta da capo e piedi e questo mi mette un po' a disagio.
Poso le valige sul letto e inizio a sistemare la mia roba. Grace mi fa anche vedere la mia parte dell'armadio e i cassetti dove posso riporre i miei vestiti e la mia biancheria.
<<Io adesso ho un appuntamento con il mio ragazzo, quindi ti lascio un po' sola per farti finire di riporre la tua roba. Questa è la chiave>> mi lancia la chiave e io la prendo al volo.
<< Ho già la chiave>> l'avverto cacciando dalla tasca la mia chiave, ma non mi ascolta ed esce dalla stanza.
Rimanendo sola ne approfitto per mettermi a mio agio, metto la riproduzione casuale sulla playlist del mio telefono e continuo a sistemare il mio intimo nel cassetto dell'armadio con le canzoni che mi rilassano in sottofondo. Grace mi sembra una ragazza apposto anche se ho l'impressione che siamo molto diverse, comunque passerò la maggior parte delle mattine e dei pomeriggi a lezioni quindi non dovrò per forza passare del tempo con lei.
La calma dura poco perché la porta si apre ed entra un ragazzo alto con i capelli neri e spettinati. Senza neanche degnarmi di uno sguardo inizia ad urlare.
<<Dov'è quel figlio di puttana!?>> spezzando quell'atmosfera di tranquillità che avevo creato. Si guarda in torno finché il suo sguardo non si posa su di me. Mi guarda come se prima non si fosse neanche accorto della mia presenza. Questo è il dormitorio femminile, quindi non credo potrebbe entrare. O almeno non potrebbe farlo nella stanza di una ragazza che neanche conosce.
<<Chi sei tu? >> dice in tono arrabbiato, e il sguardo è fisso su di me, anzi, non su di me ma sul reggiseno nero di merletto che ho in mano.
Divento paonazza e lo butto nell'armadio chiudendo velocemente le ante alle mie spalle.
<< Sono la compagna di stanza di Grace>> Accenno con un tono irritato.
Come diavolo è entrato in stanza? Se ha la chiave significa che lui è il ragazzo di Grace? Non è entrato però con la chiave, ma quasi sfondando la porta, e quindi non so che pensare.
<< Sai dove si trova Mike?>> si avvicina e i suoi occhi verdi mi mettono a disagio, però ha un buon profumo.
Sbuffa passandosi una mano tra i capelli e si allontana.
<<Non conosco nessun Mike, piuttosto potrei sapere come sei entrato?>> Cerco di mantenere un tono irritato.
Ha le braccia ricoperte di tatuaggi e sulla mano destra i tatuaggi gli arrivano fino alle nocche delle dita. Non saranno i suoi tatuaggi a spaventarmi.
Lui incrocia le braccia e rimane un secondo fisso a guardarmi con aria di pazienza. Non mi risponde neanche e come se nulla fosse si gira e se ne va sbattendo la porta alle sue spalle. Io rimango lì chiedendomi cosa sia appena successo. Non è neanche il primo giorno e già mi fa male la testa.

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Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora