Capitolo 67

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CAMRYN
Sono passati tre giorni, esattamente tre giorni da quando mia madre è stata dimessa dall'ospedale, tre giorni da quando Tyler mi ha detto che mi ama.
Quella sera non dormimmo molto, verso le sei andammo all'ospedale per salutare mia madre e dopo aver passato tutta la mattina in sua compagnia tornammo al campus. Credo che Grace abbia dato la notizia dell'incidente ad Alex, o probabilmente l'ha scoperto da solo, perché per tutto il tragitto di ritorno dall'ospedale non faceva che mandarmi messaggi per avere delle notizie. Mia madre ha fatto un po' da madre anche ad Alex specialmente da bambini, visto che lui non ha un buon rapporto con la sua, da piccoli non faceva altro che dirmi quanto desiderasse che mia madre fosse la sua di madre. Gli avrei detto dell'incidente... Solo non adesso, avrei preferito dirglielo dal vivo. Probabilmente sarebbe stata la stessa cosa anche con Grace, se non fosse che quella sera quando ebbi la notizia e corsi in camera lei era lì e le dovetti spiegarle tutto. Ora mia madre sta da mio zio, almeno finché non finiranno i lavori in casa. Da quel giorno le scrivo per sapere come sta. Siamo tornati tutti alla noiosa routine quotidiana, anche se non è più così tanto noiosa perché il rapporto tra me e Tyler è cambiato. Non so cosa siamo di preciso, qualche giorno fa cercammo di parlarne, e lui ha detto sinceramente che odia etichettarci come una coppia, almeno per adesso, ma è come se lo fossimo. Non so se ha molto senso, ma le cose tra di noi vanno alla grande e non voglio rovinare tutto, o litigare, quindi al momento mi sta bene il rapporto che abbiamo. Non ci teniamo mano nella mano per strada, non ci baciamo in pubblico e soprattutto nessuno, neanche Grace e Alex, sanno che lui mi ha detto che mi ama. Quando siamo con gli altri ci comportiamo normalmente e voglio che questa cosa tra di noi funzioni, farò di tutto per far sì che vada tutto per il meglio. Gli esami sono ormai iniziati, ma Albert, essendo occupato con delle faccende personali, non ha potuto studiare con me, ma Tyler si è offerto di farmi compagnia in biblioteca, anche se le cose non stanno andando proprio bene.
<<A che pagina sei arrivata?>> chiede alzando gli occhi per sbirciare il numero sul mio libro.
<<234>> sfoglio un'altra pagina e mi correggo.
<<235>> lui, che è seduto davanti a me, chiude il libro, che emette un forte rumore, e sbuffa.
<<Pochi minuti fa eri a pagina 220, come hai fatto ad arrivare subito a pagina 235?>>
<<Leggo veloce>>
<<Io in un ora avrò letto massimo due pagine>> si lamenta. Mette i gomiti sul tavolo e poggia il mento sui palmi delle mani. Anche se ho gli occhi fissi sul libro riesco comunque a vedere che ha gli occhi fissi su di me. I suoi sguardi riescono comunque a farmi mancare il fiato. Mi spintona leggermente il piede e quando alzo lo sguardo vedo che lui fa finta di nulla. Riporto gli occhi sul libro e lui lo rifà. Studiare con Tyler è impossibile. Ogni scusa è buona per distrarsi. Mi lascerei volentieri coinvolgere, ma devo studiare.
<<Dobbiamo concentrarci>> cerco di dire categorica, ma questo ruolo non mi appartiene, non con lui, e mi trattengo dal ridere.
<<Non posso concentrarmi avendoti di fronte con quella maglietta che mostra di poco le tette>> guardo la mia maglia, che in realtà non mostra quasi nulla, e me la tiro più in su. Era un'altra scusa per distrarsi.
<<Adesso possiamo concentrarci?>>
<<Ho ancora quell'immagine in mente. Perché non andiamo a farci un giro?>> ammicca sorridendo. Alzo il libro sulla faccia per nascondere un sorriso. Questa scusa l'abbiamo usata in questi giorni quando ci trovavamo in pubblico e volevamo rimanere un po' soli. Abbiamo utilizzato questa scusa soprattutto quando volevamo andare nel suo appartamento per darci da fare. In questi tre giorni ci siamo dati da fare non poche volte. Non perché è l'unico modo che abbiamo per divertirci o cose del genere, ma Tyler nei luoghi pubblici, non ha fatto altro che stuzzicarmi, sia a parole che a gesti, e naturalmente io non mi sono mai tirata indietro. Insomma, come facevo a trattenermi? La risposta è semplice, non potevo e non volevo.
Per quanto vorrei accettare so che viene prima il dovere del piacere, anche se vorrei fosse il contrario.
<<Il giretto può aspettare>>
<<Io no>> chiudo il libro e mi poggio sullo schienale della sedia. Mi assicuro che nelle vicinanze non ci sia nessuno che può sentire quello che sto per dire. Vedo che tutti sono con la testa sui libri, e lontani dal nostro campo uditivo.
<<Se mi lasci studiare in santa pace, e finisci di studiare anche tu, passerò la notte da te>> nei suoi occhi passa un bagliore di luce.
<<A che punto eravamo?>> chiede prendendo il libro, aprendolo, e iniziando a leggerlo. Sorrido e riprendo anche io con la mia lettura.
La questione sull'andare a vivere da lui...Beh, diciamo che è un argomento archiviato. Non gli ho dato una risposta concreta, e lui non fa pressioni sull'argomento, credo che abbia capito che non sono ancora pronta. Non stiamo neanche concretamente insieme e quindi andare a vivere nel suo appartamento non mi sembra un'ottima idea, convivere a diciannove anni con un ragazzo, che non è proprio il tuo ragazzo, non mi sembra la celta migliore per ore.
Lo guardo mentre finge di leggere quello che c'è scritto sul libro, finge anche di portare il segno, sto iniziando a pensare che forse sta studiando davvero.
Riprendo la lettura del capitolo e per una mezz'ora riesco a studiare in pace, finché non ci disturbano.
<<Guarda un po' chi si rivedere>> alzo lo sguardo e vedo due ragazzi che si sono avvicinati al nostro tavolo. So che non si riferiscono a me, dato che non li ho mai visti in tutta la mia vita. Guardo Tyler che sembra parecchio nervoso.
<<Ti ricordi di noi?>> dice il più alto.
<<Come dimenticarvi>> risponde Tyler fingendo palesemente di sorridere, anche se ha usato un tono irritato.
<<Beh, allora ti ricorderai che ci devi un favore>> dice il più basso. Credo che siano fratelli, vista la notevole somiglianza. Tyler chiude il libro e posiziona i gomiti sul tavolo. Si guarda intorno. Sembra a disagio. Non mi piace vederlo così. Chi sono questi due ragazzi per farlo sentire così?
<<Chi siete?>> mi metto in mezzo. Loro, che non si erano neanche accorti della mia presenza, si girano all'unisono dalla mia parte.
<<Chi è questa?>> dice, sempre quello basso, con aria infastidita. Questa? Che idiota, forse capisco perché Tyler abbia fatto quella faccia appena li ha visti. La maggior parte dei suoi amici sono degli idioti, se ne salva solo qualcuno, e con qualcuno intendo Chad. Guardo Tyler e lui risponde al posto mio. Non so in che rapporti sia con loro, e stando con lui ho imparato che, con i suoi amici, meglio lasciar parlare lui.
<<Una mia amica>> risponde secco.
<<Da quanto in qua studi con le tue amiche? Io so che te le sbatti, di sicuro non ci studi>> i due ridacchiano e io sento il sangue arrivarmi al cervello, sto per rispondergli di tutto tono, ma a fermarmi è Tyler che si alza di colpo facendo stridere la sedia sul pavimento. Tutti si girano e alcuni ci dicono di fare silenzio. Forse discutere in biblioteca non è proprio una buona idea.
<<Che cazzo volete?>> ringhia minaccioso a denti stretti e a bassa voce, so che sta cercando di non alzare le mani su di loro e gliene sono grata perché, per quanto voglia che dia un pugno in faccia ad entrambi, non voglio però neanche che facciano scenate in biblioteca.
<<Stasera ci sarà una festa a casa nostra >> inizia a dire il più alto, poi si ferma e mi guarda, mi squadra ed è un gesto che mi dà fastidio. Che odio.
<<Porta anche lei>>
<<Altrimenti?>> li incalza Tyler.
<<Altrimenti nulla. Ma sai come finirà se stasera tu non verrai...>> si avvicina piano a lui.
<<Ricordati che ci devi un favore>> gli sussurra prima di girarsi e andarsene seguito dall'altro. Io guardo Tyler che sta stringendo i pugni.
<<Tyler... >> inizio a dire, ma lui inizia a parlare continuando a guardare davanti a sé.
<<Non verrai stasera alla festa>>
<<Perché?>> non lo chiedo perché voglio andare a quella stupida festa, se Tyler non vuole che io vada mi fido di lui e so che avrà un'ottima ragione per non farmi andare, ma voglio sapere comunque il perché.
<<É una lunga storia...Devo andare, il giretto aspetterà>> dice prendendo la sua giacca e avviandosi a grandi passi fuori dalla biblioteca. Io rimango seduta con un pizzico di delusione e tristezza che mi riempiono lo stomaco. Non avrebbe mai rinunciato a "quel giretto" ciò significa che la cosa deve essere molto seria. Mi dispiace che non mi abbia detto cosa sta succedendo. Pensavo che adesso che.... Avrei continuato dicendo "adesso che stiamo insieme", ma non stiamo veramente insieme, e fino e pochi minuti fa potevo dire che mi andava ancora bene, ma adesso si sente il peso di questa cosa. Vorrei che mi dicesse le cose, vorrei che non se ne fosse andato. Forse se fossi la sua ragazza mi avrebbe detto tutto e forse ora la mia ansia avrebbe un senso, ma non è così, sono preoccupata per Tyler e non so neanche perché io sia preoccupata. Cerco di ingoiare il groppo che ho in gola, prendo il mio libro e il suo, che ha dimenticato, e mi avvio alla lezione pomeridiana.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora