Capitolo 59

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CAMRYN
Settembre ha ormai ceduto il posto alle lunghe e fredde giornate di Ottobre. È ormai da due settimane che le mie giornate stanno iniziando, e si stanno concludendo, nella stessa maniera. La mattina lezione, poi pranzo con Grace, e quando capita anche con Alex, il pomeriggio ancora lezione e dopo le lezioni corro subito in biblioteca a studiare con Albert per gli esami ormai vicini. L'unico momento di relax è la sera in cui Grace esce con Alex e io rimango sola in stanza a sentire la mia musica, e certe volte leggo qualche libro che ho portato da casa. Neanche il sabato e la domenica, che sono gli unici giorni in cui non ho lezione, riesco ad avere un po' di pace visto che Grace mi trascina in ogni negozio a fare shopping, come se il suo armadio non fosse già stracolmo di vestiti. Devo ammettere che anche lei si sta impegnando molto per l'arrivo degli esami, in settimana vedeva Alex più volte durante il giorno, mentre in quest'ultimo periodo si vedono solo di sera dopo aver studiato, e quando lo studio è troppo capitano giorni in cui non si vedono proprio. Per quanto riguarda me e Tyler non ci vediamo da due settimane. Precisamente da quella chiacchierata su suo padre alla fermata del bus. Grace mi ha detto che si chiude spesso nel suo appartamento per studiare e non esce quasi mai. Ormai il nostro appuntamento in biblioteca è terminato, ammetto che mi mancherà pulire la biblioteca con lui. Ci incontriamo solo il lunedì a lezione, essendo seduti vicino, ma siamo presi a seguire la lezione e non ci perdiamo in chiacchiere, quando finisce la lezione e io cerco di parlargli lui corre alla lezione successiva. Non ho neanche pensato se mi stesse ignorando o no, perché questo è un periodo in cui tutti gli alunni sono immersi nei libri. Quindi al momento ho messo Tyler da parte e la mia testa è occupata con altro. Mando un messaggio a mia mamma per dirle che sono viva, che sto mangiando e che anche mi manca tanto. Ha seguito il mio consiglio e si è comprata un cane. É un Labrador maschio che ha chiamato Ares come il dio della guerra nella divinità greca. Almeno adesso ha un po' di compagnia.
<<Stai messaggiando a tua madre?>>
<<Si. Se non le mando un messaggio almeno una volta al giorno in cui le assicuro che sto bene sarebbe capace di fiondarsi qui con tutta la squadra dell'FBI>>
Albert ride alla mia battuta, peccato non abbia capito che in realtà ero seria, mia madre ne sarebbe capace.
Mi passa qualche appunto e io lo copio sul mio quaderno. Oggi non abbiamo molto da studiare, quindi la cosa è meno stressante e spesso ci fermiamo anche a parlare di cose che non riguardano gli esami.
<<Tua madre lo sa del?>> indica dietro alla nuca e io annuisco.
<<Le ho accennato del tatuaggio e lei non è stata in disaccordo con la mia scelta. Mi conosce e sa che non l'avrei mai fatto se non l'avessi deciso io>> cosa non proprio vera, ma non soffermiamoci sui dettagli. Ha fatto un po' di storie ma ormai il "guaio" era fatto, quindi è stata costretta ad accettare la mia scelta.
Guardo l'ora sul telefono e vedo che sono le 16:40 alle 17 ho un incontro con Grace ed Alex e non voglio tardare.
<<Mi ha molto affascinato quel tuo tatuaggio, è molto particolare>> non ho mai detto ad Albert il significato completo di questo tatuaggio perché farlo significherebbe parlargli anche del mio passato, ed è una cosa che non voglio fare. Quando mi chiedeva informazioni più specifiche sviavo sempre la conversazione per non rispondere.
Continuiamo ad appuntarci altri appunti ed evidenziare le cose più importanti nei libri finché alle 16:46 io e Albert chiudiamo i libri e ci dirigiamo vicino all'uscita della biblioteca per poi salutarci.
Prima di uscire mi sistemo i libri in mano ma nel farlo mi cade uno dei miei tanti evidenziatori a terra. Mi abbasso per prenderlo ma qualcuno mi precede.
Alzo lo sguardo e un ragazzo con lunghi capelli biondi mi porge il mio evidenziatore. Non ha i capelli molto lunghi, ma quella lunghezza che gli basta per farli arrivare fino alle spalle. Si porta il ciuffo dietro l'orecchio svelando un dilatatore nero sull'orecchio destro.
<<Grazie>> riposo l'evidenziatore ma nel farlo faccio cadere alcuni libri. Sono davvero imbranata oggi. Il ragazzo mi sorride e si abbassa a raccoglierli.
<<Tranquilla, faccio io>> ha una voce profonda ma quel timbro di voce mi è familiare. A vederlo meglio ha qualcosa di familiare, ma quando cerco di ricordarmi dove l'ho già visto lui mi porge i libri. Io non li prendo subito.
<<Ho paura che se li prendessi potrebbero cadere anche questi>>
<<É vicino il tuo dormitorio? Perché potrei darti una mano a portarli fino in stanza>> propone con un tono che è speranzoso in un mio . Forse in un'altra situazione difficilmente avrei accettato che uno sconosciuto mi seguisse fino in stanza, ma ora ho davvero bisogno di una mano, e perlopiù sono anche in ritardo. Ho fatto tante corse inutilmente. Grace e Alex saranno infuriati con me.
<<Sarebbe davvero gentile da parte tua>> Il ragazzo non sembra conoscere la strada e quindi vado io avanti a fargli da guida. Eppure, è facile arrivare ai dormitori femminili. Non è di questo campus?
<<Giuro che non sono sempre così imbranata>> dico mentre saliamo le scale. Non so perché ma volevo lo sapesse, non volevo pensasse che io fossi una di quelle ragazze stupide che combina sono guai. Anche se credo sia stata proprio la prima impressione che ha avuto su di me. Arriviamo davanti la stanza e prendo la chiave per aprire la porta.
<<Va tutto bene, Candy?>> la chiave mi cade di mano. Mi giro e lo guardo in faccia. Quel nomignolo...Ecco perché aveva qualcosa di familiare. Il mio cuore batte così forte che mi manca l'aria. I ricordi mi compaiono nella mente uno ad uno.
<<Ronald Winston?>> ho paura della risposa ma non ha bisogno di aprire bocca per rispondere alla mia domanda, quel nomignolo e la sua faccia hanno già confermato tutto. Apro la stanza e butto i libri sul letto. Ronald entra e li appoggia sulla scrivania. Si guarda intorno con una strana espressione sul viso. Sembra soddisfatto che io l'abbia riconosciuto.
<<Come? Quando? Cosa ci fai qui?>>
<<É il campus della mia ex ragazza, sono venuto a restituirle la sua roba. Dopo averlo fatto ho deciso di farmi un giro, visto che la mia ex non faceva altro che raccontarmi di quanto questo posto fosse meraviglioso, ma poi mi sono imbattuta in te>> Per questo non conosceva la strada, non è di questo campus. Mi fa così strano avercelo di fronte, dopo tutto questo tempo.
<<Mi spiace per la questione della ragazza. Ma sono sorpresa di vederti>>
<<Pensavo che mi avresti riconosciuto subito, io con te l'ho fatto>>
<<Avevi qualcosa di familiare>> guardo l'orario e vedo che sono tremendamente in ritardo.
<<Ronald ho un appuntamento>> si incupisce.
<<Non un appuntamento vero, sto con degli amici e devo assolutamente scappare>> non capisco il mio bisogno di giustificarmi con lui. Forse ora dovrei cacciarlo subito e correre dai miei amici, ma sono inchiodata davanti a lui. Lui è qui davanti a me, dopo tutti questi anni, e io sono agitata, davvero tanto.
<<Certo non voglio trattenerti ma volevo chiederti...>> Si incammina vicino la porta insieme a me. Ha un profumo davvero buono.
<<Potresti darmi il tuo numero di telefono, nel caso dopo volessi messaggiarti>> prendo carta e penna, scrivo il mio numero e gli porgo il foglio. Sei ridicola Cam, non hai neanche un po' esitato. Sarò sembrata disperata ai suoi occhi. Devo fare in modo che questa storia non mi trascini troppo.
<<Perfetto. Ti contatterò>> mi sorride e se ne va. Rimango qualche secondo ferma in stanza ad elabora ciò che è appena successo, quando riprendo facoltà dei miei pensieri corro all'appuntamento.
Alex e Grace sono seduti a ridere e scherzare, sono di buon umore e forse non si arrabbieranno per il fatto che sono in ritardo. Mi sbagliavo. Appena mi vedono da lontano subito cambiano umore.
<<Mi spiace di aver fatto tardi>>
<<Sei solo in ritardo di 15 minuti, ma che vuoi che sia, tanto siamo noi quelli che ti aspettano>> Alex non ha mai sopportato i miei ritardi, e ogni volta puntualmente mi beccavo le sue sgridate. Grace ha uno sguardo più rilassato, forse lei non è arrabbiata con me.
<< Non farne un dramma ora è qui è questo che conta>> mi siedo e guardo Alex che mi sta fissando male, incrocia le braccia al petto.
<<Non vorrai mica tenere il broncio tutto il pomeriggio alla tua migliore amica>> dico con un finto tono triste. Lui lascia ricadere le mani sui fianchi e capisco che la rabbia è già svanita.
<<No tranquilla. Ma smettila di usare quel tono triste, non mi piace vederti così>> Caro amico mio, non immagini neanche chi ho incontrato poco fa. Se glielo dicessi il suo umore cambierebbe una terza volta in meno di un secondo. Non so come la prenderebbe.
<<Idee su dove andare oggi?>>
<<Al centro commerciale oggi danno un film d'azione stupendo e sarebbe davvero figo se ci andassimo tutti e tre>> Propone Alex entusiasta.
<<Perché non un bel film d'amore? Un film romantico di passione e strappalacrime>> propone Grace.
<<No>> rispondiamo io ed Alex all'unisono. Ma capiamo subito che non parlava sul serio, è l'ultima persona che proporrebbe davvero un film romantico.
<<Allora si va a fare Shopping>> ripropone battendo il palmo della mano sul tavolo e alzano il tono.
<<Non se ne parla sarà noiosissimo>> si lamenta Alex alzando anche lui la voce.
Io ne approfitto dei loro battibecchi per allontanarmi e andare al bancone ad ordinare un cappuccino.
Mentre aspetto che il barista mi noti sento il telefono in tasca che mi vibra. Lo prendo e leggo un messaggio. -So che forse è presto, ma che ne diresti se uscissimo a prendere un caffè? In nome dei bei vecchi tempi? -
~Ron Mi mordo il labbro inferiore non sapendo che rispondere. Vorrei davvero tanto andare a prendere un caffè con lui, ma se ripensassi a quello che successe in passato mi verrebbe voglia ignorarlo subito.
<<Cosa vuole ordinare?>> mi chiede il barista e io poso il telefono in tasca.
<<Un cappuccino>> indico il tavolo di prima dove orma l'innocua discussione di Alex e Grace si è trasformata in un vero battibecco. Li vedo da lontano gesticolare furiosamente.
<<Certo. Cinque minuti e arriva il tuo cappuccino>> anche se adesso dovrei sedermi al tavolo non lo faccio subito, decido di lasciarli discute un altro po' da soli, nel frattempo riprendo il telefono dalla tasca. Sul display mi esce un'altra notifica. Ron mi ha mandato un altro messaggio.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora