Capitolo 70

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TYLER
Non riesco a interpretare il suo sguardo, e questa cosa non mi piace perché, anche se le ho detto che può sapere delle cose sul mio passato, ho sempre il timore che possa pormi una domanda che scavi davvero in fondo al mio passato, o che riporti alla mente ciò che non voglio ricordare. Aspetto ansioso la prossima domanda e nel mentre penso che se ho accettato questo scambio di domande è solo perché questo la renderebbe felice e che, anche se una parte di me certe cose vorrebbe tenergliele nasconde, un'altra parte di me vuole che lei sappia. Mi sono stufato di tenerle le cose nascoste sapendo che prima o poi tornano come un uragano nella mia vita.
<<Come hai iniziato a fumare?>> non mi aspettavo quella domanda, pensavo mi facesse domande del tipo, la mia canzone o la mia colonia di profumo preferita.
<<Avevo quindici anni, andai in discoteca con un gruppo di miei amici. Lì facemmo amicizia con altri ragazzi molto più grandi di noi, tutti fumavano e mi chiesero se volessi provare, per non essere l'unico sfigato che non fuma provai, mi è piaciuto e ho preso il vizio>> lei annuisce. Raccontando tutto ad alta voce mi fa realizzare che è una gran cazzata, ero un idiota a quindici anni, non che ora io sia molto cambiato, ma almeno adesso ragiono con la mia testa. Certo però che ho preso un brutto vizio per un motivo davvero stupido.
<<Tu hai mai fumato?>> le chiedo.
<<In terza media con Alex>> Alex? Davvero? Non me l'aspettavo.
<<Il tuo migliore amico ti ha lasciato fumare?>> si è sempre comportato come un padre super protettivo nei suoi confronti, non capisco perché farle correre il rischio di cadere in un brutto vizio come il fumo.
<<É una lunga storia>> la guardo sospirando. Pensa che mi stancherò a sentirla parlare? Non sa che l'ascolterei per ore. Potrei rimanere ore ed ore a sentirla parlare senza mai interromperla o annoiarmi.
<<Abbiamo tutto il tempo>> lei poggia la testa sulla mia spalla e inizia a raccontarmi la prima volta che provò a fumare.
Mi racconta che il suo gruppo di amiche di scuola delle medie fumava, lei presa dalla curiosità voleva provare ma Alex non voleva, lei insistette e il suo amico per farla felice la lasciò provare, ma solo perché era anche lui presente.
<<Deve essere pesante avere un amico che si comporti un po' come un padre protettivo>> sorrido ma subito torno serio quando vedo che lei si incupisce. Ripenso alle mie parole e capisco dove ho sbagliato. Che idiota che sono.
<<Cam, io...>> faccio per scusarmi ma lei alza la testa e mi guarda fingendo un sorriso, anche se è un sorriso triste, e io li riconosco i sorrisi tristi, specialmente i suoi.
<<Non preoccuparti. Hai ragione Alex si comporta spesso da padre, mi è sempre stato vicino>> le prendo la mano e gliela stringo. Spero che questo gesto le tolga quel falso sorriso dalle labbra. Decido di cambiare argomento, non mi piace vederla così e mi sembra che l'aria nella stanza sia diventata più pesante.
<<Domani devo andare da Lydia per il secondo incontro con mio padre>> è il primo argomento che mi viene in mente. Cam mi guarda confusa, perché mi guarda così? Poi mi viene in mente che lei non sa nulla. Si acciglia, non mi piace la cosa.
<<Tuo padre ha incontrato Lydia? Già una volta?>> ecco, ho fatto un guaio, di nuovo.
Cerco di parlare, ma lei ormai è partita e so che non mi starà ad ascoltare.
<<Io non sapevo nemmeno che l'avesse incontrata una volta, e ora mi dici che domani è già il loro secondo incontro? Perché non me l'hai detto?>> il mio subconscio mi chiama stupido in dieci lingue diverse per non aver raccontato tutto prima, e nel mio stomaco e i sensi di colpa mi stanno prendendo a schiaffi. Ci guardiamo qualche secondo in silenzio, poi lei si alza dal letto e dopo essersi rimessa l'intimo esce dalla stanza. Avrei dovuto dirglielo prima e ora lei ha tutto il diritto di sentirsi...Delusa? Arrabbiata? Non so come si possa sentire in questo momento, so solo che adesso mi sento un perfetto idiota e che, per l'ennesima volta, l'ho fatta star male. Dico di volerle bene e di amarla ma puntualmente le faccio del male, e spesso non è neanche mia intenzione. Quando sento di star impazzendo, essendo solo in questa stanza così silenziosa, mi alzo dal letto, mi infilo e boxer, ed esco dalla stanza. La trovo in cucina che si versa nell'acqua in un bicchiere. Anche se mi vede sulla soglia non dice nulla e fa finta di niente, rimane in silenzio.
<<Mi dispiace >> sul serio? Non sai fare di meglio Tyler? Potevi dire una cosa del tipo "Volevo dirtelo ma sono un idiota e ho aspettato, ma alla fine questa cosa mi si è rivoltata contro". Lei posa la bottiglia d'acqua sul tavolo e mi guarda.
<<Non sono arrabbiata ma...>> dice lasciando la frase a metà. Mi sento un po' sollevato, non è arrabbiata, almeno questo.
<<Sono delusa>> sollevato un cazzo, preferisco la rabbia alla delusione. Il fatto che io la faccia arrabbiare ormai è una cosa di ogni giorno, ma deluderla...È una cosa che non mi piace per niente. La rabbia svanisce, ma la delusione ferisce, parecchio.
<<Io pensavo che...Nulla lascia stare>>
<<No, dici>> adesso voglio andare a fondo di questa conversazione, voglio sapere lei che ne pensa, oltre al fatto che sono un cretino, ma questo lei già lo sa. Dopotutto è ancora qui al mio fianco. Amo davvero troppo questa ragazza e devo smetterla di deluderla, non posso farla stare male, non se lo merita.
<<Pensavo che ormai non ci fossero più segreti tra di noi>> le si incrina la voce e qualcosa dentro di me si spezza. Quelle parole mi colpiscono particolarmente. Pensa davvero questo? Non era neanche mia intenzione tenerglielo nascosto, solo che non trovavo mai il momento buono per dirle tutto, visto che non è una questione da poco, almeno per me.
<<Ma è così. Non volevo tenertelo nascosto. Non voglio tenerti nascono niente, non a te>> le dico prendendolo le mani e sperando che legga la sincerità nei miei occhi. Lei stacca la presa dalle mie mani.
<<Ma l'hai fatto>> dice prendendo le distanze facendo un passo indietro, e a me sembra che si stia allontanando dalla mia vita. Per un secondo mi sembra di vedere la mia vita senza di lei e mi viene la nausea. Se continuo così, se continuerò a ferirla lei si allontanerà da me definitivamente, e il solo pensiero mi fa star male. Faccio un passo in avanti e le riprendo le mani, lei questa volta non oppone resistenza.
<<Mi devi credere, non era mia intenzione ferirti perché quando lo faccio sto male anche io>> la supplico e questa mia confessione la coglie alla sprovvista. La vedo rilassarsi e i suoi occhi si addolciscono. Dovrebbero sempre essere così, io dovrei essere la causa dei suoi sguardi dolci e non delle sue lacrime.
<<Non mi piace il fatto che tu non me l'abbia detto subito>>
<<Lo so>> inizio a dire ma lei alza un dito per zittirmi.
<<Ho detto che non mi piace che tu non me l'abbia detto subito...Ma voglio crederti sul fatto che me l'avresti detto, prima o poi>> mi crede...Cazzo io non la merito questa ragazza, è troppo buona. Perché le ragazze con un animo così dolce finiscono sempre con anime dannate come la mia? Sono stufo di vedere quel sorriso forzato.
<<Che ne dici di uscire con me?>> lei sembra illuminarsi. Ho fatto centro.
<< É un appuntamento?>>
<<Certo>> eccola che sorride. Questa volta non è un sorriso forzato, questo è il suo dolce sorriso. Le avevo promesso che sarei stato un bravo ragazzo, il migliore, che avremmo fatto tutto quello che fanno le normali coppie. Una coppia la prima cosa che fa è avere un appuntamento e noi non ne abbiamo mai avuto uno, ora mi sembra il momento migliore per farle la proposta.
<<Sabato?>> propongo.
<<Mi passi a prendere tu?>>
<<Avevo dubbi?>> sorride. Si avvicina e io la stringo tra le mie braccia.
<<Dobbiamo andare a sistemare camera tua. Sono venuta per questo no?>> dice con la testa poggiata sulla mia spalla. Ispiro il suo buon profumo e le do un bacio sulla testa.
<<Rimaniamo un altro po' così>>
Basta cazzate, basta segreti, da oggi in poi sarò il ragazzo perfetto, o almeno ci proverò, ma una cosa è certa...Non voglio più vederla soffrire.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora