CAMRYN
Che ci faccio qui seduta sulle sue gambe? Dovrei gridargli in faccia quanto mi ha fatta star male. Dovrei gridargli di andarsene, ma guardarlo negli occhi e vedere il suo dolore mi fa dimenticare di essere arrabbiata con lui.
Tyler mi posa una mano sul ginocchio e tira un sospiro prima di iniziare a parlare.
Ammetto che ho un po' d'ansia.
Mi ha sempre incuriosito il suo passato, adesso che sta per raccontarmelo sono un po' tesa perché so che per lui non è facile.
<<Vorrei dire di essere cresciuto in una normale e tranquilla famiglia ma non è così. I miei non facevano altro che litigare da quando ne ho memoria. Litigavano anche per delle minime cazzate, gridavano e spesso mio padre dalla rabbia spaccava qualcosa.
Mia madre non faceva altro che stare male, piangeva sempre, anche di nascosto da me. Io volevo fare qualcosa ma ero solo un bambino e visto che non potevo fare niente, l'unico modo per non sentire le loro grida era chiudermi nello sgabuzzino. Spesso ci passavo delle ore lì dentro senza mangiare o bere. Tutto questo mi portò ad avere anche attacchi di panico>> alza lo sguardo come per cercare nei mio occhi la forza di continuare a raccontare, io gli afferro la mano, che fino a pochi secondi fa aveva sul mio ginocchio, e gliela stringo per dargli forza di continuare.
Attacchi di panico...solo pensare a Tyler bambino che soffriva di attacchi di panico mi fa girare la testa.
Ho paura che alla fine di questa storia potrei ritrovarmi in lacrime, sta già male di suo e io non voglio che mi veda piangere e si senta più triste.
<<Mio padre alcuni anni dopo perse pure il lavoro. Ammetto che i primi mesi si rimboccò le maniche per cercare un altro lavoro, peccato che mesi dopo quando tornava da qualche colloquio e non aveva preso il posto di lavoro se la prendeva con mia mamma.
L'unica volta in cui mi sono messo in mezzo per proteggerla avevo nove anni, quando mio padre tornò ubriaco una sera. Stava litigando con mia madre e io ero stufo di vedere tutto da fuori e non fare niente quindi mi misi in mezzo, ma mio padre preso dall'alcol e dalla rabbia mi diede un calcio così forte che per persi i senti e non riuscii ad alzarmi da terra. Forse non voleva farlo neanche apposta, ma non credo lo saprò mai>>
Si ferma qualche secondo e abbassa lo sguardo sospirando e passandosi una mano tra i capelli.
Qualcosa mi dice che la parte peggiore deve ancora arrivare.
Mi sento un peso sullo stomaco che può essere liberato solo dalle lacrime, peccato che non posso, anzi, non voglio piangere.
Decido di rimenare in silenzio e aspettare che continui.
Mi chiedo se anche lui si sia sentito così quando gli ho raccontato di mio padre ma dubito visto che la sua storia sembra ben peggiore della mia.
<<Le cose peggiorarono quando a dodici anni mia madre rimase incinta.
Mio padre non poteva sopportare un'altra bocca da sfamare, quindi lei decise di non dirglielo subito, lo disse solo a me e io mantenni il segreto. I primi mesi andò tutto bene, ma poi la pancia iniziava a farsi vedere e mio padre capi.
Inutile dire che i litigi aumentarono. Mio padre non ha mai voluto che mia madre abortisse, non l'ha mai detto apertamente ma io capivo cosa volesse realmente>> alza lo sguardo e quando incontra i miei occhi per qualche secondo alza gli angoli della bocca in un piccolo sorriso, poi continua.
<<Mesi dopo mia madre diede alla luce Lydia. Peccato che lei perse la vita durante il parto. Mi diedero la notizia solo il giorno dopo del suo decesso e non mi permisero neanche di vederla>>
Adesso trattenere le lacrime è più difficile, quando cerco di ricacciarle indietro e sento la gola pesante.
Tossisco e alzo lo sguardo guardando il soffitto per non incrociare il suo sguardo carico di dolore perché crollerei.
<<Io non volevo che Lydia crescesse con mio padre, sarebbe stato un pessimo esempio. Un giorno la presi e andai dalla signora Mason che era un'amica di mia madre. Quando veniva a casa le sentivo parlare con mia madre della sua casa-famiglia. Fu da lei che decisi di portare Lydia. Camminai tutto il giorno per arrivare lì con Lydia che era appena nata. Una volta arrivato decisi di rimanere con lei e non lasciarla sola. Io me ne andai a sedici anni e decisi di affidarle Lydia alla signora Mason, questo fino a quando non avessi avuto le possibilità economiche per portarla via con me. La cosa peggiore è che mio padre non ci cercò e non si preoccupò che i suoi due unici figli erano spariti, se ci cercò a quanto pare sì stancò subito perché non avemmo più notizie sue. Ho sentito che per un periodo è stato sbattuto dentro, a quanto pare per una rissa in luogo pubblico>> cerco di immaginare come potrebbe essere fisicamente il padre di Tyler ma non mi vieni nulla in mente.
<<Sfortunatamente è stato rilasciato. Si è fatto sentire qualche mese fa, voleva "riallacciare i rapporti" ma io l'ho mandato a fanculo e quando ha cercato di vedere Lydia gliel'ho negato. Ho ordinato anche alla signora Mason che se fosse mai andato a farle visita lei lo avrebbe cacciato via>>
Quando penso che il dolore si sia alleviato abbasso lo sguardo guardando in quel verde smeraldo che mi fa battere il cuore.
Tyler toglie la mano dalla mia e la riappoggia sul mio ginocchio disegnando dei cechi con il pollice.
<<Io non posso dire a Lydia che sono suo fratello perché ci sarebbero troppe cose da spiegare. Naturalmente vorrebbe rivedere suo padre e io non riuscirei a raccontarle che pezzo di merda è. Quando vado a trovarla spesso mi racconta di come immagina che sia suo padre. Ovviamente lo immagina sempre come un eroe e un brav'uomo. Io non riuscirei mai a dire la verità. Per questione di comodità ho deciso di frequentare il college più vicino a dove si trova lei ora, così per qualsiasi cosa posso dirigermi là>> alla fine mi sorride, ma è un sorriso triste, forse un sorriso che dice più di mille parole. Credo che in questi momenti non ci sia bisogno di parole quando con uno sguardo o un sorriso puoi dire più di quanto possano fare le parole.
<<Questa è la terribile vita di Tyler Kade. Ci sarebbero ancora mille cose da raccontare ma nulla che potrebbe tirar su il morale>>
Cerca di ironizzare ma gli riesce male.
Il padre di Tyler è ancora vivo e dopo tutto quello che gli ha fatto passare ha addirittura cercato di riallacciare i rapporti con lui. Se fossi nei suoi panni non so proprio come avrei reagito a una cosa del genere, forse sarei crollata e ci avrei dato un'altra possibilità ma Tyler non crolla, lui è forte e ha avuto il coraggio di mandarlo a quel paese. Ho sempre visto storie del genere nei film, ma ora sentirla dal vivo mette i brividi.
La madre è morta durante il parto e pensarci mi fa venire in mente mio padre. Sono morti in situazioni e circostanze diverse, ma lui ha pur sempre perso un genitore come me, sotto questo punto di visto mi sento molto vicina a lui visto che condividiamo lo stesso dolore. So che si instaura un forte rapporto fra due persone che hanno subito lo stesso dolore perché riescono a capirsi.
Ricordo la sera in cui Tyler mi disse che sulla morte di mio padre non dovevo darmi colpe che non avevo, e se pure lui si fosse sentito molte volte in colpa per il fatto che non poteva aiutare sua madre con il padre? Adesso capisco perché sembrava che mi capisse e le sue parole erano davvero sincere, perché in fin dei conti abbiamo subito quasi lo stesso dolore, abbiamo entrambi una cicatrice che rimarrà sempre aperta e che difficilmente rimarginerà.
<<Hai sofferto molto in passato. Io non so tu come abbia fatto a superare tutto questo quando eri solo un bambino>> vorrei usare un tono fermo ma la voce trema.
<<Ora è tutto passato tranquilla. Non ho intenzione di riallacciare i rapporti con lui e non gli permetterò di rivedere Lydia, avrebbe dovuto penarci prima ad avere un buon rapporto con sua figlia>> cerca di rassicurarmi ma questo mi fa solo sentire più triste perché in questo momento io dovrei consolare lui. Dovrei dirgli le parole giuste e farlo sentire meglio come lui fece con me. Ma non ci sono parole giuste in questo momento, non ci sono proprio parole.
Fa male sapere che Lydia immagina un padre perfetto che la ami e le stia vicino, ma la verità è che il suo vero padre è tutto l'opposto di come lo immagina lei.
Tyler mi porta una mano dietro la nuca e mi fa abbassare la testa unendo la sua fronte alla mia. Chiude gli occhi e ispira lentamente come per riprendere fiato. Gli deve essere mancato il fiato mentre raccontava, come a me è mancato mentre lo sentivo parlare.
<<Scusami per stamattina Cam>>
Scuoto la testa chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore pregando alle mie lacrime di non tradirmi e di non uscire.
Non può scusarsi adesso, perché ha sempre un pessimo tempismo? Dopo quello che mi ha raccontato lui si preoccupa di scusarsi? È incredibile questo ragazzo.
<<Non dirlo neanche, idiota>>
Lui ridacchia e apre gli occhi incontrando i miei.
Maledetto verde smeraldo che mi incanta sempre. Mi aspetto che lui ricambi con un'altra battutina e con l'insulto alla fine, invece...
<<Mi piaci Camryn. Tanto. Posso negarlo a Chad e a mezzo mondo, ma tu mi piaci. So che non mi credi se ti dico che sei importante e farti soffrire mi fa star male, ma giuro che è così, ci sto di merda quando ti vedo piangere>> dice con così tanta sincerità che mi viene quasi la pelle d'oca.
Non mi aspettavo che gli piacessi. Non pensavo neanche che lui provasse queste cose...Ma che dico non mi aspettavo proprio che dicesse queste parole.
Pensavo che lui mi vedesse solo sexy e non che gli piacessi in quel senso, non ci ho mai pensato per non illudermi. Ma tutti sappiamo che per quando non vogliamo illuderci sotto, sotto ci speriamo sempre.
Anche lui mi piace, mi piace e mi affascina come non mi è mai capitato con nessun ragazzo.
<<Anche tu mi piaci>> affermo secca e lui sembra sorpreso. Allontana la sua fronte dalla mia e inarca un sopracciglio.
Non dirmi che non ha mai capito che mi piaceva? Questo ragazzo delle volte sembra che riesca a leggermi nel pensiero mentre altre volte sembra non capire nulla, come ora.
<<Davvero?>> si acciglia di più facendo uscire delle rughe sulla fronte, e si gratta la nuca.
<<Perché ne sei sorpreso? Dovrei essere io quella sorpresa, insomma hai appena detto che ti piaccio>>
<<Se ti piace un tipo come me sei proprio stupida>> mi dà uno schiocco sulla fronte.
Sono un po' offesa dalle sue parole. Non me l'aspettavo che rispondesse così.
<<Perché sono una stupida a provare un sentimento così naturale?>>
<<Perché lo provi con la persona sbagliata>>
Lo guardo negli occhi cercando, anzi, pregando di vederci dell'ironia ma niente, l'unica cosa che vedo è totale serietà.
Odio che pensi questo di lui, come se fosse la persona sbagliata per me, come se fosse qualcosa di sbagliato alla quale dovrei stare alla larga.
È vero non mi fa sempre star bene ma quando lo fa sto al settimo cielo. È stronzo e arrogante ma ho imparato che sa essere anche gentile e dolce.
È spiritoso, affascinante e spesso è stato anche protettivo nei miei confronti, quindi perché dovrebbe essere sbagliato?
<<Non fraintendere Cam. Io rimango sempre dell'idea che non voglio relazioni>>
Annuisco con la testa e butto lo sguardo altrove per non guardarlo negli occhi e crollare. Perché? Perché dice così?
Gli piaccio, mi piace, eppure continua a non volere una relazione, ma non capisco perché. Adesso che in me era nata una speranza mi è stata subito tolta.
Quando ho una speranza devo stare attenta a non illudermi troppo che a quanta pare la delusione è dietro l'angolo.
Tyler mi fa riabbassare la testa e mi stampa un bacio sulla fronte. Io non oppongo resistenza perché non ho le forze per farlo. Sono sorpresa e delusa, soprattutto sorpresa, ma anche molto delusa.
Rimaniamo lì fermi. Lui con le labbra ferme sulla mia fronte mentre io vengo travolta dalla delusione e dal silenzio che ci avvolge e ci divora pesando come un macigno sul petto.
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Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]
Romance> Camryn è la tipica ragazza intraprendente e determinata sopra ogni cosa. È pronta ad affrontare il suo grande obbiettivo , il College. Camryn sembra una ragazza felice e sicura di se, ma un evento passato l'ha segnata dai suoi 16 anni. È convint...