Capitolo 69

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TYLER
Fisso l'ora sulla sveglia e faccio un respiro profondo quando realizzo che è da più di cinque minuti che la sto guardando dormire. Non mi sorprendo, la sua bellezza mi incanta sempre, e questa volta mi ha fatto persino perdere la cognizione del tempo. I miei occhi percorrono ogni centimetro del suo corpo, dal viso fino alla pancia, visto che l'altra parte del corpo è sotto le coperte. Io che dormo con una ragazza, mi fa ancora strano pensarlo, soprattutto perché questa ragazza è la mia ragazza. É una sensazione bellissima svegliarmi con lei al mio fianco che sonnecchia tranquillamente, se questo è un sogno non voglio svegliarmi.
Chi avrebbe mai detto che mi sarei fidanzato, fino a due giorni fa ero ancora dell'idea che non volevo una ragazza, e anche ora, ma ieri ho pensato che la desidero tutta per me, non potevo lasciarmela scappare perché me ne sarei pentito per tutta la vita. Dice qualcosa e si gira dalla mia parte, ma non capisco cosa. Le porto una mano sulla testa e le accarezzo i capelli.
<<Fa freddo>> si lamenta ancora ad occhi chiusi, e si tira le coperte fin sotto il naso.
<<Senti freddo perché sei solo con le mutande addosso>> le ricordo e questo mi porta con la mente a ieri sera. Chad mi ha riaccompagnato qui e con una scusa ho convinto Cam a dormire da me. Inutile dire che neanche il tempo di chiudere la porta d'ingresso che l'ho presa e l'ho portata in camera dove abbiamo iniziato a baciarci e da lì...Beh, la serata non poteva finire meglio.
<<Non ho voglia di rivestirmi>>si lamenta e io sorrido, anche se ha gli occhi chiusi e non può vedermi.
<<Non ti ho chiesto di farlo>> rispondo e sorride anche lei. Quel mezzo sorrisetto assonnato mi scalda il cuore. Amo vederla sorridere, e amo ancora di più quando a farla sorridere sono io. Ieri vederla piangere mi ha praticamente distrutto, mi sentivo di già una merda per quello che avevo fatto, e per il casino in cui mi ero andato a cacciare, ma quando mi ha abbracciato e mi ha supplicato di non lasciarla mi ha fatto cadere quella corazza che avevo indossato per quasi tutto il giorno.
<<Da quanto sei sveglio?>> guardo l'ora sulla sveglia, anche se non so a che ora mi sia svegliato.
<<Da un po'>>
<<Che ore sono?>> finalmente apre gli occhi, quegli occhi assonnati che mi fissano. Si guarda in torno sbattendo più volte le palpebre e poi sbadiglia.
<<Le nove>>
<<Le... Nove?>> dice agitata. Si alza mettendosi seduta sul letto e guarda l'ora sulla sveglia come se non ci credesse.
<<Che succede?>> le chiedo preoccupato del suo cambio improvviso d'umore, e di sguardo. Ora sembra che tutto il sonno le sia scomparso, la sua faccia assonnata è improvvisamente diventata preoccupata.
<<Tra mezz'ora ho un esame>> si toglie le coperte di dosso e scende dal letto per andare a raccogliere i suoi vestiti che ieri sera le ho accuratamente strappato di dosso e gettato per terra.
<<Tranquilla ti accompagno io>> esco dalle coperte e scendo dal letto, subito sento freddo. Che palle, nel letto si stava così caldi e comodi. Mi avvicino a lei che sembra un treno in corsa, non si ferma un attimo.
<<Ti ricordo che non hai una macchina, e io non ho la mia qui>>
<<Ho la moto, ci metteremo ancora meno tempo>> si abbassa per raccogliere i jeans e quando si alza si ferma a guardami, come se solo ora avesse capito le mie parole. Sembra rilassarsi, meglio così, non mi piace vederla agitata. Devo sempre ricordarle che con me deve stare tranquilla e che alla fine una soluzione la troviamo sempre.
<<Giusto, bene muoviamoci, non voglio arrivare in ritardo>> sgattaiola fuori dalla stanza e io non stacco neanche per un secondo gli occhi dal suo sedere perfetto. Avrei preferito passare tutta la mattina qui con lei. Stupido esame del cavolo. Sbuffo e mi vesto. In meno di dieci minuti siamo entrambi vestiti e pronti. Prendo le chiavi della moto e ci avviamo in garage. Prendiamo i caschi e saliamo sulla moto. Sfreccio a tutta velocità verso il college e alle nove e venticinque precisi siamo arrivati.
Cam scende dalla moto e si toglie il casco. Sta per correre a lezione ma io le blocco il braccio per non farla scappare via.
<<Prima che scappi>> le tiro il braccio facendola avvicinare a me, la bacio ignorando le occhiate degli alunni che ci passano davanti per andare alle loro rispettive lezioni. Quando si stacca dalle mie labbra mi guarda sorpresa e allo stesso tempo confusa.
<<Perché quella faccia? Non ti aspettavi che ti avrei baciata in pubblico?>> lei scuote la testa.
<<Ora sei la mia ragazza. É questo che fa una coppia giusto?>> lei mi sorride e mi ribacia, le stringo un fianco, perché so che le piace, e se non ci fosse gente intorno le poserei anche una mano sul sedere.
<<Ora vai o arriverai in ritardo. Buona fortuna>>
<<Grazie>> mi sorride e si gira ricominciando a correre. Rimango seduto sulla moto a guardarla correre a lezione. Ignoro completamente le ragazze che si avvicinano facendo apprezzamenti su di me e la mia moto, non mi interessano i loro apprezzamenti. Solo adesso ho capito che il giudizio degli altri per me è sempre stato indifferente e che l'unico giudizio importante è quello di Cam. Prima pensavo, su questo punto di vista, che mi fosse iniziato a importare del giudizio negativo o positivo della gente, ma ora realizzo che tutt'ora non me ne frega un cazzo. Solo il giudizio di Cam è importante per me. Il solo e unico.
Quando scompare dal mio campo visivo tolgo il cavalletto e vado via.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora