CAMRYN
Quando tornammo dalla nostra passeggiata i piedi mi facevano terribilmente male. Non abbiamo camminato molto, soprattutto perché eravamo a piedi, ma non ho indossato le mie scarpe più comode. Fuori il forte caldo mi ha fatto venire mal di testa. Al contrario Tyler sembra stare una favola. Tralasciando il dolore, gli ho comunque promesso che se in questi giorni trovassimo del tempo per noi gli mostrerò anche le zone più lontane, ma con la macchina, perché dopo questa passeggiata dovrò buttare le scarpe, e i miei piedi.
Arrivati a casa in cucina trovo mia madre stesa per terra su un tappetino. Tyler dietro di me la guarda con aria di domanda. Io invece ne sono abituata.
<<Sta facendo I suoi esercizi quotidiani di yoga>> gli spiego togliendomi le scarpe e andandomi a sedere vicino al tavolo.
<<Dov'è Lydia>> chiede Tyler guardandosi intorno.
<<Sta dormendo in camera mia. Stavamo guardando la tv ed è crollata>> risponde mia madre senza smettere di fare i suoi esercizi. Mi mancava vederglieli fare. Non è una cosa che faceva da quando ero piccola, ricordo che ha iniziato tre anni fa. Ha cercato di convincere molte volte anche me di praticare yoga per rilassarmi, ovviamente ho sempre rifiutato. Provai solo una volta anni fa e non andò molto bene, quindi decisi di lasciar stare. Lo yoga non è solo respirare profondamente, ci sono un sacco di posizioni difficili. Per mia madre era un modo per staccare la spina da ogni cosa, non è stato facile per lei andare avanti da mamma vedova e con una figlia piccola. Quando lo stress era troppo ricordo che prendeva il suo tappetino e, che fosse in cucina o in salone, iniziava a praticare quelle sue pose strane. Guardo fuori la finestra e ormai si è fatta sera. Non me ne ero neanche resa conto che il tempo fosse passato così velocemente.
<<Domattina arriveranno tutti...I parenti>> dice mia madre tra un respiro e un altro, a chiunque sembrerebbe strano questo modo di parlare, ma io sono così abituata che a stento ci faccio caso. Parlavamo spesso quando lei faceva yoga. Non perde mai la concentrazione.
<<A che ora?>>
<<Alle 7:00>>
<<Così presto?>>
<<Ci sono molte cose da fare>> respira profondamente un altro paio di volte, poi si alza e arrotola il suo tappetino chiudendolo con un elastico.
<<Scusami Tyler, sono abituata a fare yoga in casa quotidianamente>>
<<Non si preoccupi, penso che lei sia davvero brava>> fa Tyler, mia madre gli sorride grata dei complimenti. Esce dalla cucina per andare a posare il suo tappetino in camera sua.
<<Sei un lecchino>> gli dico dopo essermi assicurata che mia madre non mi possa sentire perché, non so come, riesce a sentire sempre tutto.
<<Sono solo sincero. Spero che tu abbia preso da tua madre e che sappia fare anche tu almeno una di quelle posizioni>>
<<Ne sono capace>> mento. Sono praticamente un pezzo di legno e per niente elastica.
<<Vedremo stasera a letto>> dice fissando il pavimento e sorridendo. Sa benissimo che dopo questo non saprò come replicare, ed è così. Rimango in silenzio. Intanto mia madre arriva in cucina e io spero non abbia sentito nulla.
<<Mentre eravate fuori ho preparato la stanza dove passerai la notte>> dice riferendosi a Tyler. Per un secondo mi ero completamente dimenticata che non avremmo passato la notte insieme.
<<Vado a farmi una doccia, intanto Cam potresti iniziare ad apparecchiare?>> annuisco e lei si dirige al piano di sopra.
Inizio a prendere la tovaglia e ad apparecchiare. Tyler mi dà una mano, mette le posate e i bicchieri, ovviamente dopo avergli detto in che preciso scaffale erano situati. Rimaniamo in silenzio tutto il tempo. Ho l'impressione che abbia assunto un comportamento freddo nei miei confronti. Come se ce l'avesse con me per qualcosa. Forse è solo una stupida impressione, eppure è da quando siamo arrivati qui che sembra cambiato.
<<Va tutto bene?>> gli chiedo mentre piego i fazzoletti in piccoli triangoli, piccola abitudine che ho preso da mia mamma, ma che non ho mai fatto all'esterno di casa mia.
<<Si, perché?>> risponde non guardandomi, finge di sistemare le sedie vicino la tavola, cosa che ha fatto anche prima. Quelle sedie non hanno bisogno di essere sistemate, questo significa che sta evitando in tutti i modi il mio sguardo.
<<Sicuro?>> insisto.
<<Perché me lo chiedi?>>
<<Perché mi sembra che da quando siamo arrivati qui sei più freddo>> rimane in silenzio a guardarmi, come se non si aspettasse che io me ne accorgessi. Lascia stare le sedie e viene vicino a me. Si appoggia sul tavolo mettendosi di fronte a me a braccia incrociate.
<<Mi infastidisce>>
<<Cosa?>>
<<Il fatto che tua madre sappia di me, e del mio passato>> trattengo il respiro, sia perché non mi aspettavo che ne parlasse subito, e sia perché non pensavo che gli desse così fastidio. Stamattina in macchina ne avevamo già parlato, ma non avevo capito quanto gli pensasse questa cosa.
<<Sa solo una piccola parte. I miei parenti non sanno nulla e non sapranno nulla>> e io che credevo avessimo risolto la questione ore fa.
<<Non volevo proprio che lo sapesse>> alza un po' il tono, la prima cosa che mi viene in mente è solo che non voglio litigare ora, non la sera prima di Natale. Non adesso che avrei voluto fosse tutto perfetto.
<<Mi dispiace>> lui sembra pentirsi di aver alzato la voce contro di me. Sospira e si passa una mano tra i capelli. <<È la seconda volta che dici che ti dispiace>> credo sia inutile che lui dica così se poi tornerà ad urlarmi contro.
<<Non volevo alzare la voce contro di te. Ti assicuro che non voglio litigare, però capisci anche che non ne ho mai parlato con nessuno, già il fatto che tu ne sia a conoscenza mi sembra ancora strano, ora da un momento all'altro scopro che lo sa anche tua madre. É troppo>> gli prendo le mani e lui inaspettatamente mi bacia i palmi. Allora non è così amareggiato come pensavo, perché se lo fosse, non lo farebbe.
<<Mi dispiace che tu ti senta così. Ma ti posso assicurare che mia madre terrà la bocca chiusa su tutto>> mi porta le mani sulle guance e io gli accarezzo la barba che gli sta crescendo, dovrei veramente impedirgli di radersi. Mi porta le mani in vita e mi attira verso di lui per baciarmi. La sua faccia è così calda come le sue labbra. É tutto un fuoco. Fa scorrere la sua mano dalla schiena fino al fondo schiena, sta per arrivare al mio sedere ma quando sentiamo i passi di mia madre scendere dalle scale ci stacchiamo, ma non prima di avermi strizzato velocemente una natica. Che ci vuoi fare, è Tyler. Mia madre entra in cucina con in braccio Lydia che stringe in mano un mio vecchio pupazzo.
<<Avete davvero messo la tavola, che bravi. Dimmi la verità Tyler, ti hai aiutato Cam o hai fatto tutto da solo?>>
<<Non ha voluto dormi una mano, è stata tutto il tempo seduta a guardarmi lavorare>>
<<Era ovvio>> risponde mia madre mettendo dei cuscini sulla sedia al posto di Lydia, visto che da seduta senza cuscini non ci arriva alla tavola. Do una leggera gomitata a Tyler e lui trattiene una risata. Da quanto lui e mia madre si coalizzano per prendermi in giro?
Ci sediamo a tavola e scopro che mia madre ha cucinato il pollo con contorno di verdure. Guardo stranita mia mamma che serve le portate. La sera prima di Natale abbiamo mangiato sempre minestrone o brodino perché altrimenti il giorno dopo, essendo sazi, non avremo voluto mangiare tutte le cose buone preparate il giorno di Natale. Avrei voluto che la cena procedesse in maniera tranquilla, ma naturalmente non è così. Non sono mancate le domande imbarazzanti tipo, Mia figlia almeno mantiene pulita la sua camera nei dormitori? Oppure, ti ho mai raccontato che il suo primo giorno di scuola scoppiò in lacrime perché non voleva che la lasciassi sola? Ma la ciliegina sulla torta è stata...Hai serie intenzioni con mia figlia? Posso affermare che mia madre ha sottoposto realmente Tyler a un vero e proprio interrogatorio. Lui mi è parso abbastanza tranquillo. A salvarci da quella domanda imbarazzante è stata Lydia che ha distratto, inconsciamente, mia madre chiedendole un altro po' di pollo. Quando sparecchiamo sono le undici passate.
<<Le camere sono pronte. Lydia dormirà con me, voi vedete di non fare tardi che domattina presto arrivano i parenti>> dice mia madre prendendo Lydia in braccio, che ormai si è addormentata sulla sua spalla. Ci augura la buonanotte prima di dirigersi in camera.
<<Hai sonno?>> chiedo a Tyler e lui scuote la testa.
<<Ho notato che non avete l'albero di Natale>>
<<Non lo facciamo da quando mio padre è andato via. Era una tradizione farlo tutti insieme. Quest'anno sono anche partita per il college, mia madre non avrebbe voluto farlo da sola>> fisso il punto vicino il divano in salone dove eravamo soliti posizionare l'albero. Mi divertivo un mondo a montarlo, soprattutto a decorarlo. Ora ogni decorazione è chiusa dentro il ripostiglio da anni. Tyler si abbassa e mi carica in spalla cogliendomi alla sprovvista. Trattengo il gridolino di stupore tappandomi subito la bocca per paura di svegliare Lydia.
<<Che fai?>> gli dico richiamandolo a bassa voce.
<<Avevi assunto un'aria così triste. Non si è mai tristi il giorno prima di Natale>> non ero triste, ero sovrappensiero.
<<Chi ha detto una cosa del genere?>>
<<Io>> mi rimette giù.
<<Andiamo a dormire>> dice subito dopo.
<<Non avevi detto di non aver sonno?>> chiedo leggermente delusa, avrei voluto passare l'intera notte in sua compagnia.
<<Infatti non ho sonno, ma hai sentito tua mamma? Vedete di non fare tardi che domattina arriveranno i parenti>> ripete le parole di mia madre facendomi ridere. Saliamo al piano di sopra. Ci fermiamo davanti le nostre rispettive stanze. La stanza degli ospiti, che non è proprio una stanza degli ospiti, è di fianco la mia.
<<Buonanotte Cam>>
<<Notte Tyler>> dico per poi aprire la stanza e buttarmi sul letto. Non mi ero neanche resa conto di quanto avessi sonno finché non ho toccato il letto. Gli occhi mi si chiudono e il mio corpo si è rilassato al solo contatto con il materasso. Mi costringo però ad alzarmi per andare al bagno per lavarmi i denti e mettermi il pigiama. Mi infilo sotto le coperte e provo una grande nostalgia. É da mesi che non dormivo nel mio letto, i miei occhi si erano abituati ormai a fissare le fredde pareti della mia camera al college. Mi giro di lato per guardarmi in torno. Non pensavo che tornare qui mi avrebbe fatto sentire così. Fisso le foto e i poster attaccati alla parete, i miei pupazzi, il mio armadio. Prima di addormentarmi l'ultima cosa che ricordo è la luce della luna che illumina la mia camera creando un bellissimo gioco di ombre, poi buio totale.
Vengo svegliata dal rumore cigolante della porta che si apre. Tyler entra nella mia camera in punta di piedi. Alzo la testa dal cuscino, è ancora notte.
<<Va a letto Tyler>> dico assonnata per poi chiudere gli occhi e ripoggiare la testa sul cuscino. Appena si sveglia anche il mio cervello riesco a connettere e a ragionare. Mi alzo di scatto dal letto. Chiude la porta dietro di sé e si avvicina al mio letto.
<<Ma che ci fai qui?>> guardo l'orario sulla mia sveglia. Sono le tre del mattino.
<<Come pretendi che io riesca a dormire sapendo che ci sei tu nella stanza di fianco alla mia?>>
<<Mia madre potrebbe svegliarsi e venire qui, non credo che sarebbe molto felice di vederci insieme a quest'ora>> conosco mia madre, inizierebbe a dare di matto e a ipotizzare ogni possibile ragione del perché ci trovassimo qui insieme, in piena notte.
<<Sta dormendo, non sentirà nulla>> si viene a sedere sul mio letto.
<<E cosa vorresti fare? Dormire qui?>> prende le coperte e le tira indietro scoprendomi. Avverto subito l'aria fredda sulla parte del corpo che prima era sotto le coperte. Si avvicina e mi bacia. Forse vuole solo darmi il bacio della buonanotte, penso all'inizio, ma quando inizia ad alzarmi la maglia del pigiama capisco che vuole tutt'altro. Mi sfila la maglia e se la sfila anche lui. Mi alza di peso e mi fa sedere a cavalcioni in braccio a lui. Tutto il sonno di prima viene spazzato via completamente.
<<Mi eri mancata>> dice baciandomi il collo. Anche lui mi era mancato, era da un po' che non ci davamo da fare. Le sue mani percorrono tutto il mio corpo e quando mi sta per sganciare il reggiseno per una frazione di secondo ricordo di essere in camera mia. Lo blocco e scendo dalle sue gambe.
<<Va tutto bene?>> mi chiede alzandosi dal letto e venendomi vicino preoccupato della mia reazione improvvisa.
<<Mi fa strano pensare che non lontano da noi c'è mia madre>> lui rotea gli occhi e fissa il soffitto. Lo so, sono noiosa su questo punto di vista, ma il pensiero che entri nella mia camera mentre io e Tyler stiamo facendo sesso non mi piacere per niente. Il suo corpo è illuminato dalla luce della luna, ma le sue spalle larghe mi fanno ombra.
<<Se non te la senti non ti costringerò>> è sincero. Riprende la maglia da terra per indossarla. Guardo sulla mia scrivania. C'è la chiave della mia camera,
poi guardo Tyler. A passo veloce prendo la chiave e mi avvicino alla porta per chiuderla, mia madre odia quando mi chiudo a chiave in camera, ma adesso non me ne frega più nulla. Mi giro verso di lui e gli vado in contro per baciarlo.
<<Hai cambiato idea?>> mi chiede stupito. Ha ragione lui, è notte fonda perché dovrebbe sentirci? In più la voglia di averlo è molto più forte della paura che provo nel fatto che lei ci posso sentire.
<<Si>> mi bacia e mi prende in braccio. Avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita. Si gira e mi fa sdraiare sul letto.
<<Posso togliermi la maglia o avrai altri ripensamenti?>> mi prende in giro. Senza che io risponda si sfila la maglia. In pochi secondo ci ritroviamo senza nessun indumento a dosso. Inizia a baciarmi sul collo e dietro l'orecchio, il mio punto preferito.
<<Non dimenticarti la protezione>> gli ricordo e lui sembra immobilizzarsi. Smette di baciarmi il collo. Al tatto mi sembra di toccare il marmo. Le braccia e le spalle sono completamente tese.
<<Che succede? Non dirmi che...>> non finisco la frase che Tyler impreca e si mette seduto sul letto. Lui mi guarda non rispondendo, ma il suo sguardo è già una risposta.
<<Come diavolo ho fatto a dimenticarmene?>> rimaniamo entrambi in silenzio. Anche se la voglia è tanta non voglio correre rischi, quindi senza protezione non si fa nulla.
Anche se mi dispiace, mi alzo dal letto e infilo la sua maglia, almeno mi copro, non perché io abbia vergogna, ma perché la notte fa freddo.
<<Dobbiamo resistere qualche giorno>> probabilmente sto incoraggiando più me stessa che lui. Si alza dal letto per raccogliere i boxer da terra, si gira dalla mia parte e mi sorride.
<<Mi sa che per stasera dovremmo accontentarci solo di dormire insieme>>
<<Vuoi rimanere a dormire qui?>> si infila i boxer e dopo torna nel mio letto.
<<Non mi muovo da qui>> sorrido e dopo essermi rimessa almeno l'intimo torno sotto le coperte vicino a lui. Tyler mi dà un bacio in fronte e ispira il mio profumo tra i miei capelli. Il mio letto non è molto grande, per non cadere siamo costretti a stare attaccatissimi, non che la cosa mi dia fastidio.
<<Domattina conoscerai tutti i miei parenti>>
<<Spero non siano noiosi e perfettini come te>> mi prende in giro per poi ridere.
<<Ridi da solo alle tue stesse battute>>
<<Non è colpa mia se sono divertente. Ammettilo che ti faccio morire dal ridere>> non rispondo per non dargliela vinta. Mi sdraio posizionandomi su un fianco dandogli le spalle.
<<Te la sei presa?>> non me la sono presa, ho solo sonno. Abbiamo già infranto due divieti imposti da mia madre. Non dormire insieme e non fare tardi. Abbiamo fatto entrambe le cose.
<<Buonanotte Tyler>>
<<Te la sei presa, davvero?>> mi scuote e io mi giro verso di lui.
<<Sono le tre del mattino. Dobbiamo dormire>> dico per poi ridargli le spalle. Mi sento tirare indietro e mi ritrovo sdraiata sul suo petto.
<<Adesso possiamo dormire>> sorrido e poggio la testa sul suo petto caldo, ma come fa ad essere sempre così caldo?
<<Notte Cam>> è l'ultima cosa che sento prima di addormentarmi.Mi guardo allo specchio e mi aggiusto il vestitino prima di salire sul palco. Ignoro le gambe che mi tremano e le voci intorno a me. Tra un po' salirò sul palco con i miei amici e le mie amiche per la recita di Natale, canteremo Silent Nigth in coro. Sono molto tesa. Mamma e papà verranno a vedermi e questo mi metto solo più ansia. Voglio fare bella figura. La maestra mi chiama per avvisarmi che è il momento di salire sul palco. Sento che il peso sul petto si è fatto più pesante e il cuore mi batte forte. In questo momento la voce nella mia testa mi ricorda le parole che dice sempre mia madre, ossia che nei momenti di forte ansia devo fare profondi respiri. Ci provo ma non ottengo nessun miglioramento. Mi metto in fila dietro i miei amici e insieme saliamo tutti sul palco. La maestra mi posiziona subito in prima fila. Tutti i genitori battono le mani e fischiano. Io guardo tra la folla e riconosco subito lo sguardo di mia madre. Ha una telecamera in mano e con l'altra mi saluta. Le sorrido e la saluto anche io, ma il mio sorriso si spegne quando vedo che il posto di fianco a lei è vuoto. La canzone parte e tutti noi iniziamo a cantare. Sento tutta la tensione di prima che svanisce e viene subito sostituita dalla tristezza. La canzone finisce e, dopo che tutti i genitori esultano felici, ritorniamo in fila dietro le quinte. Tutti i genitori vengono a congratularsi con i figli. Vedo mamma che si avvicina felice.
<<Sei stata bravissima tesoro>> mi mette in testa un cappellino di Babbo Natale con una campanellina attaccata alla punta.
<<Dov'è papà?>> vedo sparire la felicità nei suoi occhi, ma non il sorriso.
<<Papà non è potuto venire. Sai che ha molto lavoro da sbrigare. Ma guarda chi ho portato...>> dietro di lei compare mio zio. Mi prende in braccio e dopo avermi dato un bacio sulla guancia mi poggia a terra.
<<Sei stata bravissima Cam>> gli sorrido, ma non sono felice. Voglio bene a mio zio ma...Non è il mio papà. Ci tenevo che venisse a questa recita. L'anno prossimo vado alle medie e non farò più le recite. Questa era l'ultima. Prima d'ora non si era mai perso nessuna mia recita.
<<Amore non fare così. Sai che se fosse per tuo padre lui sarebbe sempre qui con te>>
<<Io volevo che venisse>> la maestra avvisa mia madre che deve tornare a sedersi perché deve iniziare il secondo tempo dello spettacolo. La recita continua e io rimango seduta in un angolo dietro le quinte tutto il tempo. Vedo qualche mia amica che parla con il proprio papà, mentre io non posso farlo. Iniziano a scendermi le lacrime e poggio la testa sulle ginocchia. Non so quando tempo rimango a piangere, ma quando smetto mi bruciano gli occhi.
Quando finisce la recita sono felice di andare a casa. Non mi piaceva vedere tutte le mie amiche con i loro papà e io no. Avrei tanto voluto che il mio papà mi avesse visto cantare. Abbiamo fatto molte prove per questa recita e io mi sono impegnata tanto, a quanto pare inutilmente. Trascorriamo tutto il viaggio in silenzio e quando arrivo a casa vado subito a letto senza neanche cenare. Mio padre tornò la settimana dopo Natale, non trascorse neanche le vacanze con noi, non ho mai saputo che cosa lo tenesse così occupato per non tornare da noi. Quello fu il primo Natale senza mio padre, ignara, che non sarebbe stato l'ultimo.Vengo svegliata di soprassalto da qualcuno che si è sdraiato di peso sulle mie gambe. Alzo la testa dal cuscino e vedo che quel peso è solo Ares. Tyler deve essersene andato stamattina presto, perché non è di fianco a me. Sono sicura che ciò che è successo ieri sera con lui non è stato un sogno, perché c'è ancora il suo profumo sulle lenzuola, e questa è una delle cose di lui che non mi annoieranno mia. Però, quel sogno è ancora fresco nella mia a mente e mi sembra di riprovare le stesse emozioni che provai anni fa. Accarezzo Ares e pia piano cerco di sfilare le gambe da sotto il suo corpo. Scendo al piano di sotto e trovo Tyler, Lydia e mia madre in cucina.
<<Buongiorno dormigliona>> dice Tyler mettendo dello zucchero nel suo caffè. Si alza e mi abbraccia. Mi fa piacere che si mostri dolce anche davanti mia madre e non mantenga un comportamento distaccato.
<<Buon Natale>> ricambio l'abbraccio.
<<Buon Natale>> rispondo rivolta a tutti. Lydia scende dalla sedia e mi salta in braccio.
<<Buon NATALE!!>> Grida felice. Non mi ero neanche resa conto che stesse indossando il capello di Babbo Natale. L'ho notato solo quando saltandomi in braccio è suonata la campanella alla punta. Era il mio cappellino. Che déjà-vu.
<<Buon Natale>> dice mia mamma posando sul tavolo una tazza di cioccolata calda fumante con dei marshmallow sopra che galleggiano. Mi siedo anche io a tavola con loro. La mattina passa tra chiacchiere e risate mentre io mi gusto la cioccolata calda e sento quel brutto sogno sempre più lontano, e quell'angoscia di prima sciogliersi come marshmallow nella cioccolata bollente.
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Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]
Romance> Camryn è la tipica ragazza intraprendente e determinata sopra ogni cosa. È pronta ad affrontare il suo grande obbiettivo , il College. Camryn sembra una ragazza felice e sicura di se, ma un evento passato l'ha segnata dai suoi 16 anni. È convint...