Capitolo 21

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TYLER
Appena entro in macchina il telefono inizia a squillare ma io lo ignoro. Sarà sicuramente quella rompipalle di Gemma. Non fa altro che chiamarmi da giorni e io non faccio altro che ignorarla. Dopo essere andati a letto insieme ha confessato che pensare a una relazione seria con me non le dispiacerebbe.
Ancora non capisco come abbia fatto ad avere il mio numero. Il telefono continua a squillare senza mai fermarsi. Dopo il quarto squillo inizio a pensare che non sia Gemma.
<<Non rispondi?>> mi chiede Camryn irritata ancora per prima. Quello irritato sono io, non dovrebbe esserlo lei. Mi fa sempre preoccupare, e poi vuole anche interpretare il ruolo di ragazza offesa?
Sbuffo prendendo il telefono dalla tasca senza mai staccare gli occhi dalla strada.
Quando vedo il numero sullo schermo la prima cosa che faccio è fermare di botto la macchina. Entrambi ci sporgiamo in avanti, nessuno dei due aveva la cintura di sicurezza.
<<Sei impazzito?>> mi urla contro, ma io non ci bado. Continuo a fissare il numero sullo schermo. Non chiama mai se non per qualcosa di grave. Tiro un sospiro e rispondo al telefono.
<<Che è successo?>> ho un tono di voce calmo anche se dentro sto morendo dall'ansia e dalla paura che le sia successo qualcosa.
<<Tyler, finalmente hai risposto>> il tono di voce dall'altro lato del telefono è preoccupato il che non fa altro che mettermi più ansia.
<<Che è successo?>> richiedo con meno pazienza. Camryn rimane in silenzio a fissarmi con un'aria preoccupata ma non dice nulla.
<<Ha la febbre alta e sta piangendo da quasi un'ora. Non fa altro che chiamare il tuo nome. Sarà meglio che tu venga qui il prima possibile>> Non faccio in tempo a sentire l'ultima parte che sgommo bruscamente con la macchina. Un gesto che mi costringerà a comprarmi delle nuove ruote, ma adesso non mi importa. Posso permettermi di cambiare ruote anche ogni settimana.
<<Sto arrivando>> stacco subito la chiamata e fisso per qualche secondo Camryn che si è accigliarsi.
<<Dove stiamo andando?>> Non vorrei portarla con me, ci sarebbero troppe cose da spiegare e lei non capirebbe. Ma non ho tempo per riportarla ai dormitori, vado di fretta.
<<È una cosa urgente. Faremo subito>> lei sembra capire che non ho voglia di parlarne e per tutto il viaggio rimane in silenzio. Accende la radio per colmare quel silenzio e per il resto del tragitto rimaniamo a sentire varie canzoni che passano alla radio. Una volta arrivato spengo subito il motore.
<<Che ci facciamo qui?>> guarda fuori dal finestrino la casa di fronte e poco dopo mi fissa.
Capisco subito che inizierà a riempirmi di domande. Solo che io non risponderò a nessuna di quelle. Non oggi.
<<Niente domande. Rimani qui>> scendo dalla macchina e chiudo lo sportello.
Corro subito davanti la porta e busso aspettando impaziente che qualcuno venga ad aprirmi.
Pochi secondi dopo ad aprirmi la porta è una signora anziana con i capelli cortissimi e bianchi. La proprietaria di questa casa. Si chiama Melissa ma io la chiamo Signora Mason, è più formale.
<<Tyler>> si avvicina per salutarmi ma dal mio sguardo sembra capire che vado di fretta.
<<Dov'è?>>
<<È in soggiorno >> si sposta per farmi passare. La sorpasso e mi dirigo in salone.
Dal soggiorno arrivano dei lamenti strazianti che terminano solo quando mi ritrovo sulla soglia.
Pochi secondi dopo mi ritrovo con in braccio una bimba dai capelli nerissimi che mi stringe forte e piange sul mio petto.
<<Hey, sono qui>> le sussurro per tranquillizzarla. È orribile vederla così.
<<Ci hai messo tantissimo tempo>> sì lamenta la mia piccolina.
Compare la signora Mason sulla soglia del soggiorno. Mi salgono alla mente alcuni ricordi che ricaccio indietro in una parte profonda della mia mente.
<<Non potevo non venire>> bacio la fronte alla bambina in braccio a me, e le accarezzo i capelli. Scotta tantissimo.
<<Lydia smettila di piangere. Non vorrai fare brutta figura davanti Tyler>> la richiama la Signora Mason, ma questo non fa altro che aumentare le grida di Lydia. È solo una bambina cazzo. La fulmino con lo sguardo e lei si zittisce.
<<Non ha altri bambini da controllare? >> dico e lei capisce che deve andarsene.
Lydia si stacca da me e mi guarda negli occhi. I suoi bellissimi occhioni, che adesso sono arrossati e pieni di lacrime.
<<Sono calda, calda>> si posa una mano sulla fronte e quando chiude gli occhi fa cadere una lacrima sulle sue guance.
<<Starai meglio. Te lo prometto>> la stringo forte e lei si appoggia al mio petto.
<<Voglio sedermi>> mi chiede debolmente. Io mi siedo sul divano facendola sedere sulle mie gambe.
<<Perché sono così calda?>> si porta ancora una mano sulla fronte.
<<Perché hai la febbre>>
<< Sto morendo?>> quella domanda improvvisa mi fa spuntare un sorriso sulle labbra.
<< No. Chi te lo ha detto che stai morendo?>> Lydia si strofina gli occhi e sbadiglia.
<< È stato Oliver >> quel bambino idiota. Non è la prima volta che fa lo stronzetto con Lydia, lo fa solo perché è più grande. Se non fosse solo un bambino gli avrei già rotto l'osso del collo.
Lydia si appoggia al mio petto e io le accarezzo la testa. Anche se quel momento di pace dura poco.
<<Chi è?>> mi chiede Lydia facendomi alzare lo sguardo.
Sulla soglia del soggiorno compare la Signora Mason...Con Camryn al suo fianco.
Cazzo. Mi irrigidisco all'istante.
<< Tyler, è una tua amica?>> mi chiede la Signora Mason. Camryn guarda me e Lydia con un'aria interrogativa.
<<Si>> la brucio con lo sguardo ma lei non si lascia intimidire dal mio sguardo. Anzi, incrocia le braccia e sostiene la mia occhiataccia.
<<Può andare Signora Mason>> le dico senza mai staccare gli occhi da Camryn.
Quando rimaniamo soli, ne approfitto per richiamarla.
<<Ti avevo detto di rimanere in macchina>> le urlo contro.
<<Perché urli?>> mi chiede spaventata Lydia. Per un secondo mi ero dimenticato che fosse ancora in braccio a me. È così piccola che scompare in un mio abbraccio.
<<Scusami Lydia. Non volevo gridare>> lei si stacca da me e si alza avvicinandosi a Camryn.
<<Ciao io sono Lydia. Piacere>> si alza sulle punte per le afferra la mano. Le sorride con uno di quei sorrisi che sono le bimbe come
lei possono fare, come se pochi secondi fa non stesse piangendo. Camryn si piega sulle gambe e le accarezza la testa.
<< Ciao piccola. Io sono Camryn>> le sorride calorosamente e Lydia arrossisce. Diventa più rossa di quello che già è.
<< Lo sai che sto morendo?>> Io mi alzo e mi avvicino abbassandomi anche io sulle ginocchia.
<< Lydia, non stai morendo te l'ho già detto>>
<< Ma Oliver..>>
<< È un'idiota>> Sbotto, rendendomi solo dopo conto della mia reazione eccessiva.
Lydia si porta una mano sulla bocca sorpresa.
<< Non dire parolacce>> mi richiama mentre Camryn si porta una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere.
<<Tu che hai da ridere?>> mi fa la linguaccia e Lydia ride. Tra le due non saprei chi sia la più bambina.
<< Ti assomiglia>> mi dice senza staccare gli occhi da Lydia e la scruta attentamente.
Io mi irrigidisco trattenendo il fiato per qualche secondo. Mi alzo in piedi allontanandomi di qualche passo da loro.
<< Non dire stupidaggini>> metto una mano in tasca e prendo il pacchetto di sigarette, infilandomene una in mezzo alle labbra. Non può essersene accorta.
<<Posso averne una caramella?>> mi chiede Lydia tirandomi il jeans. Avrà preso le sigarette per delle caramelle.
<<Non sono caramelle>> Lydia sembra delusa e abbassa lo sguardo.
<<Hey, perché non mi dici quanti anni hai?>> Lydia si gira e corre vicino Camryn.
<<Ho cinque anni>> le fa il numero cinque sulle dita.
Camryn l'abbraccia forte facendola appoggiare sul suo petto e facendola ridere. Non avevo mai visto Lydia essere così espansiva con una nuova persona che non sia io.
<<Tyler perché questa ragazza ha la tua camicia?>>
Camryn mi fissa sorridendo e io mi tolgo la sigaretta spenta dalle labbra incrociando le gambe.
<<Le piaceva, quindi gliel'ho regalata>> Lydia annuisce senza aggiungere niente. In effetti le sta una bomba e non mi dispiacerebbe se la indossasse più spesso.
<<È tua sorella?>> mi sussurra e quella domanda mi spiazza.
Il mio cuore salta un battito. Io non posso far altro che guardarla senza riuscire a dire nulla. È così perspicace e così curiosa questa ragazza. Mi affaccio per vedere se Lydia ci stia sentendo. Fortunatamente sta giocando con i bottoni della sua camicetta e non ci sta prestando attenzione.
Prendo Camryn per il braccio e mi avvicino a lei.
<<Possiamo non parlarne qui?>>
Le dico a bassa voce avvicinandomi alla sua faccia.
Quando mi sembra che voglia controbattere si intromette Lydia mettendosi in mezzo a noi.
<<Ho tanto sonno>> si strofina gli occhi sedendosi per terra. È solo un modo per farsi prendere in braccio ma decido di accontentarla prendendola in braccio. Lydia poggia la testa sulla mia spalla rilassandosi. È ancora molto calda.
<< Ciao, ciao>> Lydia saluta Camryn e lei ricambia il saluto.
<<Torno subito>> lancio un'occhiata veloce a Camryn e mi dirigo nella stanza dei bambini.
Poggio Lydia sul letto, che ormai già sta russando, ed esco dalla camera.
Quando ritorno in soggiorno vedo Camryn che sta giocando con alcuni bambini. Uno di loro è seduto sulle sue gambe e sta giocando con i suoi lunghissimi capelli.
È così bella con la mia camicia nera. Quando si accorge di me si alza facendo prima scendere il bambino dalle sue gambe.
Le faccio cenno di seguirmi e lei dopo aver salutato i bambini, anche se alcuni fanno i capricci, mi segue.
Una volta in macchina, come mi aspettavo che fosse, il discorso viene subito aperto.
<<È davvero tua sorella?>> non vorrei dirle la verità, ma è così astuta che non crederebbe alle mie bugie. Per non parlare che è alquanto difficile non notare la nostra somiglianza.
<<Allora?>> mi chiede con impazienza. Mi passo una mano tra i capelli sbuffando.
<<Si>> trattengo il fiato rispondendo a quella domanda.
<<Lei non lo sa vero?>> dice come se sapesse già la risposta.
<<No>> mi volto dalla sua parte e la guardo. Non sono pronto a rispondere ad altre domande. Perché questo significherebbe farla trovare faccia a faccia con i miei demoni e questo non succederà mai.
<<Perché?>>
<<Sono cazzi miei>> dico tutto d'un fiato. Ho l'affanno e solo ora che respiro normalmente mi rendo conto che stavo trattenendo il fiato.
Senza aggiungere altro accendo il motore e parto.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora