CAMRYN
È una delle bambine più belle che io abbia mai visto. Sembra Tyler ma la sua versione femminile in miniatura.
<<Ciao>> grida Lydia quando vede me e Tyler entrare in salotto.
Stava giocando con una bambina, ma quando ci vede lascia subito le sue bambole e ci corre in contro.
<<Ciao piccola>> si abbassa Tyler prendendola in braccio e facendola ridere di gioia.
Lo vedo serrare la mascella per il dolore alla mano, ma a quanto pare non vuole darlo a vedere e io faccio finta di non essermene accorta. In un momento così dolce è meglio mettere da parte altri problemi.
Sono così belli insieme. Tralasciando che è il fratello, sembra che gli esca naturale essere dolce con lei.
<<Ciao Cammin>>
<<Camryn>> la corregge Tyler mettendola a terra.
<<Vieni>> si alza in punta di piedi e mi prende una mano tirandomi verso la sua amica dai capelli rossi e le lentiggini.
<<Questa è la mia bambola>> prende una Barbie e me la mostra. Ricordo di averne avuta regalata una del genere al mio compleanno quando avevo quasi la sua età. Anche se da piccola giocavo sia con i bambini che con le bambine, quindi le bambole non rientravano proprio nella cerchia dei miei giocattoli preferiti.
<<Si chiama Cammin>>
<<Hai chiamato la tua bambola come me?>> le chiedo, lei annuisce e si gira per tornare da Tyler.
<<Chi sei?>> chiede la bambina che fino a pochi minuti fa stava giocando con Lydia. Mi guarda dal basso verso l'alto con degli occhioni azzurri bellissimi, sembra una bambola di porcellana.
<<Sono Camryn>>.
<<Sei la fidanzata di Tyler?>> sento dietro di me Tyler che tossisce e io arrossisco.
<<Per niente>> risponde freddamente lui al posto mio. Non sono la sua ragazza, ma mi ha fatto male sentire che lui lo abbia detto con così tanta freddezza, come se gli desse fastidio anche solo pensare a noi due come una coppia. Io mi limito solo a negare con la testa e fingo un sorriso gentile.
<<Tu come ti chiami?>>
<<Kristy, e ho sei anni>> si avvicina e mi abbraccia la gamba cogliendomi alla sprovvista.
È così carina. Ho un debole per i bambini, specialmente se si comportano in questa maniera così tenera.
Tyler si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla facendomi sussultare.
<<Non capisco tu cos'abbia che piaci a tutti i bambini>>
<<Non proprio a tutti>> tendo a precisare e lui scuote la testa non essendo d'accordo con me. Stacca la sua mano dalla mia spalla e sentire che quel contatto già mi manca mi fa sentire davvero stupida.
<<Ti sei fatto male?>> chiede Lydia fissando incuriosita la mano fasciata di Tyler.
<<Si>> Conferma fissandosi la mano che poi la infila nella tasca posteriore dei jeans.
<<Come?>> si intromette Kristy avvicinandosi a lui che palesemente non sa cosa rispondere e quindi decido di correre in suo aiuto.
<<Mi stava aiutando ad aggiustare l'armadio che ho in camera ma è caduto facendosi male>> essendo bambine non fanno tante domande e Tyler mi lancia uno sguardo di ringraziamento.
<<Ecco la merenda>> entra in salotto la signora anziana che vidi la scorsa volta. Ha in mano un vassoio con delle merendine e del succo d'arancia.
<<Ciao ragazzi>> ci saluta e io ricambio il saluto con un sorriso.
<<Signora Mason>> dice Tyler scuotendo il capo come per salutarla.
Lei poggia il vassoio sul tavolino e le due bambine corrono a fare merenda.
Quando ci passa di fianco sussurra qualcosa a Tyler e io riesco a sentirlo.
<<Era la tua merenda preferita, ricordi Tyler?>>
Lei però riceve uno sguardo amaro e la signora abbassa la testa con uno sguardo triste stampato un volto . Che cosa significa?
<< Volete un the?>> chiede subito dopo la signora Mason e io non riesco a dire di no mentre Tyler rifiuta.
<<Con piacere>> le sorrido.
<<Vieni in cucina cara>> io la seguo ed entrambe ci dirigiamo in cucina.
<<The ai mirtilli?>> mi chiede e io annuisco guardandomi intorno. Non sembra un orfanotrofio ma sembra una normalissima casa, è molto accogliente e credo che sia questa la cosa più bella. Credo che sia questo quello che lei vuole, far sentire tutti i bambini come se fossero davvero a casa.
<<Accomodati cara>> mi siedo vicino al tavolo mentre lei apre uno scaffale cacciando due bustine di The. Io ripenso a quello che ha detto poco fa e le domande iniziano a balenarmi in testa.
<<Signora Mason, Tyler è stato qui da bambino?>>
So che Tyler non me ne parlerebbe mai e sono curiosa di sapere del perché lei abbia detto quella cosa poco fa.
<<Tyler mi chiama Signora Mason, ma tu chiamami Melissa>> riempie un pentolino con dell'acqua e si gira qualche secondi a fissarmi. Noto delle foto attaccate alla parete, ci sono alcuni bambini seduti uno vicino all'altro ma da qui non capisco chi siano, riconosco sullo sfondo solo Melissa che ha in braccio una bambina. È una foto molto vecchia e lei era molto più giovane di ora e i suoi capelli erano molto più lunghi.
<<Tyler viveva qui?>> butto così quella domanda perché mi sembra la conclusione più ovvia.
Melissa tira un sospiro e dopo aver messo il pentolino sul fuoco si avvicina al tavolo e si siede di fronte a me.
<<Si. Tyler viveva qui anni fa. Se n'è andato quando aveva 16 anni>>
Non riesco ad immaginarlo bambino in questa casa. Quando pensavo al passato di Tyler lo immaginavo sempre in una normale case con una famiglia.
Melissa si alza e versa l'acqua in due tazze poi ci immerge le bustine, ci mette due cucchiaini di zucchero e si gira porgendomi la tazza.
<<Sua madre?>> le chiedo soffiando sul the e iniziando a berlo.
<<È morta>> quasi sputo il the che mi si è fermato in gola costringendomi a tossire forte.
Ecco perché Tyler non si sentiva più con sua madre. Peccato che io immaginavo un motivo del tutto diverso.
Non ho il coraggio di chiedere del padre e mi sforzo di non farle nessuna domanda al riguardo.
<<Quando arrivò qui aveva 13 anni. Lydia era neonata...Ma quella di Tyler è una storia un po' complicata >>
Abbasso lo sguardo e fisso la tazza fumante ignorando il dolore al petto. Vorrei non essere così curiosa e vorrei che fosse Tyler a raccontarmi queste cose e non lei. Mi sento un po' in colpa a ficcanasare nel suo passato in sua assenza.
<<Quindi lei conosce bene Tyler>>
<< Si lo conosco bene. Ha sempre avuto quel caratterino. Da piccolo picchiava quasi tutti gli altri bambini in questa casa, specialmente chi dava fastidio a Lydia, è molto protettivo nei suoi confronti>> sorride a quel ricordo mentre io continuo ad avere le idee più confuse. Tutte le domande mi invadono la mente e necessitano delle risposte perché tutti questi pensieri fanno troppo rumore nella mia testa e voglio sbarazzarmene.
<<Ricordo che litigava spesso con una coppia di gemelli. Hill era il loro cognome, ma non ricordo i loro nomi, sono passati molti anni, ma ricordo benissimo che litigavano sempre anche per le cose più futili perché erano gli unici che sfidavano Tyler senza avere paura delle conseguenze>>
Sarà stato durissimo per Tyler affrontare la perdita di sua madre e non voglio sapere cosa sia successo a suo padre. Melissa fa una leggera pausa prima di continuare il suo discorso.
<<Sembra un cattivo ragazzo, ma non lo è, si è solo creato quest'identità per nascondere il suo dolore>> si toglie gli occhiali e li pulisce con un panno.
Non avevo mai pensato che per nascondere questo suo dolore si fosse creato quest'identità, questo mi fa solo pensare a quanto abbia potuto soffrire in passato. Avevo sempre dato per scontato che fosse stronzo di natura, non che lo facesse per un motivo così delicato.
Spesso quando una persona ha sofferto in passato e ha avuto delle cicatrici si crea una corazza intorno a sé per proteggersi, ma Tyler si è creata una vera e propria identità.
<<Era molto affezionato a me da ragazzino >>
<< E poi?>>
<<Poi è cresciuto e le cose sono cambiate, lui è cambiato. Ha frequentato cattive amicizie e ha preso brutte strade. Ma io gli voglio molto bene e so che anche lui me ne vuole, ma ha così paura di affezionarsi che preferisce respingere la gente invece di accoglierla>> si asciuga gli occhi bagnati dalle lacrime.
<<Ho fondato questa casa per i bambini bisognosi. Non volevo farli finire in un orfanotrofio dove rischiavano di essere maltrattati>> dice Melissa con la voce spezzata e io cerco ancora di metabolizzare le poche ma importanti informazioni che sto avendo.
<<Avete finito?>> ci chiede Tyler entrando in cucina.
Melissa si asciuga gli occhi e si rimette gli occhiali.
<<Cam vieni, Lydia e Kristy ti vogliono >> Mi fa cenno di seguirlo.
<<Vengo subito>> Tyler annuisce e prima di andarsene fissa me e poi rimane a guardare Melissa, quando la vede con gli occhi rossi dalle lacrime mi sembra quasi di vederlo preoccupato ma poi si gira e ritorna in salotto. Io sono sicura che abbia ragione Melissa e che Tyler sia ancora legato a lei.
<<Io sono sicura che Tyler le voglia ancora bene, solo non è bravo ad esternare i suoi sentimenti>> Melissa mi sorride calorosamente e si alza avvicinandosi a me.
<<Ci tiene a te. Si vede>> mi posa una mano sulla guancia continuando a sorridermi.
È una signora così dolce capisco perché Tyler l'adorasse da piccolo.
<<Cosa le fa credere che Tyler ci tenga a me?>>
<<Cara mia, vedo il modo in cui ti fissa e in tutti questi anni non ha mai portato nessuna ragazza qui a trovare Lydia, anzi non ha mia portato nessuno qui. Se ha portato te un motivo ci sarà>> Sto per rispondere ma vengo richiamata dal salotto.
<<Grazie Melissa per tutto>> l'abbraccio velocemente ispirando il suo dolce profumo e mi dirigo in salotto.
Tyler è seduto sul divano con Lydia e Kristy sedute sulle sue gambe.
Ha un libro in mano e sta leggendo una storia, mentre entrambe le bambine sono incantate dal racconto. Non si è nemmeno reso conto che sono sulla soglia della porta.
Ha uno sguardo così dolce e rilassato, non riesco a pensare a quello che mi ha detto poco fa Melissa. Mi fa troppo male pensare a quanto abbia sofferto in passato, era solo un bambino, ma almeno so a cosa è dovuto il suo caratterino.
<<Cammin, vieni qui>> mi richiama Lydia facendo alzare a Tyler lo sguardo dalla mia parte.
Io cerco di scacciare via quei pensieri e fingo un sorriso avvicinandomi a loro.
Lydia e Kristy scendono dalle sue gambe e mi prendono le mani per spingermi vicino a lui.
Alla fine mi ritrovo io seduta sulle sue gambe, mentre entrambe si siedono a terra di fronte a noi a gambe incrociate.
<<Vuoi sentire anche tu la storia piccola Cam?>> mi accarezza la schiena e io mi perdo nei suoi occhi verdi dimenticando i brutti pensieri di prima, dimenticando il dolore al petto che sentivo fino a pochi minuti fa.
Annuisco e Tyler mi sorride continuando a leggere.
Passiamo tutta la mattina a sentire Tyler legge diverse storie e a ridere sui commenti che fa sopra alcuni buffi personaggi.
Io non mi alzo mai dalle sue gambe, l'unica volta che ci ho provato ha stretto la presa in torno al mio fianco per non farmi muovere e non ho insistito, in fondo non mi dispiace stare seduta sulle sue gambe e godermi il suo buon profumo.
Mentre Tyler raccontava le storie il salotto si è iniziato a riempire di bambini che erano interessati alle favole.
<<È la tua fidanzata?>>
Chiede un bambino biondo avvicinandosi a noi.
Nego con la testa e cerco di sorridere ma il sorriso si trasforma in una smorfia triste. Sento gli occhi di Tyler addosso, ma non riesco a fingere di sorridere in questo momento.
Vorrei non esserne così delusa. Vorrei che non me ne importasse che a Tyler dia fastidio solo il pensiero di noi due come una coppia. Invece me ne importa e non posso farci niente.
<<Si, è la mia fidanzatina>> ride Tyler e io sgrano gli occhi spostando lo sguardo su di lui.
Tutti i bambini fanno dei versi di sorpresa e quando Tyler smette di ridere si gira a farmi l'occhiolino. Non ho neanche il tempo di arrossire che mi fa alzare dalle sue gambe per alzarsi anche lui.
<<Ora dobbiamo andare via>>
Tutti i bambini fanno dei versi contrariati pregandoci di rimanere.
Tyler si abbassa per salutare Lydia dandole un bacio sulla guancia.
<<Ciao Cammin>> mi saluta Lydia e tutti i bambini gridano
<<Ciao Cammin!>> Tyler rimane sulla soglia a vedere quella scenetta dolce mentre io gli sorrido.
Li saluto con la mano ed esco dalla casa.
<<Di cosa avete parlato tu e la Signora Mason?>> entriamo in macchina e mi infilo la cintura di sicurezza, ma Tyler non parte subito come fa sempre. Si gira a guardarmi aspettando una risposta.
Non voglio veramente dirgli di cosa abbiamo parlato perché ho paura della reazione che potrebbe avere. Ho paura che si possa arrabbiare per il fatto che ho ficcanasato sul suo passato.
<<Di niente>> mento fissandomi le unghie cercando di non incrociare il suo sguardo.
<<Sei una pessima bugiarda>>
<< Anche tu>> Tyler socchiude gli occhi e mi guarda con aria di domanda aspettando spiegazioni. Ma so che in cuor suo già sa la risposta, ha solo paura che sia così.
<<Non mi avevi detto che tua madre fosse morta>> spalanca gli occhi e sento che si tira il fiato. Si sforza di tirare un lungo sospiro guardando di fronte a sé. Forse non avrei dovuto dirlo così all'improvviso, anzi, vorrei non averlo proprio detto.
<<Non ti ho detto una bugia. Semplicemente ti ho detto che non ci sentivamo più>> ha la voce ferma, fin troppo ferma. Stringe il volante e ci poggia la testa sopra.
<<Io non ne voglio parlare adesso>> gli tremano le mani sul volante e respira quasi a fatica.
L'ultima cosa che voglio è che lui debba ricordare una cosa così brutta del suo passato. Il fatto che abbia detto che non ne vuole parlare adesso è sempre meglio del solito "Sono cazzi miei". Questo mi dà un briciolo di speranza che prima o poi me ne vorrà parlare. Lo spero, ma adesso non voglio fargli pressioni.
<<Tyler>> lo richiamo e lui anche se esita alla fine si gira a guardarmi.
<<Non preoccuparti. Non devi parlarmene ora>> mi tolgo la cintura di sicurezza e mi sporgo ad abbracciarlo.
Non ricambia subito l'abbraccio, ma poi mi circonda i fianchi con le braccia e mi tira in braccio a lui. Mi siedo sulle sue gambe appoggiandomi alla portiera della macchina.
È bello stare così vicino a lui e sentire questo senso di protezione che solo lui sa darmi.
<<Adesso però rispondi a una mia domanda>> decido di cambiare argomento. Sono curiosa di sapere tutto, ma non voglio che la mia curiosità lo porti a star male. Anche io ho perso una persona molto cara in passato e al posto suo vorrei che nessuno mi facesse pressioni sul raccontare quella storia.
<<Cioè?>> inarca un sopracciglio mentre con una mano poggiata sulla mia gamba disegna dei cerchi con il pollice.
<<Perché hai mentito dicendo che sono la tua fidanzatina?>> incrocio le braccia al petto.
<<Per farli stare zitti. Sono solo bambini, va bene lasciarli fantasticare ora che possono ancora farlo>> Annuisco anche se non era proprio la risposta che volevo sentire. Una piccola parte di me sperava che lo avesse detto perché in fondo, molto in fondo, gli farebbe piacere.
Ma Tyler è fatto così, ed è stato preciso. Non vuole relazioni.
Mi risiedo al mio posto e finalmente partiamo.
Il tragitto non è immerso nel silenzio perché Tyler lo odia, quindi parliamo di svariai argomenti che sia sport, film o sui corsi che frequentiamo.
Sono così immersa nei discorsi che quando arriviamo non mi rendo neanche conto che Tyler ha fermato la macchina.
<<Ci vediamo domani>>
Guardo dal finestrino il dormitorio e poi mi volto verso Tyler e annuisco.
Apro la portiera e scendo dalla macchina.
<<Aspetta non andare>> mi richiama Tyler. Scende dalla macchina e apre il cofano.
<<Tieni>> mi porte una busta sigillata.
<< Cos'è un regalo?>>
<<Oddio, certo che no>> lo guardo male per quella risposta, è stato dolce tutta la mattina non può ritornare a fare l'idiota adesso.
<<Aprilo quando vai in camera>> mi dice mentre si avvia verso la macchina. Io salgo in camera e subito apro la busta.
È un libro. Leggo il titolo e ne rimango sorpresa.
"Le pagine della nostra vita"
Mi ha ricomprato il libro? Davvero ha fatto un gesto simile per me? Noto che c'è anche un bigliettino attaccato dietro.
"So di essere stato un coglione a romperti il libro e sentendomi in colpa te ne ho preso un altro"
Non riesco a non sorridere. Ha ragione Melissa, Tyler non è cattivo, quando vuole sa essere molto carino e gentile, e qualche volta riesce anche a sorprendermi.
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Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]
Romance> Camryn è la tipica ragazza intraprendente e determinata sopra ogni cosa. È pronta ad affrontare il suo grande obbiettivo , il College. Camryn sembra una ragazza felice e sicura di se, ma un evento passato l'ha segnata dai suoi 16 anni. È convint...