Capitolo 50

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TYLER
<<Blink 182?>>
<<No>>
<<I metallica?>>
<<Esiste un gruppo con quel nome?>> ridacchia e io a quel punto mi arrendo, stiamo andando avanti così da quasi dieci minuti.
<<Okay, facciamo prima se mi dici che gruppi ti piacciono>>
<<Non c'è un gruppo specifico, ascolto un po' tutti i generi>>
<<Si vede dal modo in cui conosci i gruppi che ti ho elencato>> la prendo in giro imboccando una strada più isolata. Dopo aver riaccompagnato Lydia da Melissa abbiamo fatto un giro in macchina e ora la sto riaccompagnando ai dormitori, ma ammetto che me la sto prendendo con calma per passare più tempo possibile con lei.
<<Sei tu che ascolti musica strana>>
<<Strana? È rock, sei tu che sei stana a non conoscere certi gruppi>>>
<<Pensala come vuoi>>
Vedo da lontano una macchina parcheggiata sopra il marciapiede, e vicino la macchina una coppia che sta litigando animatamente, dal modo in cui alzano la voce si capisce del perché abbiano scelto di litigare in questa strada isolata.
L'uomo sembra molto più grande di lei, avrà al massimo trent'anni. Le dice qualcosa e poco dopo le dà uno schiaffo così forte che la ragazza quasi cade a terra.
Sgrano gli occhi per quel gesto improvviso e a quanto pare pure Cam ha visto la scena.
<<Tyler quel ragazzo ha appena...>> non continua la frase e si porta una mano davanti la bocca scioccata.
Prima che l'uomo si avventi su di lei io freno la macchina davanti la sua e scendo più veloce che posso. Mi avvicino e lo afferro per le spalle spingendolo vicino la macchina e premendogli la faccia vicino il finestrino della portiera. Lo faccio così forte che sento il vetro che si scheggia e se avessi fatto più forte si sarebbe spaccato.
<<Che cazzo fai?>> gli urlo tenendolo fermo con la faccia sul finestrino. Cam si avvina alla ragazza e le porta una mano sulla spalla per rassicurarla. Stanno parlando ma non capisco cosa si stiano dicendo.
<<Sono questioni mie e sue moccioso, levati dalle palle>>
<<Come hai osato picchiare una ragazza, sei un pezzo di merda>> lo lascio e lui stranamente non si avventa su di me come immaginavo che facesse, peccato, avevo voglia di spaccargli quella faccia da cretino.
Si aggiusta il giubbino e guarda prima me e poi lei.
<<È una lurida troia! Tutte le ragazze lo sono. Gli offri il tuo amore e loro che fanno? lo buttato via>> fa qualche passo verso di lei e Cam ma io lo blocco prima posandogli una mano sul petto e anche se lui spinge via il mio braccio rimane fermo davanti a me a sostenere il mio sguardo.
<<Già te l'ho detto moccioso, sono fatti miei, quindi vattene via e porta con te la tua troia>> dice guardando Cam e la sento che si tira il fiato dallo stupore di quelle parole rudi. In un primo momento avrei voluto spaccargli la faccia ma poi ho pensato che fosse meglio non ricorrere alla violenza, ma adesso il mio pugno parte prima che la mia mente abbia deciso se colpirlo o no.
Credo di avergli spaccato la mascella, l'uomo barcolla indietro e io mi avvento su di lui tempestandolo di pugni.
Lo colpisco con tutta la rabbia che ho in corpo, lo colpisco più forte soprattutto quando mi appare davanti un volto che alimenta la mia rabbia, lo colpisco finché non interviene Cam a bloccarmi.
<<Tyler è abbastanza così>> mi dice posandomi una mano sulla spalla e quel contatto mi aiuta a rilassarmi.
<<Un uomo che tocca una donna...Non è un uomo>> mi alzo e prima di andarmene guardo l'uomo a terra ricoperto di sangue. Non riuscivo a smettere di picchiarlo perché...Immaginavo mio padre al suo posto e ho ripensato a tutto ciò che ha fatto passare a me e a mia madre. Mi sembrava di essere ritornato a quando usava parole pesanti contro di lei e la picchiava, solo che anni fa ero piccolo e impotente mentre ora ho potuto agire, forse è stato questo a farmi scattare e a farmi perdere il controllo.
Mi avvicino alla ragazza e mi fermo qualche secondo davanti a lei, ha un livido sulla guancia.
<<Vieni con noi>> le dico avviandomi vicino alla mia macchina. Salgo in macchina seguito poco dopo da Cam e da quella ragazza.
<<Era il tuo ragazzo?>> chiede Cam mentre si mette la cintura di sicurezza.
<<Sì. Da un periodo era diventato troppo geloso nei miei confronti, stasera ho provato a parlargli e quando ha capito che lo stavo lasciando ha agito in quel modo>> guardo le mie nocche rosse.
<<Vi giuro che lui non è così. Qualche mese fa non si sarebbe neanche sognato di alzare le mani su di me>> cerca di giustificarlo, ma questa è una cosa che mi fa solo arrabbiare, perché giustifica un tipo che l'ha picchiata? Per amore? Che cosa stupida. Sta mentendo e sono sicuro che l'abbia picchiata anche qualche altra volta in passato, lo capisco da alcuni piccoli lividi che ha in faccia e per i segni sui polsi, li riconoscerei a migliaia di chilometri di distanza.
<<Dove abiti...?>>
<<Elizabeth>> si presenta e quel nome mi suscita solo un ricordo, ma non è molto piacevole e i sensi di colpa lo scacciano via.
<<Dove abiti Elizabeth?>> chiede Cam.
<<Tyler lo sa bene giusto?>>
Cam si gira a guardarmi e io mi pietrifico stringendo più forte la mano sul volante e l'altra il cambio di marce.
<<Voi vi conoscete?>> chiede Cam guardando Elizabeth.
Alzo lo sguardo sullo specchietto retrovisore e guardandola meglio riconosco quei capelli rossi e quelle lentiggini... È quell'Elizabeth.
<<Più o meno>> rispondo con la gola secca.
<<Non è proprio un bel ricordo, ma si, ci conosciamo>> prego davvero che non aggiunga nient'altro e che non decida di ricacciare quella storia passata.
<<Come vi conoscete?>> insiste lei mentre io mi chiedo perché debba sempre essere così dannatamente curiosa e impicciona.
<<È una lunga storia>> rispondo secco prima che Elizabeth possa parlare. Uso un tono serio per far capire che non ne vogliono parlare e ringraziando Dio che entrambe recepiscono il messaggio.
Non ricordo benissimo la strada di casa sua e con l'aiuto di alcune sue indicazioni riusciamo a riaccompagnarla davanti casa.
<<Vuoi che ti accompagniamo vicino la porta per farti sentire più al sicuro?>>
<<No. I miei mi staranno aspettando svegli e devo dare loro spiegazioni>> guarda fuori dal finestrino casa sua in silenzio. Mi chiedo cosa stia pensando, mi spiace che abbia avuto un ragazzo che la trattava così perché so che lei è una brava ragazza e non se lo merita, non si meritava neanche quello che io le feci anni fa.
<<Grazie di tutto ragazzi>> ci sorride e poi scende dalla macchina.
<<Sicura che non vuoi che ti accompagni?>> chiedo e lei nega con la testa chiudendo lo sportello della macchina. Conoscendomi so che proporle di accompagnarla davanti la porta di casa sua era solo un modo per placare i sensi di colpa che stanno riaffiorando dopo alcuni anni.
<<È orribile che l'uomo che ami e che credi ti ama ti tratti così>> mi dice con un filo di tristezza nella sua voce. Vorrei dirle che capita spesso tra le coppie, soprattutto quelle sposate, e io sono stato vittima di una cosa del genere nella mia famiglia. Vorrei allo stesso tempo abbracciarla e rassicurarla che ci sono anche ragazzi che non farebbero mai una cosa del genere.
<<Solo perché lui ha agito così non significa che finisce sempre così in una coppia. Sono sicuro che ci sono ragazzi che non lo farebbero mai...Prendi me per esempio>> dico facendo una faccia buffa per farla ridere, vederla ridere mi fa sentire molto meglio.
<<Adesso dovresti aiutarmi a darmi una ripulita con questo sangue>> le nocche della mano sinistra che sino macchiate.
<<E pensare che meno di due ore fa stavamo festeggiando il compleanno di una bambina, come abbiamo fatto a trovarci in questa situazione?>>
<<Ti sorprendi? Non è la prima volta, ormai siamo una calamità di guai>> ride e io sorrido al suono della sua risata che sembra l'unica cosa bella e vera in quest'ultima ora.
Continuo a guidare mente per la mente riaffiorano i ricordi.

L'aria fredda mi arruffa i capelli e faccio fatica a sistemarli.
<<Guarda chi sta passando>> Isaac, il mio amico dai lunghi capelli biondi, mi dà una spallata indicandomi una ragazza un po' più lontana di noi con dei libri in mano che cammina a volto basso.
<<Chi è?>>
<<Elizabeth Gilbert. Ha una cotta per te da un po' di tempo>> la guardo camminare, quando sposta lo sguardo dalla nostra parte e vede che la sto fissando arrossisce e aumenta il passo.
<<Ha i capelli rossi>>
<<Quindi?>>
<<Isaac, sai benissimo che non mi piacciono le ragazze con i capelli rossi>>
<<Non ti ci devi mettere insieme, ma potresti provare a portartela a letto>> non ho neanche bisogno di rifletterci su che subito annuisco convinto.
<<In effetti non è così brutta. Hai detto che ha una cotta per me vero? Sarà nel mio letto in meno di una settimana>>
Isaac ride e mi dà una pacca dietro la schiena.
Passai i primi tre giorni a sedurla e a provarci con lei, ammetto che all'inizio ha fatto un po' la tipa tosta e alla fine, come avevo detto io, dopo neanche una settimana mentre stavamo a casa sua per "studiare" è venuta a letto con me.
Sapevo benissimo che aveva una cotta per me mentre io la stavo solo usando per il mio scopo.

Quando mi disse che voleva qualcosa in più da me io le dissi:
<<Scusa ma non mi interessi, è stato bello andare a letto con te ma io non voglio una ragazza>> settimane dopo seppi da alcune sue amiche che era distrutta dal dolore per quella questione, soprattutto perché lei eri vergine e quando aveva deciso di perdere la sua verginità con me aveva pensato che io potessi essere qualcosa in più, ma si sbagliava di grosso. Quando la vedevo per strada o da qualche altra parte lei cercava comunque di essere gentile, anche dopo quello che le avevo fatto, mi salutava mentre io facevo finta di non vederla. A quanto pare non aveva ancora perso quell'amore nei miei confronti ma a me non fregare niente, non era la prima che si era presa una cotta per me e non sarebbe stata l'ultima, io non volevo avere a che fare con nessuna di loro. L'unico contatto che una ragazza poteva avere con me era a letto mentre al di fuori era già troppo se rivolgevo loro la parola.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora