Capitolo 24

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CAMRYN
Ha il labbro spaccato e il naso ricoperto di sangue perlopiù puzza di alcol. Come ha fatto a ridursi così?
A questo punto mi chiedo, chi l'ha ridotto così? Non può essersi fatto del male da solo.
Si inginocchia sul mio letto e mi stringe le mani, è un gesto che mi coglie di sorpresa, mi aspettavo qualsiasi reazione, ma non questa.
Quel contatto mi suscita un brivido lungo la colonna vertebrale che però dura pochi secondi perché svanisce appena noto i segni sulle nocche. le nostre mani sono così diverse unite.
Le mie così candide, pulite e innocenti mente le sue sono ricoperte di inchiostro e sangue, eppure, in qualche modo, stanno bene insieme. Come se fossero due metà di un'unica cosa. Due cose così diverse, separate ma perfette.
Il braccio destro è tatuato fino alle nocche delle dita. Non le avevo mai fissate per così tanto tempo, non ne avevo mai avuto la possibilità. Avevo sempre visto una scritta sulle sue nocche della mano destra, ma non avevo mai letto di che si trattasse. Sta scritto "Death".
<<Tranquilla Cam, sto bene>> cerca di rassicurarmi massaggiandomi le mani come se così facendo mi convincesse. Il suo tono è tranquillo ma il sangue alle mani dice tutt'altro.
<<No, non stai bene. Perché sei ricoperto di sangue?>> mi alzo in piedi e mi allontano da lui. Non può mentire anche adesso. Non davanti all'ovvio, ora voglio sapere che è successo. Non può aspettarsi di piombare qui all'improvviso e aspettarsi che io mi beva che vada tutto bene quando palesemente non è così.
<<Ho fatto un casino stasera>> si alza anche lui mettendosi di fronte a me.
Ha le mani in tasca e guarda il pavimento senza mai alzare lo sguardo su di me. Vorrei mi dicesse tutto senza che io debba chiedergli nulla, ma so che sto chiedendo troppo, quindi glielo chiedo io.
<<Che hai fatto?>> si passa una mano tra i capelli tirando le punte. Ha ancora gli occhi fissi sul pavimento, come se cercasse le parole da dire. Dannazione, perché non mi guarda negli occhi, questo silenzio sta facendo salire l'ansia.
Quando mi ha svegliata mi sono resa conto che Grace non è tornata e suppongo passerà la notte da Mike, quindi non abbiamo fretta e può raccontarmi tutto.
<<Ho fatto un casino con una ragazza fidanzata. E il suo ragazzo staserà sicuramente mi darà la caccia per farmi del male>> quando pronuncia quella parola finale mi poso una mano sulla bocca. Non riesco a dire niente e Tyler continua a parlare. É stato breve ma chiaro, non sono serviti neanche i dettagli, che a questo punto preferisco non sapere, per capire che ha fatto davvero una cazzata grossa.
<<Cam, è un uomo drogato quello. È capace di tutto, e dopo che ho dato della troia alla sua ragazza non voglio neanche pensare cosa possa farmi se mi trovasse>> si porta le mani sui fianchi. Chiude gli occhi per qualche secondo e si preme la radice del naso tra il pollice e l'indice sbuffando, come se stesse ancora metabolizzando l'accaduto. Anche se fa così è più calmo di quanto non dovrebbe essere. Io al posto suo sarei bianca dalla paura. Forse cose del genere gli succedevano spesso tempo fa e sa come comportarsi in situazioni del genere, ma io no.
<<E se venisse qui a cercarti? Insomma, potrebbe fare del male anche a me>> inizio a pensare che se quell'uomo si presenterà qui, noi saremo entrambi vulnerabili. Tutti questi stupidi pensieri mi fanno rabbrividire, non capisco lui come faccia a non avere nessuna reazione del genere.
Tyler distoglie lo sguardo dal pavimento per fissarmi negli occhi in maniera severa.
<<Non verrebbero mai qui, e non permetterei che quello stronzo ti tocchi con un dito>> Lo dice con così tanta sicurezza che riesce a tranquillizzarmi. Forse mi starà mentendo solo per tranquillizzarmi, ma sapere che lui è qui con me riesce in qualche modo a calmarmi.
Solo adesso mi sorge una domanda. Perché tra tutti i posti è venuto proprio da me? Azzardo a chiederglielo. Cavolo, spero che un giorno finisca questa paura di fargli domande sperando che non si arrabbi.
<<Posso chiederti una cosa?>>
in un primo momento mi sembra di vedevo esitare, ma poi annuisce. Per un secondo ho temuto che dicesse di no sapendo quando poco ama le domande su qualsiasi cosa gli riguardi.
<<Perché sei venuto qui?>>
<<È l'ultimo posto in cui mi verrebbe a cercare quell'uomo>> risponde secco come se veramente non ci fosse nessun'altro motivo. Quella risposta mi delude parecchio. Mi aspettavo davvero che fosse venuto qui per vedermi, ma a quanto pare mi sono sbagliata. Non è la prima volta con Tyler. Cerco di non farmi vedere delusa quindi mi giro di spalle e vado in bagno a prendere cerotti e disinfettante. Fortuna che mamma ha insistito perché portassi il kit medico con me.
Quando esco lo trovo seduto sul letto appoggiato con i gomiti sulle ginocchia. Si sta fissando le nocche arrossate e macchiate di un sangue che non gli appartiene. Qualcosa mi dice che non sarà l'ultima volta che lo vedrò ridotto così.
Borbotta qualcosa dal dolore e si passa una mano tra i capelli. Deve fargli molto male. Mi avvicino inginocchiandomi di fronte a lui.
<<Per favore, non ne ho bisogno>> dice guardando con disgusto il disinfettante e i cerotti. Perché deve sempre fare il forte? Perché non si lascia aiutare e basta?
<<Tyler, non fare storie sei ferito>> Insisto e alla fine si arrende lasciando che io gli curi le ferite. Avrà capito che non voglio mettermi a litigare su una cosa del genere.
Rimane in silenzio e parla solo per imprecare quando gli disinfetto le ferite. Per tutto il tempo mi fissa senza mai distogliere lo sguardo. Non posso vederlo ma sento i suoi occhi addosso, è una strana sensazione sentire i suoi occhi addosso ma non è spiacevole, mi piace che mi guardi.
L'odore di disinfettante si mischia col suo profumo e per quanto odi l'odore di disinfettante mischiato col suo profumo non è così male.
Anche la maglia è sporca di sangue e per tutto il tempo cerco di concentrarmi su altro cercando di non alzare lo sguardo incrociando i suoi occhi. Dal nostro primo incontro i suoi occhi riescono ancora a farmi sentire spoglia e indifesa, come se con un semplice sguardo potesse leggermi dentro, forse ci riesce davvero ed è per questo che non voglio farlo.
Vorrei chiedergli di togliersi la maglia macchiata di sangue, ma non ne ho il coraggio. Tyler mi posa un dito sotto al mento facendomi alzare lo sguardo per guardarlo in faccia.
<<Vuoi che mi tolga la maglia?>> questo ragazzo mi legge sempre nel pensiero?.
Avrà notato che gli stavo fissando la maglia. Lo fisso non sapendo cosa dire o cosa fare. E se avrà frainteso le mie intenzioni? Io voglio solo che se la tolga per non rimanere con la maglia sporca di sangue. Non che mi dispiaccia vederlo senza maglia, ma non voglio neanche che fraintenda. Okay, forse mi sto facendo troppe paranoie. Non credo di essermi mai fatta così tante paranoie come quando sono con Tyler.
<<Beh. Hai la maglia sporca di sangue e dovresti cambiarla>> quasi balbetto a disagio, ma Tyler non mi fa finire di parlare che si sfila la maglia e la butta alle sue spalle.
Non l'avevo mai visto a torso nudo e adesso mi ci ritrovo davanti con così poco preavviso che il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
Sarò sicuramente rossissima in viso perché lui assume un'aria preoccupata.
<<Stai bene?>> mi chiede alzandosi in piedi, devo avere davvero una faccia da stupida in questo momento. Però cavolo...Ha degli addominali perfetti e il suo fisico non è ricoperto di tatuaggi come mi aspettavo che fosse. Ha solo una scritta giapponese sul lato destro del petto. 空の.
<< Che significa?>> gli chiedo alzandomi anche io in piedi mettendomi di fronte a lui. Gli sfioro la scritta con le dita.
<<Significa vuoto>> smetto di fissare il tatuaggio per guardare lui.
Non pensavo che rispondesse a questa domanda, in genere odia quando qualcuno gli fa domande su di lui.
Sembra che stasera risponda alle mie domande senza arrabbiarsi quindi ne approfitto.
<<Perché vuoto?>>
<<Ci sarebbero un sacco di motivi>>
Mi aveva detto che si era fatto questi tatuaggi senza un motivo, mentre adesso dice che solo su questo tatuaggio ci sono un sacco di motivi.
Sapevo che mi stava mentendo. Sembra che ci siano cose del suo passato che vuole tenere nascoste, l'ho sempre pensato e ora ne ho la certezza.
Passo le dita sui tatuaggi che ha sulle braccia e lui rimane fermo e in silenzio lasciandomelo fare. È dalla prima volta che l'ho visto in camera che avrei sempre voluto vederli. Rimane fermo come una statua osservando ogni mio movimento.
Alcuni sono simboli, altri disegni. Sono abbastanza comuni, ma il tatuaggio che cattura la mia attenzione è una spirale nera che copre tutta la sua spalla sinistra.
<<No>> dice Tyler. Prima era tutto così calmo, la sua voce spezza quel silenzio e mi fa quasi saltare dallo spavento.
<<No cosa?>>
<<Hai la faccia di una che mi sta per riempire di domande. Ma non risponderò a nessuna di quelle>> il suo tono è tornato freddo e scostante.
Fino a un attimo fa stava rispondendo alle mie domande e ora ha cambiato totalmente umore.
Si allontana da me e si risiede sul letto.
Nel darmi le spalle noto un altro tatuaggio sulla schiena. Un'altra scritta giapponese.
Vorrei chiedergli cosa significhi ma mi fermo subito ripensando alla situazione in cui ci ritroviamo adesso. Tyler si tocca il naso dolorante e impreca di nuovo.
Prendo il pacchetto di cerotti sul pavimento e ne apro uno avvicinandomi a lui e attaccandogliene uno sul naso orizzontalmente dove ha un piccolo taglietto.
<<Ma che cazzo...?>> cerca di staccarsi il cerotto dal naso ma impreca ancora dal dolore e alla fine ci rinuncia. Sembra un bambino e questo gesto mi fa ridere.
<<Non fa ridere. Vorrei vedere te con un naso così ridotto>> dice in tono duro, ma alla fine si lascia andare e ride con me.
Vorrei smettere di ridere ma Tyler rimane con metà cerotto staccato sul naso e questo lo fa sembrare davvero buffo.
Mi avvicino cercando di aggiustargli il cerotto ma nel mentre mi lecca il palmo della mano. Quella sensazione di umido mi costringe a ritrarre subito la mano. << Ehi, che fai?>> chiedo con un'aria divertita.
<<Mi fai male il naso>> si aggiusta il cercato e mentre lo fa assume delle buffe facce doloranti.
<<Scusa non volevo farti male>> dico ancora ridendo mentre mi pulisco il palmo della mano sui jeans.
<<Ma l'hai fatto>>
<<ben ti sta, la prossima volta impari a metterti nei guai>> mi fulmina con lo sguardo e si alza in piedi.
<<Adesso ti faccio vedere io>> viene verso di me minaccioso, si abbassa e mi carica in spalle cogliendomi di sorpresa.
Io gli ordino di mettermi giù ma non mi ascolta.
<<E se ti facessi cadere?>> si inclina all'indietro e io mi aggrappo a lui gridando.
<<Noo!>> chiudo gli occhi.
<<A chi hai detto ben ti sta?>> imita la mia voce inclinandosi ancora all'indietro.
<<Tyler, smettila!>> gli grido battendo i pugni sulla sua schiena nuda. Guardando in basso noto che l'elastico dei suoi boxer gli è leggermente uscito dai pantaloni.
<<Non mi sfidare>> lo avverto.
<<Altrimenti che fai?>> mi dice con tono di sfida. Allungo la mano e gli tiro l'elastico dei boxer. Tyler, per quella che credo sia la milionesima volta da quando è entrato in camera, impreca dal dolore.
<<Ben ti sta>> ripeto e gli faccio la linguaccia anche se non mi può vedere.
<<Ah, allora la metti così>> si avvicina al letto e mi ci butta sopra posizionandosi in mezzo alle mie gambe e bloccandomi i polsi sopra la mia testa.
È ancora a torso nudo e nella posizione in cui ci troviamo non riesco a non arrossire.
Vorrei coprirmi la faccia con le mani se solo lui non mi tenesse fermi i polsi. Mi guarda negli occhi e sorride. Come fa ad essere così dannatamente bello?.
Passa i suoi occhi sulle mie labbra e li abbassa in giù fino al mio petto, per poi riguardarmi negli occhi.
Rimane in silenzio a fissarmi senza mai lasciami andare i polsi. Mi piace il modo in cui mi fissa, come se mi desiderasse davvero, mai nessun ragazzo mi aveva fissato così prima d'ora, ma per quanto mi piaccia non voglio fare guai stasera.
<<Tyler sei ubriaco>> ricordo più a me stessa che a lui.
<<Ho solo bevuto qualche bicchierino>> cerca di giustificarsi.
In effetti sembra pienamente lucido, se non fosse che l'alito gli puzza di Jack Daniel's, non si direbbe che ha bevuto.
<<Perché hai bevuto?>>
<<Per noia, ma sto benone>> risponde secco come se non ne volesse parlare. Per qualche secondo penso che sia di nuovo arrabbiato, ma poi mi rivolge un sorriso bastardo. Che cosa vuole fare?.
Stacca le mani dai miei polsi e inizia a pizzicarmi i fianchi facendomi il solletico.
<<Tyler no!>> dico tra le risate. Ma lui continua a farmi il solletico e io continuo a dimenarmi per farlo smettere.
Mentre rido penso che in fondo non voglio che smetta perché ci sto bene con lui e mi piace che ci stiamo divertendo in maniera spensierata. Fino a qualche settimana fa mi era impossibile anche solo pensare che noi potessimo avere un discorso normale, e ora invece siamo sul mio letto a ridere.
Lui smette solo quando qualcuno bussa alla porta. Ci fermiamo entrambi e Tyler si porta un dito sulle labbra per dirmi di stare in silenzio.
<<Smettetela di fare casino, qui la gente domani ha lezione e vorrebbe dormire!>> grida una ragazza dall'altro lato della porta e poco dopo sentiamo i suoi passi che man mano si fanno sempre più lontani fino a sparire.
<<Rompi palle>> sbuffa verso la porta. Io mi alzo appoggiandomi con i gomiti sul letto.
<<Ha ragione lei, stiamo facendo un sacco di rumore nel bel mezzo della notte>> Tyler si rigira dalla mia parte e mi afferra i gomiti tirandoli in avanti e facendomi ricadere sul letto.
<<Allora dovresti stare zitta, visto che quella che parla sempre sei tu>> ha cambiato tono di voce, parla più lentamente e a bassa voce. Conosco quel tono di voce. Il mio cuore inizia a battere fortissimo, si avvicina alla mia faccia e quando i nostri nasi si sfiorano si ferma. Si ferma come si è fermato il mio respiro in questo momento. Dannazione, ci risiamo.

Non odiarmi perché ti amo..[COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora