Capitolo 958

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C: andrà sempre meglio vedrai: giusto il tempo che Alex si abitui.

Su questo ci avevano già messo in guardia anche in ospedale: Alex doveva solo prendere il suo ritmo. Il problema era capire quando,ma soprattutto se sarebbe riuscito a farlo.

C: é lì adesso?

E: no,gli ho appena dato da mangiare ed é con Simo.

C: lui come sta?

E: potrebbe stare meglio.

C: perché? Cosa gli succede? Crisi da neopapà?

Il tono di mio padre sembra abbastanza tranquillo e a tratti divertito: ovviamente lui ci era già passato e anche lui con un maschio,quindi poteva assolutamente capire Simone.

E: sì e no...nessuna crisi,anzi credo sia assuefatto da Alex,ma tutto questo cambiamento gli ha fatto venire un paio di linee di febbre.

C: e fammi indovinare,ignora completamente la cosa pur di darti una mano.

E: esatto. Stanotte ho cercato di lasciarlo dormire in pace e ha già messo in chiaro che da questa vuole fare i soliti turni con Alex.

C: te lo sei scelta tu così testardo,amore.

E: lo so e so anche che tu sei dalla sua parte,quindi non cerco supporto.

Mentre gli parlo,si mette a ridere così mi viene naturale alzare gli occhi al cielo: quei due mi avrebbero dato davvero del filo da torcere insieme,quindi capisco perché il mio legame con Alex sarebbe stato così forte. Pura sopravvivenza.

E: la mamma come sta?

C: é uscita un attimo,ma meglio così: se sapesse che ti ho chiamata,mi ammazzerebbe.

E: perché pensate tutti che siamo in isolamento? Una chiamata potete farla,anche perché io l'altra sera vi ho telefonato.

C: lo so,ma c'é un motivo se io e la mamma siamo sposati da tanto e preferirei proseguire su questa linea.

Scoppio in una fragorosa,per quanto contenuta,risata: il modo in cui mio padre descriveva il matrimonio era sempre stato molto divertente.

C: a proposito del generale,lei vuole che io rispetti le distanze,ma tu mi conosci vero?

E: certo anche troppo: se vuoi posso dire a mamma che vi ho chiesto io di venire.

C: anche solo per un paio di orette perché ho troppo bisogno di vederlo.

E: per questo bastava che chiamassi Simo: vi sarebbe venuto a prendere di corsa.

Se Simone avesse sentito le parole che ha appena detto mio padre,non avrebbe battuto ciglio e avrebbe fatto in modo che vedessero Alex nel giro di pochi secondi.

C: non so come ringraziarti.

E: perché non venite per pranzo e poi state un paio di ore,così siamo tutti più comodi.

C: va bene,ma non pensare a cucinare nulla: mi fermo in un bel posto a prendere qualcosa io.

E: va bene,ma non troppo: con tutta la roba che ha preparato mamma,abbiamo ancora il frigo pieno e non ci servono altre cose.

Conoscendolo,si sarebbe fatto prendere la mano dalla gioia scambiando questo normale pranzo,come un pasto degno delle feste più importanti.

C: per che ora possiamo venire?

E: beh - do uno sguardo all'orologio,notando che sono quasi le dieci e mezza - tra un'oretta? Tanto anche se venite un po' prima non é un problema.

C: al limite dovremo riscaldare qualcosa nel forno.

E: meno male che ne abbiamo due allora.

C: visto che veniamo in macchina,hai bisogno che vi prenda qualcosa?

Dal tono di mio padre riesco a percepire quanto sia felice per il fatto di venire da noi,tanto che deve ripetermi la domanda da tanto mi sono persa in questo pensiero.

E: non credo...anzi riesci a passare in farmacia?

C: certo,credo siano aperte,ma stai male?

E: non é per me,ma per Simo. Gli prenderesti una scatola di quelle bustine di integratori vitaminici? Almeno lo rimettono un po' in sesto.

C: ho capito,vedo di prendere i più adatti.

E: poi quando arrivi ti do i soldi.

C: non pensarci nemmeno.

Inizialmente penso di continuare ad insistere,ma poi conoscendo il muro contro cui andrei a scontrarmi,lascio perdere: spero possa cedere all'insistenza di Simone,una volta che sarà qui.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora