Capitolo 11

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Chloe

Rientro nel dormitorio e per educazione do un bacio a Carol sulla guancia per salutarla, poi successivamente me ne vado dritta in camera. Mi stendo sul letto di Lea ed inizio a guardare il soffitto, ma dopo qualche minuto arriva pure lei.

<<Chloe tutt'apposto? Ti vedo strana>>.

Quella frase mi fa voltare nella sua direzione.
La guardo ma non dico nulla.
Ho paura di dirle tutto.
Lei, insieme agli altri, mi avevano detto di stare lontano da Dylan e sapere che ci siamo baciati renderebbe tutto più incasinato.
Più di quanto non lo sia già perlomeno.

<<Oh no niente sono solamente un po' dispiaciuta per quello che è successo a Samuel>> dico cercando di essere il più convinta possibile.

<<Dispiace molto anche a me. Doveva essere una serata divertente per tutti e invece guarda cos'è successo>>, si siede accanto a me e si guarda le mani.

<<E be'...>>, mi alzo dal letto e vado verso il mio armadio per prendere una maglia larga per dormire.

<<Dimmi>>, si gira un'attimo dalla parte opposta del letto, per prendere la sua bottiglietta d'acqua, posizionata sul comodino, e poi ritorna a guardarmi.

Si porta la bottiglia d'acqua sulle labbra, ed inizia a bere.

<<Potrei aver dato un piccolo bacio a Dylan>> dico diretta con aria esitante.

Subito va di traverso l'acqua ed inizia a tossire.

<<Tu che hai fatto?>>, spalanca gli occhi e posa la bottiglia sul comodino.

<<Non l'ho fatto apposta, è stato lui a baciare me. Non è una giustificazione e lo so, anche perché infondo ho sbagliato pure io..>>, abbasso lo sguardo e il senso di colpa mi sovrasta.

Dio, mi sento così.. così.. sporca e stronza.

<<Che intendi per "ho sbagliato pure io"?>> dice indicando le ultime parole tra virgolette.

Devo stare molto attenta a come parlo perché ho paura di peggiorare ancora di più la situazione. Già qui niente non promette bene, sprechiamo anche le carte messe in gioco e poi possiamo dire che siamo messi proprio male.

<<Non mi sono staccata, cioè si.. ma non subito>> ammetto.

<<Oh cazzo>>, si alza e cammina avanti e indietro per tutta la stanza.

<<Senti... So che ho sbagliato ma non l'ho fatto apposta. Mi ha baciata, non me l'aspettavo e l'unica cosa che il mio cervello mi ha consigliato di fare in quel momento è stata quella di ricambiare.. Mi sono fatta sorprendere dal momento senza pensare alle conseguenze...>> dico cercando di seguirla con lo sguardo. Mi verrà il mal di testa se continua.

Si ferma di botto e mi guarda, poi preoccupata mi chiede: <<ti piace?>>.

<<Cosa!??>> gli domando a mia volta.

<<Ho detto ti piace?>> ripete infastidita.

<<No, assolutamente no. Come ti può venire in mente una cosa del genere?>> mi precipito a dire.

Fa un sospiro di sollievo e si mette a sedere sul suo letto.

Anche se fosse quale sarebbe il problema?
Piace a lei forse?

Non voglio essere fraintesa, non lo amo e mai lo amerò. È una persona scorbutica e stronza.
Lo considero uno acido, cattivo e maleducato.
Non lo sopporto per niente ed è sempre di malumore. Io nella mia vita non ho bisogno di persone così, che portano solo negatività, anzi ho solo bisogno di persone positive e ottimiste.

Però comunque non vedo perché mi debba venire a chiedere una cosa del genere, cioè... Non capisco cosa ci sarebbe stato di male se solo fosse capitato.
Forse lo dice per me e per il mio bene visto che un ragazzo da relazione seria non è.

<<Chloe lo dico per il tuo bene, devi stargli lontana. Lui non si merita una ragazza come te. Lui è il classico ragazzo prepotente che si diverte a scopare le ragazze e basta. Non è un ragazzo da relazione seria e mai lo sarà. Ho visto un sacco di ragazze stare male per lui, non sai quante ne ha combinate.. È un tipo che va lasciato stare>> dice tutto d'un fiato.

<<Perché non è mai stato espulso se è come dici te?>> domando.

<<A che ti riferisci?>> mi domanda a sua volta.

<<Dici che ne ha combinate tante, be' quindi mi sono chiesta: perché non è stato mai espulso dal college? Mi ricordo che anche Samuel disse che lui e i suoi amici non si meritavano di stare qui>> spiego mettendomi a sedere affianco a lei.

<<Lui è il figlio del preside e be', siccome vuole far laureare a tutti i costi suo figlio, non lo espelle. Lo mette spesso in punizione per quello che so, ma Dylan è un ragazzo ribelle e di conseguenza non obbedisce a nessun ordine richiesto>> confessa.

Su questo non avevo dubbi.
Figuriamoci se uno come lui è capace di ascoltare, anche solo una volta, le persone.

<<Capisco..>> annuisco.

Mi alzo, prendo un dischetto struccante e con un po' di tonico inizio a struccarmi.

Lea non sembra intenzionata a continuare il discorso, così lascio perdere.

<<Vado in bagno a lavarmi, torno subito>> dico a Lea. Lei annuisce senza dire una parola è così ne approfitto per uscire.

Entro e vado in bagno, mi faccio una doccia veloce e mi vesto per poi passare il corridoio e rientrare di nuovo in camera.

<<Ehi Lea..>> dico a bassa voce ma mi blocco quando la vedo con gli occhi chiusi.

Bene si è addormentata.

Vado verso il mio comodino e vedo che ore si sono fatte. Noto che sono quasi le due di notte ed effettivamente devo ammettere che c'ho messo un po'. Poso il telefono e mi metto nel letto per poi addormentarmi.

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