Capitolo 14

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Chloe

Se ne esce su tutte le furie e sbatte leggermente la porta. Che maleducato!!

<<Ei Chloe>>, mi giro di scatto per vedere da dove proviene quella voce.

Vedo Carol, Samuel e Lea seduti su un divanetto e così decido di avvicinarmi a loro. Mi siedo sull'unica sedia libera e mi metto comoda.

<<Ei>> dico sorridendo.

Poco dopo sento lo sguardo di Lea concentrarsi su di me e così mi giro verso di lei.

<<Perché non mi hai risposto? Ti ho inviato vari messaggi per chiederti dov'eravate ma non ho ricevuto una risposta>> domando.

<<Numero uno: hai il numero di tutti, quindi potresti scrivere sia a Samuel che a Carol senza problemi, invece di romperle ogni volta me. Numero due: non sono obbligata a risponderti ogni volta visto che non sei né mia madre né mio padre. E numero tre: evita di fare tanto l'amica quando invece poi alla fine sei solamente una doppia faccia.
Puoi prendere per il culo gli altri ma non me, cosa credi che non abbi visto tu e Dylan all'entrata?>> mi dice con odio.

Sbianco.
Perché mi sta trattando così?
E poi scusami doppia faccia a chi? Penso.

<<Allora... Partiamo dal fatto che so perché tu mi stia attaccando così visto che non ti ho fatto niente di male, però sappi che non sono una doppia faccia come dici tu, né tantomeno è successo qualcosa tra me e Dylan.
Ci siamo scontrati per sbaglio, di certo non gli sono andata addosso perché volevo farmi notare da lui>> gli spiego e lei ride nervosa.

<<Certo certo come no>> dice alzandosi in piedi. Mi punta l'indice contro e mi guarda con uno sguardo assassino.

<<Stammi bene a sentire. Tu non sai con chi ti stai mettendo contro>> dice indicando fuori dal bar. Segno che si stia riferendo a colui che è appena uscito, Dylan.

<<Volevo esserti amica, ma a quanto pare sei come tutte le altre>> dice per poi andarsene.

Rimango immobile e fisso un punto a caso del locale. Mi tremano le gambe, ho la gola secca, e mi manca il fiato.
Perché sta reagendo così?

Sa bene come sono fatta, cioè non proprio visto che ci conosciamo da poco, ma questo poco è bastato per fargli capire che sono una ragazza seria e che di certo non sono come tutte le ragazze che si porta a letto Dylan.

<<Chloe...>>, Carol richiama la mia attenzione ed io mi giro verso di lei.

Sfortunatamente noto che ha la voce spezzata dal pianto. Perché sta piangendo?

<<Perché piangi?>> le domando.

<<È una storia lunga, non posso essere io a dirtela, ma adesso pensiamo a te...>> risponde.

<<Stai bene?>> mi chiede preoccupata.

<<S-Si>> mento.

<<Non ti vedo convinta>> continua.

Samuel mi guarda preoccupato, si vede benissimo che anche lui è preoccupato.

<<Scusatemi devo andare..>>, mi alzo e, a passo svelto, mi avvio verso l'uscita.

Arrivata fuori, inizio a correre e vado verso il mio dormitorio, sperando di non trovarci Lea.

Una volta dentro sbatto di nuovo contro qualcuno. Un'altra volta no, cavolo.

<<Porca puttana vuoi stare attent..>> si blocca quando mi vede piangere.

<<Che hai? Perché stai piangendo?>>, alza una mano e per un momento temo che mi possa dare uno schiaffo, ma per fortuna non lo fa. Posa il palmo sopra la mia guancia e mi asciuga una lacrima.

Mi scosto bruscamente e dico; <<ti prego Dylan, non ti ci mettere pure tu>>.

Lo supero e vado in camera mia, ma quando faccio per chiudere la porta mi rendo conto che qualcosa la blocca.
Dylan sta facendo resistenza.
Dannazione!
Cerco di spingerlo via, ma non ci riesco ed entra chiudendo a chiave la porta alle sue spalle.

<<Vattene>> gli ordino continuando a piangere.

<<No non me ne vado, mi spieghi che cazzo ti sta succedendo?>> sembra preoccupato, ma sicuramente starà recitando, d'altronde come fa sempre.

<<Non ti devo spiegare proprio nulla quindi vattene. Credimi che delle tue cattiverie per adesso non ne ho bisogno, quindi te lo dirò solo un'altra volta, per piacere vattene.>>

Mi giro dall'altra parte, dandogli le spalle ed inizio a contare mentalmente fino a 10.
Non voglio dargli la soddisfazione di vedermi piangere. Posa le sue mani sopra le mie spalle e mi accarezza quest'ultime con un gesto dolce, a me inaspettato.

<<Per oggi niente cattiverie>> sussurra sul mio collo. Mi giro verso di lui e i suoi occhi bruciano i miei per la troppa intensità.

Non so perché ma d'istinto lo abbraccio e scoppio a piangere.

Sembra stupito da quel gesto, ma subito dopo sento due braccia stringermi per tutto il corpo. Con una mi tiene stretta per la vita e con l'altra mi accarezza delicatamente la testa.

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