Capitolo 97

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Chloe

Vado verso Dylan e lo prendo per il polso. <<Vieni con me>> gli sussurro e poi mi giro verso il preside. <<Grazie ancora>> gli rivolgo un sorriso. Pensavo che sarebbe andata peggio, ma infondo sono contenta che non mi abbia espulso. <<Di niente signorina, per qualsiasi cosa sa dove trovarmi>> mi rivolge un ultimo sorriso e mi avvio con Dylan fuori dall'edificio.
Prima di uscire sento qualcuno urlare il mio nome <<Chloe, Chloe aspetta>> a quel punto mi giro e vedo Smith. <<Mi dica prof, sta bene?>> chiedo vedendo la sua faccia pallida, annuisce e si calma. <<Io si, tu? Prima ti ho visto agitata mentre si parlava di quell'argomento e mi chiedevo se stessi bene>> chiede ancora con il fiatone, <<oh, si sì certo non si preoccupi>> gli rivolgo un piccolo sorriso e annuisce. Dylan mi cinge un fianco con un braccio <<di che cosa stavate parlando>> ci chiede, <<di niente>> dico, <<di suo padre>> dice Smith. Ci guardiamo e sospiro <<di mio padre>> dico, <<di niente>> dice Smith. Ci guardiamo di nuovo e scoppiamo a ridere. Dylan sembra più confuso che mai e quando ci calmiamo mi guarda strano. <<Gli stavi raccontando di tuo padre?>> chiede guardandomi ed io annuisco. Dylan posa il suo sguardo su Smith e lo guarda male. Mi incupisco un po' per quegli sguardi che si mandano. <<Ehm, direi di andare Dylan>> lo spingo leggermente all'indietro ma lui oppone resistenza e si stacca da me, mettendosi davanti con fare protettivo. <<Si può sapere che cosa vuole dalla mia ragazza? Non è la prima volta che si immischia nella sua vita privata>> dice a denti stretti, <<Dylan!!>> lo rimprovero. Smith sbuffa e cerca di mantenere il controllo. <<Innanzitutto complimenti, per la prima volta mi hai dato del lei e comunque mi sono solamente preoccupato per Chloe. Se abbiamo parlato di sul padre o meno non credo che siano cose che la riguardano signor Walker, visto che non state più insieme>> ribatte Smith. Dylan lo spinge all'indietro e Smith arretra di qualche passo. Quando vedo che Dylan sembra intenzionato a mettergli le
mani addosso, mi precipito nel mettermi in mezzo ai due, per evitare uno scontro. <<Dylan non farlo>> lo afferro per la maglietta e lui mi guarda, <<cosa mi avevi promesso? Ti ricordi?>> gli chiedo e in risposta lui mi prende per il polso e mi fa uscire dall'edificio, senza nemmeno darmi il tempo di salutare Smith. Sta camminando da più di cinque minuti senza sosta, gli urlo più volte durante la camminata a passo veloce, ma sembro inesistente per lui.
<<Dylan fermati, dove stai andando?>> chiedo liberandomi bruscamente dalla sua presa, <<il più lontano possibile dal quel deficiente>> ringhia. La rabbia dentro di me inizia a farsi sentire e stringo i pugni. <<Sono stanca del tuo comportamento infantile>> sbotto, <<per te ogni momento è buono per mettere le
mani addosso alla gente, ma ti rendi conto che non è una cosa normale? Tu non sai gestire una conversazione come si deve. Ti scaldi subito e parti in quarta. Se non sei in grado di gestire una conversazione senza alzare le mani allora ti conviene farti visitare da qualcuno, perché così non solo fai del male alle persone, ma rischi di farti del male anche da solo. Non credo tu voglia prenderti una bella denuncia all'età di diciotto anni no?>> chiedo incazzata e lui nega con la testa, <<ecco, allora vedi di darti una regolata>> sbuffo e lo supero. Mi afferra per il polso che mi fa girare di nuovo verso di lui. <<Aspetta non andartene>> dice in tono lamentoso, <<Dylan sono incazzata, per favore lasciami>> chiedo sull'orlo della pazienza, <<ti lascio ma non andare via ok?>> mi supplica. Dio questo ragazzo non lo capisco proprio.
<<Perché dovrei rimanere? Sentiamo..>> mi libero dalla sua presa, <<ecco non so, ma non voglio che tu te ne vada>> dice impacciato. Mi mordo il labbro e rido nervosamente. <<Dio Dylan, sei così imprevedibile. Il tuo atteggiamento mi fa talmente incazzare che non ti sopporto più>> alzo il tono della voce e avanzo di un passo verso di lui. <<Cosa?>> chiede aggrottando la fronte, <<hai capito. Io non ti sopporto più, non ce la faccio più con te>> dichiaro presa dall'ira che mi porto dentro, lui si rabbuia e indietreggia. <<Tu n-non puoi dirmi questo>> gli si inclina la voce, <<ops, a quanto pare l'ho già detto>> ribatto acida, <<cazzo Chloe, ti ho chiesto scusa. Cos'altro devo fare? Dimmelo e ti giuro che farò qualsiasi cosa tu mi chieda, qualsiasi>> ripete, <<qualsiasi?>> chiedo, <<si, qualsiasi>> dice deciso. Per quanto mi faccia male chiedergli questa cosa, dovrò farmene una ragione e anche lui se la devo fare. <<Oggi dovremo stare tre ore insieme, dalle tre del pomeriggio fino alle sei di sera. Tuo padre ci ha assegnato la stessa punizione, che consiste nel pulire gli spogliatoi maschili e femminili..>> mi blocca, <<che cosa?>> sbotta, <<gli avevo detto di lasciarti stare>> ringhia, <<quel figlio di puttana. Ora vado da lui e mi sente>> cerca di andarsene ma lo fermo per un braccio. <<Azzardati ad andare da lui e giuro che mi perdi per sempre>> dico guardandolo dritto negli occhi. In questo momento sono impassibile, provo solo rabbia nei suoi confronti. <<Gli ho chiesto io di darmi una punizione. Non volevo che solo tu e Samuel ci andaste di mezzo, è giusto che anche io mi prenda le mie responsabilità. Lui non voleva darmela, voleva eseguire la vostra richiesta, ma io ho insistito e allora lui ha ceduto>> confesso e lui inizia a dondolarsi sui talloni. Stacco le mie mani dal suo braccio e riprendo a parlare. <<Ma non è questo che volevo dirti. Ciò che ti chiedo è di lasciarmi stare dopo oggi. Ti ho già detto che ho bisogno di tempo per riflettere e per capire cosa voglio. Non sono più sicura di volerti Dylan..>> confesso e lui sbianca.
Non è vero, lo voglio.. Lo voglio con tutta me stessa, ma deve sudare le famose sette camicie per riavermi. Mi ha fatto tanto male ed è giusto che sappia cosa sto provando e cosa ho provato quando mi ha detto quelle cose orribili. È un comportamento infantile e forse da persona stronza, ma ho bisogno che capisca la gravità delle sue azioni, e ferirlo in questo momento credo che sia il modo migliore.
Intravedo una scintilla nei suoi occhi ed io abbasso lo sguardo. <<Chloe..>> dice con voce infranta. Sospiro <<no Dylan, ti prego non aggiungere altro, questa è la mia decisione e se sei disposto ad accettarla bene, altrimenti possiamo concludere il tutto qui. Non ho altro da dirti. Dopo le ore che passeremo oggi insieme, non voglio più sapere niente di te per un po' di tempo. Voglio concentrarmi sulla scuola, sulle lezioni e su me stessa. Non voglio più pensare a te e non ti metterò mai più al primo posto. L'ho fatto una volta e mi hai incastrato, non lo farò una seconda. Non mi farò umiliare per la seconda volta, non più. Sono stanca di tutto Dylan, di tutto>> mi scende una lacrima e quando alzo lo sguardo per vederlo, noto che delle lacrime si sono formate dentro i suoi occhi. Stanno per fuoriuscire ma conoscendo Dylan, non mi darà questa specie di soddisfazione. <<Mi dispiace davvero tanto>> piagnucola, <<anche a me. Avrei voluto darti molto di più, ma non sarò io quella persona che ti darà ciò che vuoi. O meglio dire, sono riuscita a darti piacere... Questo sì, ed era questo a quanto pare il tuo obbiettivo, ma ti avrei dato molto di più che una semplice scopata>> dico piena di disprezzo e di dolore. Cerca di ribattere ma scappo via, lui non mi segue e ringrazio dio per questo.

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