Capitolo 96

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Chloe

Entro dentro l'ufficio del preside e chiudo la porta alle mie spalle.
Appena mi giro nella sua direzione mi fa un cenno con la mano e mi invita a sedermi sulla sedia, posizionata davanti alla sua scrivania.
Mi siedo e subito l'ansia si fa strada dentro di me. <<Allora signorina Johnson la vedo abbastanza turbata. Come prima cosa le chiedo di calmarsi perché non le succederà nulla. Mio figlio mi ha spiegato la situazione e anche il signor Richardson, adesso sta a lei spiegarmi la versione dei fatti per vedere se combaciano le cose. Mio figlio oltretutto mi ha detto di non metterla in punizione e riguardante questo ho anche una domanda da farle, ma ci arriveremo quando avrà finito il suo discorso>> dichiara sporgendosi in avanti e appoggiandosi con i gomiti sulla scrivania. Annuisco e ingoio la saliva. <<Prego signorina, mi esponga pure i suoi fatti>> dice tranquillo.
<<Ecco vede.. In questi ultimi giorni non sono stata bene. Sono stata tre giorni assente e gentilmente avevo chiesto a Samuel di non dire niente a nessuno, specialmente a Dylan>> mi scappa detto. Cazzo no, perché l'ho detto?
Walker assume una faccia stranita ma mi sprona a continuare. <<Ho chiesto gentilmente alla signorina Lea, Lea Carter di dire a Samuel di non importunare Dylan nei giorni in cui non ci sarei stata, ma lui a quanto pare non ha ascoltato la mia richiesta. Lunedì Samuel lo ha picchiato per quello che mi hanno riferito, ma per fortuna Dylan non ha reagito..>> mi blocca per un secondo. <<Aspetti signorina Johnson, mi scusi se le faccio questa domanda ma la situazione è molto delicata e complessa. Tra lei e mio figlio c'è stato qualcosa?>> chiede ed io annuisco. Spero che Dylan non si arrabbi troppo, ma non avevo altra scelta. <<Bene, allora Dylan non mi ha mentito. Continui pure>> mi incita di nuovo. Aspetta cosa? Gli ha detto di noi?
<<Dunque..>> mi blocca di nuovo, <<mi scusi se la interrompo di nuovo, ma ora che ci penso... Non è che può gentilmente spiegarmi anche la situazione tra lei e mio figlio? Sa, tanto per avere qualche pezzetto in più della storia. Prima l'ho chiesto a Dylan, ma non ha voluto darmi certi dettagli. Mi ha detto direttamente di chiederlo a lei e mi ha confessato che non ha voluto dirmeli perché non sapeva se lei voleva o meno>> dichiara confuso. Annuisco e mi faccio coraggio. <<Ecco vede io e Dylan avevamo una sorta di relazione..>> sgrana gli occhi appena sente quelle parole, <<wow, ehm non ne sapevo niente>> abbassa lo sguardo e assume una faccia sorpresa ma al tempo stesso ferita e triste. <<Mi scusi..>> cerco di dire ma mi rivolge un sorriso innocente, <<non preoccuparti Chloe, ormai ci sono abituato a sapere certe cose di mio figlio dopo lunghi tempi. Non preoccuparti davvero. Mi dispiace solamente per te, avrei potuto farmi conoscere meglio e presentarmi come si deve. Insomma... Guarda, il nostro incontro non è dei migliori. È la prima volta che ti vedo e vederti nel mio ufficio non è proprio il massimo>> ironizza, <<ha ragione>> sorrido leggermente, <<dai continua pure e spiegami tutto senza vergogna>> mi fa l'occhiolino ed io inizio di nuovo a parlare.
<<Be' allora a questo punto direi di partire dall'inizio>> dico e lui annuisce <<allora vediamo.. Circa tre mesi fa io e Dylan ci siamo conosciuti e all'inizio possiamo dire che eravamo amici, solo che poi col passare del tempo le cose nei miei confronti sono cambiate e a quanto pare anche nei suoi. Anche se... Alla fine per quello che mi ha detto, non è stato proprio così. Ho scoperto che il sentimento c'era solo dalla mia parte e non dalla sua>> abbasso lo sguardo e continuo a parlare. Parlare di amore con il padre di Dylan è davvero imbarazzante, soprattutto se sono consapevole che suo figlio non sa nemmeno cosa significa la parola <<amore>>.
<<Qualche giorno fa ero a casa di Dylan, cioè mi correggo... A casa vostra, solo che ha ricevuto una notizia che lo ha scosso molto e di conseguenza gli ha stimolato il suo lato stronzo>> mi tappo la bocca quando mi accorgo di aver detto l'ultima parola a tono fin troppo alto, lui ride divertito e mi tranquillizza.
<<Non preoccuparti, so benissimo quanto può essere difficile mio figlio, so benissimo che è uno stronzo come dici tu... Perciò non preoccuparti davvero, con me da adesso in poi puoi parlare in modo tranquillo, come se fossimo amici>> mi sorride dolcemente. Amici? Io amica del padre di Dylan? Mi ammazzerebbe se solo lo sapesse.
<<Be' ecco, dopo questo avvenimento ci siamo lasciati e io come già le ho spiegato sono tornata a casa mia per ben tre giorni. Ancor prima della mia partenza avevo avvertito la mia compagna di stanza, nonché Lea Carter, chiedendogli gentilmente di non dire a nessuno dov'ero e di spiegare, al posto mio, a Samuel e alla signorina Carol Evans quello che era successo. Per di più mi sono assicurata con Lea di dire a Samuel di non fare sciocchezze in mia assenza e di ignorarlo. Non per cattiveria, semplicemente non volevo che lo importunassero. Il mio desiderio purtroppo non è stato realizzato, perché Samuel come già le ho spiegato, ha avuto la brillante idea di mettere le mani addosso a Dylan lunedì. Per fortuna non ha reagito e gli sono davvero grata per questo.
Questa mattina è solo colpa mia se Samuel e Dylan si sono picchiati. Da quello che mi ha riferito, ho capito che Dylan le ha chiesto di non mettermi in punizione, ma io non posso permettermi che le persone a cui tengo si prendano le mie colpe, perciò se deve mettere in punizione loro gli autorizzo a farlo anche con me>> prendo fiato e continuo a parlare, <<stamani mattina appena sono entrata nell'edificio, ho visto subito Samuel e in quel momento non c'ho visto più. Sapere che aveva picchiato Dylan, solo per proteggermi mi faceva imbestialire... Ho capito che l'ha fatto per il mio bene e per dare una lezione Dylan, ma io sono dell'idea che non è così che si risolvono i problemi.
Lui non doveva immischiarsi tra i problemi di me e Dylan, visto che in questa relazione ci siamo solo noi due. Quando l'ho visto mi sono alterata e gli ho detto le prime cose che mi passavano per la mente. Ovvero che non doveva comportarsi in questa maniera, che doveva ignorarlo e che non doveva fare quello che ha fatto, proprio come gli avevo ordinato di fare e infine gli ho chiesto gentilmente di lasciami stare. In tutto questo Dylan era in disparte e stava assistendo alla scena. Samuel non sembrava intenzionato a lasciarmi andare ed è lì che Dylan si è messo in mezzo. Hanno iniziato a provocarsi a vicenda e alla fine e Samuel gli è saltato addosso. Ho provato a fermarli, ho urlato con tutta me stessa sperando che qualcuno andasse lì per separarli, ma purtroppo non è stato così. Intorno a noi si è creata a una folla piena zeppa di persone e urlavano tutti, l'incitavano a fare di più e c'era chi ti fava per Dylan e chi tifava per Samuel. Poi però per fortuna è intervenuto il professore Smith, che li ha separati e infine ci ha portati qui>> finisco di spiegare, ma lui non sembra per niente sorpreso. <<Bene signorina Chloe, la ringrazio per la sua versione e adesso la situazione mi è molto più chiara.
Allora... La situazione rimane pur sempre complicata e non so ancora bene come affrontarla. Sicuramente al signor Richardson gli verrà assegnata una punizione più drastica di quella che avrà Dylan, e riguardante lei non so che fare. Mio figlio è stato chiaro, non vuole che le faccia fare niente e..>> lo blocco, <<non si preoccupi di Dylan, ci penso io a lui. Mi dia pure la punizione che merito>> dico convinta ma al tempo stesso preoccupata. Spero solo che non si tratti di un'espulsione o qualcosa di simile, perché non sopporterei mai una cosa del genere. <<Ho un'idea signorina Chloe... Visto che tra lei e mio figlio la situazione attuale non è delle migliori e per quello che ho capito, non siete ancora riusciti a risolvere i vostri problemi... Che te ne pare se vi assegno la stessa punizione, così potete passare del tempo insieme e magari tra un lavoro e l'altro riuscirete anche a risolvere i vostri problemi>> propone. Oddio no, questa potrebbe essere una tortura altro che punizione. <<Ecco.. Ehm non mi sembra una buona idea>> cerco di dire, <<mi scusi se insisto ma secondo me si. Si tratterà di qualche oretta passata insieme, niente di più>> cerca di rassicurarmi, <<va bene>> annuisco e accetto la sua proposta. Ho fatto la cazzata più grande della mia vita... Me lo sento.
<<Bene signorina Chloe, allora le ufficializzo che oggi lei e mio figlio resterete a scuola fino alle sei di pomeriggio, per pulire gli spogliatoi maschili e femminili. Quelli femminili sono messi un po' meglio, ma quelli maschili sono.. Ecco, be'... Le lascio immaginare>> scherza ed io rido nervosamente. Non c'è niente di divertente. Solo al pensiero della puzza che ci sarà dentro quegli spogliatoi mi viene un conato.
<<D'accordo, la ringrazio e spero di rivederla, magari non qui>> mi alzo dalla sedia, gli porgo la mano e gli e la stringo. Lui ride per la mia ultima frase <<eh be' hai ragione mia cara, ma sono sicura che avremo modo di incontrarci al di fuori di questo edificio>> mi sorride gentilmente e mi accompagna alla porta. Esco e quando Smith e Dylan mi vedano varcare la soglia, si alzano di scatto e mi guardano.

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