Capitolo 37

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Chloe

Oggi è sabato e devo dire che sono davvero felice di aver terminato finalmente questa settimana.

Non parlo con Dylan dal giorno in cui mi ha visto baciare Noah. Mi manca e non capisco perché mi stia ignorando.

Negli ultimi giorni ci guardavamo e basta. Spesso ci tiravamo delle occhiate durante le lezioni, ma nessuno dei due ha proferito parola con l'altro.

Spero solo che non si sia pentito di avermi baciata e di aver intrapreso questa piccola relazione - che proprio relazione non chiamerei - insieme a me. In ogni modo, qualunque cosa ci sia adesso tra noi, non so come comportarmi. Mi sono lasciata da poco e intraprendere un'altra relazione ora non mi rende tranquilla. Più che altro non so nemmeno se quello che provo per Dylan è vero o meno.

Sto bene quando sono con lui, ma è talmente difficile da capire che certe volte preferisco fare tre passi indietro invece che un passo avanti.

Sono circa le tre del pomeriggio e sono sdraiata a pancia in su nel mio letto. Sto fissando il soffitto da più di mezz'ora e non riesco a smettere. Non ho voglia di alzarmi, non ho voglia di fare niente.

Le mie giornate senza di lui sono vuote.

Ho passato il resto dei miei ultimi giorni a studiare e la mattina, svogliata, andavo a lezione.

Lea si è persino preoccupata e mi ha chiesto cosa fosse successo, ma le ho mentito.
Le ho detto che sentivo la mancanza di Noah e di mamma.

Mi dispiace così tanto di non essere una vera amica per lei, perlomeno in questo momento.

Odio le bugie e non sono nemmeno una ragazza che ne dice molte.
Lo faccio solo in casi di emergenza o quando magari sto male e non voglio che nessuno sappia l'inferno che sto passando in quel determinato momento dentro di me.

Non ho il coraggio di dirgli della rottura con Noah. Quasi sicuramente conoscendola comincerebbe a riempirmi di domande.

Ad interrompere i miei pensieri è il mio cellulare che squilla sotto il cuscino.

Una volta preso, ribalto il telefono verso l'alto e vedo che sto ricevendo una chiamata da Dylan.

<<Dimmi>> rispondo secca.

<<Sei sola in camera?>>, chiede con voce roca dall'altra parte del telefono.

<<Sì, perché?>> chiedo a mia volta, ma lui stacca subito senza rispondere alla mia domanda.

Che problemi ha?

Sbuffo e riposiziono il telefono sotto il cuscino per poi sdraiarmi di nuovo.

Dopo qualche secondo bussano alla porta e mi alzo per andare ad aprire.

Aprendola vedo una bellissima figura maschile.

<<Che ci fai qui?>>, lo faccio entrare e gli rivolgo un sorriso sorpreso.

<<Tu oggi verrai con me e torneremo qui domani>> rivela Dylan con tono autoritario.

<<Cosa? No, non posso>> replico a mia volta.

<<E perché non puoi? Chi te lo vieta scusa?>> chiede incrociando le braccia al petto.

<<Nessuno, ma non posso. Lea si insospettirebbe e poi.. Mi hai ignorato per giorni. Se credi che venga con te per due giorni te lo puoi scordare>>, lo supero e mi vado a sedere sul letto.

Lui si gira verso la mia direzione, ma continua a rimanere in piedi invece di sedersi insieme a me sul letto.

<<Lo so Chloe ma stavo preparando una cosa per te>> ammette.

<<Cosa?>> chiedo curiosa ma allo stesso tempo sorpresa.

<<È una sorpresa, vieni con me dai>> insiste.

Vorrei andare. Sono curiosa adesso.

Ma quando lei mi chiederà dove sono, cosa gli dirò? Cosa dovrei dirgli?
Che scusa posso inventargli?

<<Puoi dire a Lea che sei da tua madre e che tornerai domani>> propone tranquillamente.

Cos.. adesso si mette pure a leggere nel pensiero?

Devo dire che mi sta sorprendendo questo ragazzo. Mi sorprende ogni giorno di più. Non so come faccia ad avere sempre una soluzione a tutto, però mi piace questo suo lato.

<<Va bene>> dico infine.

<<Posso sapere dove andiamo?>> chiedo curiosa.

<<È una sorpresa Chloe, se te lo dicessi non sarebbe più tale>> risponde lui.

<<Andiamo allora?>> domanda poco dopo.

Devo dire che sono davvero molto curiosa di sapere dove mi porterà, ma tanto conoscendolo, anche se lo pregassi in ginocchio, non me lo direbbe.

<<Un secondo solo>> dico prendendo il cellulare e una piccola borsa con dentro il minimo indispensabile.

<<Andiamo>>.

Lui apre la porta, e la regge con un piede in modo da far uscire per prima me.
Con la testa mi fa segno di uscire, e spontaneamente sorrido ringraziandolo del gesto gentile appena compiuto.
Infine esco dalla porta seguita da lui e insieme ci avviamo fuori.

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