Capitolo 73

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Chloe

Sto fissando da più di venti minuti la tazzina ormai vuota di caffè.

<<Si può sapere che hai?>>.

Dylan si alza dalla sedia e gira intorno a me.
Si piega in avanti per abbracciarmi da dietro e mi lascia un bacio sul collo.

<<Niente>> mento continuando a guardare la tazzina.

<<Stai così per quello che ho detto prima?>>.

Si stacca ed io mi alzo in piedi.
Non proferisco parola e sospira dall'irritazione.

<<Bene.. È come immaginavo>>, si gratta la testa ed io mi giro nella sua direzione.

Scuoto la testa, ormai arresa ed esco dalla cucina.

Certo che sto così per la questione di prima.
Non c'è bisogno di un genio per immaginarselo.

<<Chloe aspetta>> mi richiama alterato.

<<Dylan lasciami in pace per favore>>.

Mi avvicino alle scale, ma lui mi blocca per un braccio. Ogni volta è sempre la stessa storia.

Quando lui si arrabbia è impossibile ragionarci, è impossibile dargli spiegazioni e parlargli da persona civile. Quando invece mi arrabbio io devo ascoltarlo, o comunque fermarmi a parlare con lui.

<<Mi dispiace, forse ho esagerato>>.

<<Vedi Dylan... Il problema non è tanto ciò che hai detto, il problema è come l'hai detto. C'è modo e modo di dire le cose e tu sei stato freddo e diretto. Non ti sei preoccupato di come mi potessi sentire.
Mi hai quasi riso in faccia e mi hai fatto sentire in imbarazzo. Se vuoi stare solo o cercartene addirittura un'altra basta dirlo>> ribatto.

Rotea gli occhi e sbuffa.

<<Sei tu la donna che amo, non ne voglio altre, mi basti tu>>. Il suo tono è dolce e pacato.

<<Sai come sono fatta. Ok, ammetto che non sapevi come la pensavo sul matrimonio e sul fatto di avere dei figli un giorno, ma sai che sono una ragazza molto sensibile e permalosa. Potevi almeno pensare a come avrei potuto reagire e dirlo in un'altro modo, ma ovviamente no?>>, sento la rabbia farsi strada nel mio corpo.

<<Perché vuoi sempre litigare?>> chiede Dylan.

<<Ah adesso sarei io quella che vuole litigare? Hai espresso la tua opinione e ci sta, sono stata io a chiedertela, ma potevi usare altri termini>> rispondo sincera.

Ho sbagliato ad aver potuto credere anche per qualche secondo che potesse andare tutto nel verso giusto, che ci fosse una speranza per noi due in un futuro, e lo ripeterò all'infinito.

Dylan resta in silenzio e mi guarda negli occhi.
Quando distoglie lo sguardo, sbuffo e me ne vado al piano di sopra.

È inutile parlare con lui, tanto non cambierà la situazione, e allora a questo punto è meglio tacere. Sono arrivata alla conclusione che qualunque cosa possa dirgli, da un orecchio gli entra e dall'altro gli esce. È fatto così e non cambierà mai.

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