Capitolo 29

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Chloe

La luce che attraversa la finestra, si poggia sul mio viso facendomi svegliare.

D'istinto mi muovo, ma qualcosa mi tiene stretta se, e solo in quel momento mi rendo conto di essere tra le braccia di Dylan.

Subito mi ritornano in mente i ricordi di qualche ore prima e istintivamente sorride.

Ancora non ci credo.

Mi soffermo a guardare la sua bellezza, e devo dire che mentre dorme è ancora più bello.
Una piccola ciocca di capelli, proveniente dal suo ciuffo, è posata sul suo occhio destro.

Con una movimento leggero e lento gli sposto la maledetta ciocca, ma ciò purtroppo, lo porta a svegliarsi.

<<Buongiorno>> dice assonnato.

Il suo tono è pacato e ciò mi tranquillizza.

<<Buongiorno>>, gli bacio l'angolo della bocca e poi lo vedo sorride.

Mi alzo dal letto, trascinandomi dietro il lenzuolo, e cerco di coprirmi.

<<Dove vai?>> mi chiede.

<<Vado in bagno a vestirmi e poi scendo giù a sistemare un po' la casa, non voglio che tuo padre entri e veda tutto quel casino>>.

Le mie parole sembrano turbarlo e subito si incupisce.

<<Va bene vai pure, io rimango qui, poi dopo ti raggiungo>> dice mettendosi su un fianco, dandomi le spalle.

Non aggiungo altro, prendo i miei vestiti sparsi per terra e me ne esco avviando poi verso il bagno.

Una volta finito dentro quest'ultimo, scendo le scale ed inizio a raccogliere tutte le bottiglie che ci sono per terra, posizionandole dentro un sacchetto dell'immondizia.
Apro le finestre per far circolare l'aria e poi rimetto apposto i cuscini.
Successivamente entro in cucina dove trovo ulteriori bottiglie e cicche di sigarette per terra.

Dopo circa un'ora ho finito di sistemare casa Walker e, dopo aver buttato fuori i sacchetti dell'immondizia, torno in cucina per preparare la colazione.

Devo dire che questa casa è enorme, è una villa in pratica. Ha un giardino molto grande, uno spazio medio dove si possono parcheggiare almeno tre macchine e una piscina molto ampia. In pratica la casa che tutti sognerebbero.

Due mani mi cingono la vita e sorrido a quel contatto.

<<Ti sei addormentato di nuovo?>>, lo guardo negli occhi mentre spengo la macchinetta del caffè e poi verso quest'ultimo in due tazzine.

<<No, sono andato a farmi una doccia>>, mi lascia un bacio a stampo e va a sedersi.

<<Ah ok>>.

Porgo la colazione sul tavolino e poi mi siedo davanti a lui.

<<Hai dormito bene stanotte?>>, mi guarda ed infine prende la tazzina in mano.
La porta vicino alle sue labbra e ci soffia.

<<Si si>>, annuisco ed inizio a bere il caffè.

Cala un silenzio tombale tra noi due e ho paura che possa rimpiangere ciò che è successo stanotte. Il timore che possa ritornare il Dylan scontroso e stronzo di sempre mi terrorizza.

E se si fosse pentito?.

A frenare i miei pensieri è proprio lui.

<<Ho visto che hai ripulito tutta casa, da cima fino infondo, grazie davvero>>.

<<Di nulla, sono abituata a fare la donna di casa>>, avvolgo le dita intorno alla tazza presa dal nervoso e Dylan se ne accorge.

<<Ehi che succede? Stai bene?>> chiede preoccupato.

Gli rivolgo il mio sguardo e mi perdo completamente nei suoi occhi misti tra un grigio e un verde.

<<Sto bene, stavo pensando solo a mio padre>>, abbasso la testa e cerco di trattenere le lacrime.

<<Ehi ehi piccola, vieni qua>>, si alza dalla sedia e viene verso di me. Mi fa alzare e si mette a sedere sulla sedia dove pochi secondi prima ero seduta io. Trascinandomi sopra di lui, mi abbraccia accarezzandomi la schiena per farmi tranquillizzare.

<<Se vuoi raccontarmi fa pure, mi farebbe piacere ascoltarti>>, posa una mano sopra la guancia e mi accarezza il viso.

<<Non voglio annoiarti Dylan>>, mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro e sospiro.

<<Non mi annoierei mai, non se si tratta di te>> rivela lui.

Dal timbro di voce sembra essere sincero, sembra dire la verità, di fatto, prendo fiato ed inizio a parlare.

<<Mia madre quando scoprì di essere incinta fece i salti di gioia, perché finalmente si sarebbe realizzato uno dei suoi sogni più grandi, se non il più grande, ovvero quello di diventare madre. Era al settimo cielo, fin quando una sera mio padre tornò a casa. Mia madre, come ogni donna al mondo, era felice di dargli questa notizia ma le cose non andarono a finire bene>>.

Si forma una lacrima sotto il mio occhio ma, prima che possa iniziare a scendere, Dylan me l'asciuga. Sorrido a quel gesto e continuo.

<<Mio padre quando venne a scoprire che mia madre era incinta la abbandonò, dicendogli che non era pronto a diventare padre, che non voleva un figlio a quell'età e che non l'avrebbe cresciuto come ogni genitore fa. Così prese e la mattina stessa se ne andò.. senza lasciare traccia. Non fece sapere a nessuno dove stesse andando.>>

Dylan mi guarda con fare dispiaciuto e dice: <<Chloe.. Mi dispiace così tanto>>.

Mi abbraccia e io mi abbandono completamente nelle sue braccia.

Mi manca tantissimo mio padre, vorrei averlo sempre con me e condividere la vita con lui, ma evidentemente lui non desidera lo stesso.

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