Capitolo 52

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Dylan

La domenica è il mio giorno preferito della settimana. Niente lezioni, niente stress e niente rotture di cazzo.

Stanotte ho dormito nel dormitorio maschile, con Logan e Tyler. Non avevo voglia di tornarmene a casa mia.

Rientrando a casa sento dei lamenti provenire dal piano di sopra.

Lancio la giacca sul divano e poso le chiavi di casa dentro il porta chiavi.

Avviandomi al piano superiore la frustrazione sale sempre di più, proprio come le lamentele.

Preoccupato, mi precipito in camera mia per vedere se è tutto apposto e quando apro la porta, vedo che non c'è nulla di preoccupante.

Menomale.

Sospiro e successivamente chiudo la porta a chiave, posizionandola poi nella tasca dei jeans strappati.

Per assicurarmi entro anche in entrambe le stanze dedicate agli ospiti, ma nulla di preoccupante sembra essere nemmeno lì.
I letti sono riordinati e la camera è in perfetto ordine.

A quel punto mi avvio in bagno per vedere se quelle voci provengono da lì, ma non c'è nessuna traccia neanche qua.

Mi si gela il sangue quando mi accorgo che l'ultima porta è quella di mio padre. Non entrò in quella stanza da ormai mesi.

Mi faccio coraggio e mi avvicino sempre di più. I lamenti si insinuano dentro le mie orecchie, facendosi sempre più intensi.

Di scatto apro la porta e la scena che ho davanti mi paralizza.

Mio padre con Meghan?

La puttana con cui per ben cinque anni ha tradito mia madre.

Sul serio?

La rabbia inizia a persuadersi nel mio corpo. Sento una scarica elettrica provenire dalle mie vene.

Vorrei spaccare tutto in questo momento, cazzo.

Mio padre, accorgendosi della mia presenza, mi guarda sbalordito e cerca di coprire con il lenzuolo la donna al suo fianco.

<<Dylan ma che cazzo..>> balbetta lui.

<<Oddio>> dice imbarazzata la poco di buono.

Senza aggiungere altro lo guardo schifato e me ne vado, sbattendo la porta con forza.

Esco di casa e mi avvio verso la macchina.

Entrando dentro sbatto con forza la portiera e tiro due cazzotti al volante per cercare di calmarmi. Le mie aspettative però crollano, poiché la rabbia è ancora in me.

In questo momento sento scatenarsi dentro di me una battaglia. La mia coscienza mi consiglia di andare da Chloe. Solo lei saprà come calmarmi, sa sempre come farlo. Sa capirmi e sa rendermi una persona meno problematica del solito, ma il mio istinto mi dice di andare da Alison e scoparla.

Non fraintendetemi però, solo ed esclusivamente per fare del buon sano sesso, nulla di sentimentale.

È uno sfogo per me quella ragazza, riesce a non farmi pensare, almeno per quelle ore che la scopo, a quanto cazzo faccia schifo la mia vita, ma so che se andassi da lei me ne pentirei.

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