Capitolo 19

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Chloe

Entro in stanza, seguita da Lea, e subito mi tolgo le scarpe. Quest'ultima chiude la porta e va a sedersi sopra il suo letto.
Io nel mentre mi avvio verso la scrivania e ci poso sopra la borsa con i libri al suo interno.

<<Adesso che siamo da sole credo che debba darti delle spiegazioni..>> inizia a dire abbassando subito lo sguardo

<<Lea stai tranquilla, puoi darmele quando te la senti, non sei obbligata lo sai>>, mi siedo sul letto con lei e le appoggio una mano sulla spalla.

<<Oh certo certo lo so, ma credimi che non mi sento obbligata, anzi sento proprio il bisogno di parlarti>>, mi guarda negli occhi e a quel punto dico: <<va bene allora parla, ti ascolto>>.

Con il corpo mi volto verso di lei, alzando poi i piedi da terra e mettendomi comoda sul letto.

<<Non interrompermi mentre parlo, ho bisogno che tu mi ascolti fino alla fine>> mi avverte prima ancora di iniziare.

A quel punto non mi resta che annuire e aspettare le sue spiegazioni.

<<Bene.. come già tu sai in pochi tollerano Dylan, e be' possiamo dire che è impossibile far cambiare idea a mezzo campus visto che è stato proprio lui a farsi odiare sin da subito, ma vabbè non è questo la cosa importante che volevo dirti. Ci tenevo solo a ribadirlo>>.

<<Ecco... Tutto è iniziato l'anno scorso, quando ho conosciuto Tyler, nonché il fratello di Samuel. Ho incominciato ad uscire con Samuel e suo fratello, poi ho conosciuto Carol e siamo diventate buone amiche, fin quando una sera in discoteca non ho conosciuto Dylan. D'impatto è stato subito gentile con me e io ci sono cascata, mi sono innamorata di lui e credevo che pure lui provasse le stesse cose che provavo io. Fatto sta che in vita mia non avevo mai provato qualcosa di così forte, ho sempre creduto nell'amore e nel principe azzurro>> afferma abbassando lo sguardo e iniziando a giocherellare con le sue mani.

<<Credevo di averlo trovato. Mi sentivo così dipendente da lui che non riuscivo più a ragionare senza la sua presenza. In poche parole il mio corpo, la mia anima aveva bisogno di lui e del suo contatto>>, gli scendono due lacrime e io mi limito ad accarezzargli una coscia.

<<L'abbiamo fatto ed è stata la mia prima volta. È stato magnifico Chloe, non ti puoi immaginare quanto lo desideravo. Mi sembrava che tutto andasse a gonfie vele, finché un giorno andai a casa sua...
Era un giorno come tutti gli altri, io avevo finito di studiare ed ero andata lì da lui per fare l'amore... Arrivai davanti casa sua e lo sentii parlare con Tyler. Mi misi dietro una macchina per ascoltare la conversazione. Non è mio solito fare così però mi sembrava qualcosa di importante ed è per questo che decisi di ascoltare. All'inizio parlarono della festa che ci sarebbe stata il sabato seguente, ma poi Tyler mise in mezzo me e fu lì che capii che per Dylan ero stata solo un gioco, un passatempo e che per lui ero come tutte le altre>>, scoppia in lacrime e subito l'abbraccio.

<<Ehi>>, cerco di dire ma mi blocca prima che possa dire qualcos'altro.

<<No, ti prego non dire nulla, fammi finire>> mi scongiura.

<<Quando sentii quelle parole uscire dalla bocca di Dylan scoppiai a piangere, me ne andai e corsi via... Mi sentivo uno schifo, mi sentivo usata, mi sentivo una stupida per tutte le volte che Samuel mi raccomandava dicendomi di stargli lontana, ma io non lo ascoltavo perché ero completamente stregata da lui>>, sospira e poi riprende a parlare: <<sapevo che non era un ragazzo perfetto, che aveva i suoi problemi, i suoi sbalzi di umore e tutto il resto. Tutto il campus parlava di lui, di quante ragazze si faceva, di quante persone picchiava... insomma le voci su di lui erano tante e ognuna di queste era negativa ovviamente, ma io non ho voluto ascoltare nessuno se non il mio cuore>>, mi guarda negli occhi e ascoltandola mi vengono gli occhi lucidi. Non so cosa si prova, ma riesco a percepire il suo dolore.

<<Se ho reagito in quella maniera Chloe credimi che non l'ho fatto per cattiveria. Ho solo paura che tu ti possa innamorare di lui e vivere i momenti di inferno che ho passato io. Tutti per un periodo di tempo mi guardavano male, sparlavano alle mie spalle, dicevano che ero la verginella che si era scopata Dylan. Mi insultavano dicendomi che ero una poveraccia perché credevo che Dylan si fosse innamorato veramente di me. Questa storia non è durata tanto tempo per fortuna, ma quel periodo è bastato a non farmi più credere nell'amore>>.

Tiene lo sguardo fisso sulle sue mani, giocandoci in modo stressante.

<<Scusami davvero, non volevo>> dice con voce spezzata.

<<Ehi tranquilla, non fa niente. È tutto ok, non pensarci più. Ti ho già perdonato>> dico e poi le accarezzo la testa per tranquillizzarla.

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