Capitolo 43

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Chloe

Il volto di Lea in questo momento è indecifrabile.

I suoi occhi sono lucidi, è paonazza nel viso e sembra perplessa.

<<Chloe ma che cosa stai facendo?>> domanda incredula.

Nell'immediato mi alzo dalle gambe di Dylan e senza perdere tempo mi avvicino a Lea.

<<No-non ti avvicinare>>, mi punta un dito contro mentre indietreggia.

La voce le trema e quando capisco che facendo di testa mia peggiorerei soltanto la situazione, mi impietrisco e rimango lì ferma a guardarla.

Ricordandomi di essere semi nuda dalla vita in su, prendo la maglia che si trova ai piedi del letto e me la infilo subito.

Lea mi guarda e il suo sguardo dice tutto.
Si legge la delusione nei suoi occhi, lo schifo nel vedermi in intimo davanti al ragazzo che le ha tolto la verginità per sfizio.

<<Ecco.. Lea non è come sembra. Ti posso spiegare>> cerco di dire, ma non riesco a trovare le parole giuste.

<<Ora capisco tutto..>> sibila a denti stretti mentre mi rivolge uno sguardo allucinante.

<<Lea ti posso spiegare..>> ripeto, ma mi interrompe e dice: <<Stai zitta. Sei solo una grande bugiarda. Con me hai chiuso. Vai... Continua pure a fare la puttana di Dylan, sappi solo una cosa.. Quando lui ti scaricherà per non so quale motivo, non venire da me, perché io ti avevo avvertita.>>

Infuriata nera prende il telefono, che aveva lasciato sulla scrivania, ed esce.

Il mio viso si riempie di lacrime e resto immobile dove sono. Dylan mi guarda, i suoi occhi sono inebrianti anche in questa situazione così drammatica.

Perché mi fa questo effetto anche in circostanze del genere?

La mia amica, la mia unica amica possiamo dire, se ne è appena andata.
Prova odio, oramai, verso di me ed è tutta colpa mia e del mio ego.

Lui, mentre io farfuglio con i miei pensieri, si alza e viene verso di me.

<<Chloe stai bene?>> chiede accarezzandomi una spalla, ma subito mi ritraggo e lo fulmino con gli occhi.

<<Ti avevo avvertito di non piombare in stanza all'improvviso, potevi almeno mandarmi un messaggio. È solo colpa tua se è successo tutto questo casino. Se solo tu mi avresti scritto ti avrei detto di venire più tardi, non di certo qui, ma bensì in un'altro posto. Come al solito però fai come ti pare, perché ovviamente il signor Walker deve sempre fare il cazzo che gli pare, no?>> urlo iniziando a gesticolare in modo nervoso.

<<Non hai il diritto di scaricare la colpa su di me>> mi avverte serrando la mascella.

<<Be' guarda caso se non fossi arrivato tu, tutto questo non sarebbe successo>> rivelo incrociando le braccia al petto.

<<Tu lo sai che adesso lei non mi rivolgerà più la parola, vero? Lo sai questo?>> domando avanzando verso di lui.

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