Nothing more

Capitolo 64

Chloe

I miei occhi non smettono di fissare i suoi.

Quel contatto dura pochi secondi ma sembrano passare ore.

<<Ehi stai bene?>> mi chiede Lea.

<<Sì>> mento.

Non so che altro aggiungere, è ovvio che non sto bene. Ho appena visto in faccia il ragazzo che mi stava solo usando e della quale ero innamorata.

<<Cosa stavi fissando?>> domanda girandosi verso la direzione in cui stavo guardando poco prima.

<<Vuoi andartene?>> chiede.

<<No, non preoccuparti>>, scuoto la testa e abbasso lo sguardo.

<<Andiamo a prendere qualcosa da bere? Eh? Che ne dite>> domanda Samuel.

<<Va bene>> replico.

Dio quanto vorrei andarmene.

<<Chloe tu cosa prendi??>> mi chiede lui.

<<Non saprei, non ho mai bevuto in vita mia e non me ne intendo molto di liquori>> ammetto imbarazzata.

È davvero imbarazzante avere diciotto anni e non sapere nulla di queste cose. Be' a dire la verità non è l'unica cosa di cui non so nulla, anche sessualmente parlando non so praticamente niente ma non è questo il punto.

Samuel, facendo di testa sua, mi porge un piccolo bicchiere con dentro un liquore trasparente.

<<Provalo, ma fai piano quando lo butti giù ok?>> dice avvertendomi.

Prima di afferrarlo in mano annuisco, ma quando lo butto giù sento uno strano bruciore in gola. Strizzo gli occhi per il fastidio che mi ha provocato la bevanda trasparente e ingoio.

Nonostante bruci così tanto è buona.

<<Ti senti bene?>> chiede Samuel.

<<Sì>> rispondo subito.

<<È molto forte però, che cos'è?>> chiedo a mia volta.

<<Vodka>> risponde.

Ha un sapore forte però sotto sotto non è niente male. Ingoio un'altro sorso e vado avanti così, bevendo un bicchiere, poi due, tre, quattro.. fino ad arrivare a sette.

<<Un'altro per favore>> chiedo al barista dopo più di mezz'ora.

<<Chloe non credi di aver già bevuto abbastanza? Questo è già l'ottavo bicchiere, non vorrei che tu stessi male poi..>> commenta Lea accarezzandomi la fronte sudata.

Fa un sacco di caldo qui dentro.

<<No, sto benissimo>> confesso ridacchiando.

Il barista mi porge un'altro bicchiere ed io lo afferro.

Chiudo gli occhi e lo porto alle labbra, ma proprio in quel momento qualcuno me lo strappa di mano e lo appoggia bruscamente sul bancone del locale.