Capitolo 94

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Chloe

Oggi è venerdì e sono già sveglia da due ore. Sono già vestita e sono pronta per andare a lezione. Lea è di fronte allo specchio e si sta finendo di preparare, mentre io sono seduta sul letto a fissare il vuoto. <<Chloè che hai? È da quando ti sei alzata che ti vedo strana>> Lea si gira verso di me, <<non ho niente, sono solamente un po' stanca>> dico facendole un piccolo sorriso. Essendo ancora più furba di me, rotea gli occhi e si siede affianco a me nel letto. <<Sono tua amica ormai da un sacco di mesi, capisco quando stai male e quando mi stai mentendo perciò sei pregata di dirmi la verità>> mi guarda dritta negli occhi, <<Sono giù per Dylan... Ieri l'ho visto e abbiamo parlato, ma non sono riuscita a fargli finire il suo discorso. Ho la testa piena zeppa di domande e ora come ora non sono pronta ad averci una risposta, anche se vorrei>> confesso, <<capisco. Be' è colpa mia Chloe>> si alza dal letto e inizia a giocare con le mani, <<colpa tua? E perché?>> chiedo, <<ecco vedi.. Ho detto io a Dylan di venire da te ieri, l'ho incontrato mentre stavo andando da Matt e gli ho detto che eri tornata. Alle mie parole lui è subito scappato e mi ha lasciato lì.. Era davvero in pensiero per te e erano giorni che stressava tutti quanti..>> dichiara dispiaciuta e al tempo stesso ansiosa, <<aspetta.. In che senso stressava tutti quanti?>> chiedo aggrottando la fronte. Perché me ne sta parlando proprio adesso? <<Da quando te ne sei andata, tutti giorni Dylan non faceva altro che chiedere di te. Ha domandato a tutti dove tu fossi e se stavi bene, era davvero in pensiero. Lunedì ha chiesto informazioni a Samuel e si è preso pure un pugno in faccia. Dylan per fortuna non ha fatto niente, e a quanto pare lo ha fatto solo per te. Per quello che ho capito non gli ha messo le mani addosso perché sa che tu non lo avresti perdonato se solo lo avesse fatto. Martedì invece Carol, mentre stava aspettando Samuel da fuori l'edificio, è stata fermata da Dylan. Anche li lui ha chiesto di te,ma come ci hai ordinato nessuno di noi gli ha detto la verità su dov'eri. E infine ieri lo ha chiesto a me, è stato molto più profondo con me. Conoscendoci già da molto, abbiamo parlato un po' e ti posso assicurare Chloe che non l'ho mai visto così distrutto e disperato per una ragazza, nemmeno con me. Lui non mi ha mai inseguito allo stesso modo, non si è mai preoccupato di me dopo aver scoperto tutto. E ti ripeto, mai. Se prima ero confusa sul suo comportamento, ora sono certa che ti ama. Sono incoerente e lo so, ti ho sempre parlato male di lui, ho fatto di tutto pur di farti cambiare idea, ho cercato di mettermi in mezzo per allontanarvi e tutto quanto, ma ho capito di avere sbagliato e che tra di voi c'è davvero amore. Non ti chiedo di perdonarlo, anche se vorrei, ma almeno ascolta quello che ha da dirti. Quello che ti ha fatto è una cosa orribile e credimi che ti capisco perfettamente, ci sono passata pure io e so come ci si sente. Se in passato ho cercato di separarvi era proprio per cercare di farti seminare un dolore e un'umiliazione così grande, ma vabbè lasciamo stare non è di questo che voglio parlare adesso>> fa un sospiro e riprende fiato <<se non te lo vivi adesso quando pensi di farlo? Tra qualche anno? Quando magari si è rifatto una vita? Tra mesi? Quando magari ha già conosciuto un'altra?. Credimi Chloe che capisco ciò che stai provando, ma se ti dico che non l'ho mai visto così preso e motivato da una ragazza è la verità>> finisce il suo discorso e mi alzo dal letto. <<Non sapevo che vi aveva assillato in questi giorni, mi dispiace>> prendo lo zainetto e me lo metto in spalla. Lei mi guarda e fa lo stesso. <<Non devi dispiacerti, piuttosto hai capito tutto il mio discorso o no? Non soffermarti sul fatto che ci ha chiesto di te in continuazione, se non sulle parole che ti ho detto dopo>> dice subito. Sospiro e la confusione che ho in mente si allarga sempre di più. Le domande e i dubbi si moltiplicano ed io non so cosa fare. <<Mi dispiace ma sai come sono fatta. Preferisco fare di testa mia Lea, mi dispiace tanto che vi abbia assillato ma non credo di essere pronta a perdonarlo. Non mi puoi parlare di perdono dopo quello che mi ha fatto. Mi sono sentita una scema e un'ingenua, mi sono fatta abbindolare e avevi ragione tu sul fatto che è riuscito a farmi un bel lavaggio del cervello. Avevate ragione tutti e non ho dato ascolto a nessuno. Ora come ora preferisco pensare a me stessa e a stare bene. Prima per me c'era solo Dylan, mettevo sempre lui al primo posto e mai me stessa. Adesso basta, mi sono imposta per il mio bene di mettermi sempre al primo posto e mai più al secondo. L'unica volta che mi metterò al secondo posto, sarà quando avrò dei figli. Loro li metterò al primo posto, avanti a tutto e a tutti, a costo di perdere tutto quello che ho di più caro. Però io verrò subito dopo e fin quando non li avrò, sarò io la persona che sarà il primo posto nella mia scaletta. Mai più Dylan o qualsiasi altro ragazzo>> prendo fiato e inizio a parlare.
<<Sono stata davvero male in questi giorni, stare con mia mamma mi ha fatto stare bene ma non ho smesso nemmeno un minuto di pensare a quello che è successo. Per di più adesso ci si è messo anche mio padre. Qualche settimana fa ha contattato mia madre, dicendogli che aveva bisogno di vederla e di conseguenza di vedere anche me. Non capisco questa grande urgenza di vedermi, infondo... Sono passati così tanti anni che pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato, e invece a quanto pare non è stato così>> confesso. Mi sembra così strano e così surreale. Stanno succedendo troppe cose messe assieme e non sto ancora realizzando tutto ciò. La rottura con Dylan, il ritorno di mio padre, le paure di mia madre... È troppo per me. <<Capisco, mi dispiace.. Non ne sapevo niente>> dice Lea dispiaciuta, <<non importa. Tanto la mia vita è sempre stata così, ormai ci sono abituata.. Adesso scusami ma io vado>> mi avvio verso la porta, <<ehi aspetta, vengo con te>> dice Lea seguendomi, <<scusami ma ho bisogno di stare da sola. Ci vediamo più tardi ok?>> mi affretto a dire. Mi dispiace molto essermi comportata così. Lei c'è sempre per me e io l'allontano, ma non sono in vena di niente, voglio solo stare sola e affogare completamente nel dolore. <<Oh ok, d'accordo a dopo>> sono le uniche parole che sento dire da Lea ancor prima di chiudere la porta.
Mentre mi avvio verso lezione ripenso alle parole di Lea. Se è così innamorato come dice di essere, perché mi hai trattato a quella maniera? Capisco che il ritorno di sua madre lo abbia spaventato, gli abbia fatto ricordare magari degli avvenimenti avvenuti in passato, capisco che gli ha fatto stimolare paure che aveva già da tempo dentro di sé, ma ciò non lo giustifica. Lui non si doveva permettere di comportarsi in quella maniera e soprattutto dirmi quelle cose schifose. Dovrei odiarlo per come si è comportato con me, ma riesco a provare solo pena. Pena per me stessa, perché ho davvero creduto che Dylan potesse cambiare per me e che fosse realmente innamorato di me. E provo pena anche bene per lui, anzi soprattutto per lui, perché a quanto pare la sua vita fa talmente schifo che non riesce ancora a trovare un altro modo per migliorarla e per divertirsi, senza fare del male alla gente. Invece di rimediare ai propri errori, di cercare di essere una brava persona non solo per gli altri o per le persone che gli stanno accanto, ma in particolare per se stesso... Preferisce fare lo stronzo, essere un cafone e un maleducato che va in giro a prendere in giro le ragazze solo per portarsele a letto. Che schifo..
Entro nell'edificio e subito vedo Samuel. Mi viene in contro e mi sorride. <<Buongiorno e ben tornata tesoro, come...>> lo blocco prima che potesse continuare a fare il gentile con me. <<Si può sapere che ti è saltato in mente? Hai messo le mani addosso a Dylan quando non ne avevi il diritto. Se io e lui ci siamo lasciati sono fatti nostri, ma questo non ti autorizza a mettergli le mani addosso>> sono su tutte le furie e tutti mi guardano, ma me ne frego. Vedo avvicinarsi Dylan in lontananza e sembra sorpreso dalla mia reazione. <<Chloe io..>> cerca di dire ma lo blocco di nuovo, <<tu niente Samuel. Sei uno stronzo ecco cosa sei. Che cazzo ti passa per la testa? Ti chiedo gentilmente di aiutarmi e di capirmi per una buona volta, ma a quanto pare te ne freghi altamente delle mie richieste. Ho chiesto gentilmente a Lea di dirti di non fare scenate, ma sopratutto di non dire niente a Dylan e di lasciarlo perdere, e tu che fai? Lo stuzzichi e gli metti addirittura le mani addosso? Così mi metti ancora di più nei guai.. Più di quanto non lo sia già..>> sto urlando e intorno a me si è formato un cerchio, pieno zeppo di adolescenti che hanno lo sguardo fisso su di noi. Certe ragazze si parlano negli orecchi e altre le sento sghignazzare sul fatto che io e Dylan ci siamo lasciati. Non so cosa le porta ad essere così entusiaste, ma a quanto pare sono così contente e sicure di avere una chances e con lui, o almeno così sembra. L'idea che potesse succedere una cosa simile mi infastidisce molto, ma devo accettare che Dylan non è più mio.
<<Pensavo che.. Insomma, vi eravate lasciati e ero solo arrabbiato per come ti aveva trattato..>> dice incazzato ma al tempo stesso titubante, <<sono fatti miei se io e Dylan ci siamo lasciati, lo vuoi capire o no? Tu non centri un bel niente nella nostra relazione ti è chiaro? Pensa alla tua, piuttosto che alla mia. E adesso vattene>> non so nemmeno io con quale coraggio sto dicendo queste cose. Non sono una che ama fare casino, e tantomeno avere così tanti occhi addosso. Non amo stare al centro dell'attenzione e questa situazione è abbastanza imbarazzante, ma sono così incazzata che non me ne frega niente e adesso tutto ciò, per me sta passare in secondo piano. <<Chloe aspetta fammi spiegare..>> cerca di dire Samuel ma viene bloccato da Dylan, <<ha detto che la devi lasciarla stare, cos'è? Da un momento all'altro non capisci più il significato di determinate parole?>> Dylan si mette davanti a me e mi prende una mano. <<Sei stato tu vero? Sei stato tu a dirglielo>> Samuel gli punta il dito contro e si avvicina pericolosamente a Dylan. <<Si sono stato io, ieri ha visto il taglio e gli ho detto la verità. Cos'è caro mio, credevi di passarla liscia?>> lo provoca Dylan, <<figlio di puttana>> Samuel lo strattona a terra e si posiziona sopra di lui. Inizio ad urlare come una matta, ma nessuno sembra prestarmi attenzione. La gente inizia a urlare <<rissa,rissa, rissa>> e altri urlano il nome per colui che secondo loro vincerà la rissa. Sembrano tutti così eccitati di vedere una rissa, quando io invece le odio.
La situazione si è ribaltata, adesso Dylan è sopra Samuel e gli sfiora tre pugni nel viso. Continuo ad urlare, ma le mie urla non sono abbastanza forti da superare quelle della folla.
Mr. Smith si fa strada tra la marea di studenti e quando lo vedo, sbianco. Prende per il retro della giacca Dylan e lo strattona all'indietro, togliendolo da sopra Samuel. Aiuta quest'ultimo ad alzarsi e subito li fulmina con lo sguardo. <<Tutti e tre in presidenza>> li guarda, <<tutti e tre?>> dice Dylan confuso, <<si anche la signorina Johnson>> alle parole di Mr. Smith il mio cuore perde di un battito. Solo al pensiero di prendermi una sospensione mi manca l'aria.
Dylan mi guarda, ha il fiatone e per calmarmi mi mima un <<stai tranquilla>> con un gesto di mano. Tutti mi guardano e Mr. Smith si fa strada tra la folla e ci indica di seguirlo. Samuel è il primo a seguirlo ed io e Dylan facciamo lo stesso. Mi prende per i fianchi mentre camminiamo <<stai tranquilla, non succederà niente. È mio padre e so benissimo come gestire la situazione, farò ricadere la colpa su di me e mi assicurerò che a te non succederà niente. Puoi starne certa>> sussurra al mio orecchio. Dio santo, ci mancava solo questa.

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