Capitolo 65

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Chloe

Un rumore frutaste mi sveglia e non appena mi accorgo che è il telefono di Dylan, mi alzo sui gomiti.

Due braccia mi cingono la vita e solo quando mi giro di lato, mi accorgo di aver dormito nello stesso letto con Dylan.

Ha un'aria angelica, è senza maglietta e delle piccole ciocche di capelli, provenienti dal suo ciuffo, gli cadono sul viso.

<<Dylan.. Il telefono>>, lo scuoto leggermente e lui apre gli occhi.

Senza dire niente lo prende in mano e avvia la chiamata.

<<Che c'è?>> risponde in tono acido.

<<No, ho parecchio da fare oggi. Ci vediamo direttamente domani>> aggiunge prima ancora di riattaccare.

La maleducazione di questo ragazzo supera ogni cosa, ma c'è poco da fare. Se è fatto così non è colpa di nessuno. Questo ormai è il suo carattere e per quanto, a tratti, mi piacerebbe che non fosse così, devo accettarlo.

Successivamente mi siedo sul letto e solo in quel momento mi accorgo di essere solo in intimo.

No, non può essere..

<<Dylan..>> dico sottovoce.

<<Che vuoi?>> replica scorbutico.

<<Ieri sera.. Ecco.. Abbiamo..? Ti prego dimmi di no..>>, dall'ansia non riesco nemmeno a formulare una frase sensata ma per fortuna lui mi capisce e dice: <<No>>.

Senza aggiungere altro si alza dal letto e si infila una maglietta nera, prendendola nuova dall'armadio. La testa mi scoppia e come se non bastasse mi sento tutta rintontita.

<<C-che è successo ieri sera?>> chiedo intimorita, coprendo il mio corpo con la coperta.

Lui si gira e mi guarda inferocito.

<<Vuoi davvero saperlo?>> chiede in tono di sfida.

No, ma sì.

Annuisco e lui inizia a dire: <<Oh be' vediamo.. Hai bevuto sette bicchieri di vodka, ubriacandoti ovviamente, ti sei strusciata su un ragazzo e te lo sei anche baciato.
Se non fossi intervenuto io molto probabilmente ci saresti andata anche a letto>>.

<<Chi mi ha portato qui?>>.

<<Io>>.

<<E perché?>>.

<<Sei svenuta>>.

Il suo sguardo dice tutto, è incazzato e non posso nemmeno dirgli nulla, perché sta volta è solo colpa mia.

Però cosa vuole? Io e lui non siamo niente.

Non devo dargli nessuna spiegazione, perciò, perché deve comportarsi così?

<<Mi dispiace tanto, davvero Dylan mi dispiace per tutto..>> confesso e lui ride sarcasticamente.

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