Capitolo 11

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Per una volta Giulia era riuscita ad essere puntuale.
Stava attraversando la strada, quando lo vide, lì, seduto sugli scalini della scuola di ballo. Aveva dei pantaloni neri, una maglietta rosa e una giacca scura, e per completare il tutto aveva legato i capelli in una mezza coda. Giulia lo osservava da lontano e gli sembrava ogni volta più bello.
"Oddio mio. Sta iniziando a fare caldo qui" pensava ridendo la ballerina.
Non appena Sangio la vide da lontano, si alzò e gli andò in contro.
<<Eccoti ballerina. Come mai tutta truccata e vestita bene? >> le chiese guardandola.
<< Dobbiamo andare in giro per Roma e poi devo assistere alle riprese, no?>> si giustificò Giulia un po' in imbarazzo.
<<E allora? Tu devi essere te stessa, sempre. Il trucco non deve coprire la persona che sei.>> le sorrise lui.
Lei a quelle parole semplicemente lo guardò e le sorrise.
Arrivati nel luogo delle riprese, c'erano tantissime persone a lavoro.
C'erano i ballerini, telecamere ovunque, truccatori, parrucchieri..Sangio era praticamente circondato da persone e lei nel frattempo si era accomodata su una sedia in disparte dietro le telecamere.
Lui intanto mentre gli sistemavano i capelli si voltava spesso a guardarla e le sorrideva.
Riprese iniziate.
Era tutto così professionale, tutti attenti ai minimi dettagli per far si che il video potesse avere il successo meritato.
Per circondare l'area c'erano delle transenne, ma non bastarono a coprire le urla aggressive di una persona lì fuori.
<< Non lo capisci che vestito così e con lo smalto sei ridicolo? La tua fama durerà si e no un mese, ritirati!>>.
Le guardie lo allontanarono subito, ma il danno lo aveva fatto.
Appena ascoltati quegli insulti, lei subito si voltò a cercare Sangiovanni, ma lui le rivolse uno sguardo cupo e triste.
<<Sangio, lascia stare queste persone. Non devi ascoltarli.>> le dissero il produttore e il manager.
Ma lui stava già urlando, spingendo le sedie, lanciando oggetti...Era fuori di sé.
Non faceva altro che urlare alle persone.
Giulia da lontano osservò tutta la scena, e se all'inizio aveva pensato di andare via (data la situazione) , dopo averlo visto così accecato dalla rabbia,  aveva cambiato idea.
" Se urla un motivo ci sarà. Sarà un suo meccanismo di difesa, in fondo tutti ne abbiamo uno. Quelle offese devono averlo ferito, altrimenti non avrebbe reagito così. Non sono così brava a consolare le persone ma mi dispiace troppo vederlo così..mannaggia e mo che faccio?" pensava Giulia ancora indecisa sul da farsi.

Nel frattempo Sangio si era rifugiato nel suo camerino.
"Nessuno mi capisce. Non sono adatto a niente e nessuno." si urlava nella testa.

Giulia aveva deciso di avvicinarsi al camerino. Lì fuori c'erano già Federico (il suo manager) e il produttore del videoclip che cercavano di farlo uscire, ma a quanto pare non ci erano riusciti.
Federico non appena vide Giulia, la riconobbe.
<< Hey! Tu sei quella della scuola di ballo vero?>> disse indicandola.
<< Si. Sono Giulia. Scusate se mi sono avvicinata qui, volevo solo sapere come stava Sangio.>> si scusò lei.
<< Non bene. Non parla con nessuno e Non ci risponde...Ma tu come lo conosci?>> chiese Fede.
<< L'ho incontrato alla scuola e mi ha chiesto di fargli vedere qualcosa di divertente a Roma. Così...eccomi qui>> disse  la ballerina indicandosi.
<< Vuoi provare tu?>> le propose il manager indicando il camerino.
<<mmmm...va bene>> rispose lei titubante.
Gli altri due si allontanarono tornando dagli altri.
Giulia bussò, ma nessuno rispose.
Si fece coraggio e aprì la porta, entrando, come ogni ballerina avrebbe fatto, in punta di piedi, per non fare rumore, per non essere ingombrante sulla situazione.
Era seduto per terra con le mani sul viso.
Giulia, sempre facendo poco rumore, si avvicinò e si sedette per terra anche lei, davanti a lui.
<<Hey>> le disse lei con un'estrema delicatezza.
Lui non si mosse. Non rispose.
Giulia a quel punto gli prese le mani e le tolse dal suo viso, le strinse nelle sue. In quel modo non voleva privarlo della sofferenza che stava provando, ma in un certo senso voleva condividerla con lui, perché una sofferenza spartita in due, pesa di meno.
<< Mi dispiace se hai dovuto assistere a quella scena>> disse lui con un filo di voce.
Lei non rispose.
Non c'era bisogno di parlare.
Giulia in quel momento non si sentiva fuori posto, o un'estranea, anzi decise di avvicinarsi ancora di più e abbracciarlo, mettendogli le mani tra i suoi ricci.
A quell'abbraccio, lui non si allontanò, invece, allungò le sue mani e la strinse a se e dal nulla, come se si fosse rilassato solo ora, si lasciò andare a un pianto disperato.
Erano rimasti così. Lui piangeva tra le sue braccia e lei che lo abbracciava per condividere quel dolore.
Sangio alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono. I suoi erano rossi dal pianto, ma ancora più azzurri del solito.
<<Grazie>> riuscì a dirle lui, stringendole le mani.
<<Se una persona non ti capisce o non ti vuole capire, allora non è degna neanche della tua sofferenza. Io non ti conosco, praticamente, per niente, ma so cosa significa sentirsi così>> lei disse lei continuando a guardarlo negli occhi.
<<La mia storia è molto lunga. Conoscermi davvero, forse ti farà cambiare idea su di me. Ma vorrei davvero raccontarti perché sono così, perché sono arrivato a mettere un muro tra me e gli altri.>> le disse accarezzandogli il viso.
Rimasero così ancora qualche minuto, poi lui si alzò e aiutò anche lei ad alzarsi.
<<Abbiamo un tour in programma. Iniziamo dai>> disse Sangio asciugandosi gli occhi dalle ultime lacrime.
Nessuno era mai riuscito a bloccare il suo mal essere, a trapassare in così poco tempo la sua corazza. Lui davanti a lei non era riuscito a fare il duro, si era sentito per la prima volta, libero di crollare.
Uscirono dal camerino, Sangio si avvicinò al manager e gli spiegò che forse sarebbe stato meglio continuare il giorno dopo, che sicuramente sarebbe stato meglio.

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