<<Ho pensato di ordinare qualcosa di caldo, almeno ti scaldavi più in fretta>> spiegò Sangio a Giulia.
<<Grazie. Zenzero e limone? La mia preferita>> rispose Giulia prendendo la tazza.
<< Bene. Allora ho scelto bene>> rispose soddisfatto.
Si erano poggiati sul tavolo per bere la tisana, ma nessuno dei due aveva il coraggio di riprendere la conversazione di prima.
<< Da quanto tempo studi danza? >> domandò Sangio cambiando completamente discorso.
<<Ho iniziato quando avevo 3 anni e non ho mai smesso. È un amore che dura da sempre.>> concluse Giulia.
<< Wow! Sono tantissimi anni che balli. Devi essere bravissima.>> disse il cantante.
<< mmm... insomma. Non così tanto. Le ballerine sono belle, sensuali e io non lo sono per niente. Mi vergogno >> rispose Giulia abbassando il volto.
<< Ma perché ti butti giù così?..da sola poi>> la guardò un po' contrariato Sangio.
Lui aveva vissuto sulla sua pelle queste insicurezze e aveva sofferto tanto, anzi ancora soffriva, ma ormai erano anni che aveva messo la corazza, perciò vedere qualcuno buttarsi così giù lo faceva stare male e gli faceva uscire quel senso di protezione che aveva da sempre.
<< Ma non è che mi butto giù. È la realtà>> rispose Giulia rimanendo a guardare il pavimento.
<<Sbagli a pensarla così. Te lo dico per esperienza>> la rassicurò lui.
<< Tranquillo. Io non voglio la pietà di nessuno. Io continuo a ballare perché è l'unica cosa che so fare, che mi fa stare bene>> lo guardò finalmente Giulia.
<< Oddio. Ma che ore sono? Devo andare a prendere la metro!>> disse la ballerina guardando l'orologio.
"Cavolo, ma ti pare che corro sempre da una parte all'altra. Ce la farò mai a camminare come le persone normali?" Pensava Giulia mentre prendeva la busta con i vestiti bagnati.
<<Aspetta Giulia. Ti accompagno fino alla metro, così non vai da sola>> la seguì Sangio.
<<Ma non è necessario, tranquillo>>.
<< Certo che è necessario. Andiamo ho anche l'ombrello>> rispose soddisfatto Sangiovanni.
Camminavano vicini sotto l'ombrello. Poi Giulia si rese conto di una cosa.
<< A proposito... come faccio a ridarti i vestiti? Se vuoi li lascio nella hall dell'albergo così poi te li portano. >> chiese la ballerina.
<< Non sono sempre in albergo. Facciamo che ti do il mio numero, così mi mandi un messaggio o mi chiami e ci mettiamo d'accordo. >> disse Sangio.
A quelle parole Giulia spalancò gli occhi.
" Il suo numero?? Cooosaa?!? O mio dio... sto andando in panico." pensava nella sua testa la ballerina.<< Va bene, se per te è più comodo, facciamo così.>> rispose Giulia tirando fuori il suo telefono.
Decise di salvare il numero con il nome di "Sangio". Anche perché Sangiovanni era troppo lungo e a lei piacevano i nomignoli.
Nel salvarlo con quel nome le scappò un sorriso di troppo, infatti lui se ne accorse e le chiese perché stava ridendo. A quel punto, Giulia, regina della sincerità, le girò il telefono per mostrargli come lo aveva salvato.
<<Sangio>> lesse lui dal telefono della ballerina.
<< Mi piace.>> la guardò sorridendo.
Detto da lei suonava ancora meglio rispetto a quando lo chiamava così il suo manager.
<<Bene. Allora io ti chiamerò sempre Sangio>> rispose decisa Giulia.Arrivarono alla metro e lei entrò diretta.
Le porte erano ancora aperte e Sangio la guardava da dietro la linea gialla.
Giulia si accorse di essere sotto il suo sguardo, quindi lo salutò dicendo:
<< Ciao Sangio, grazie per l'aiuto e prova a divertirti un po'>>
Aveva leggermente urlato per dirgli quelle cose, perché con il rumore che c'era non avrebbe capito, infatti qualche persona all'interno della metro si era girata a guardarla.
<< Ciao ballerina. Forse dovresti farmi tu da guida. Sembra che tu sappia sempre divertirti. >> le disse lui sorridendo.
Giulia non fece in tempo a rispondere che le porte si chiusero e la metro partì.
Durante il breve viaggio che la portava a casa, lei stava parlando con Chiara e le stava raccontando tutto per filo e per segno.
<<Chia, ti giuro, mi tremavano le gambe.>> diceva Giulia.
<< Ahahah...mica sarai svenuta scema, vero?>> rise la sua amica
<<ahahah..cretina..no. Però è stata una cosa strana. Sembrava che intorno a noi c'erano i fuochi d'artificio, c'era tipo tensione. Mammamia che ansia>> spiegò Giulia imbarazzata.
<< Ma come che ansia? Tu sei proprio matta! Domani scrivigli dei vestiti così hai una scusa per parlare con lui>> le propose Chiara.
<<Nono. Non gli scrivo. Aspetto un po' di giorni >> disse Giulia.
<< Ma scusa Giu, tu mi hai detto che ti ha chiesto di fargli fare un giro per Roma, giusto?>> iniziò Chiara.
<<Si>>
<<E allora? Che aspetti a scrivergli?>> disse l'amica, ormai con le mani in testa.
<<Chia, ti ho detto di no! L'avrà detto così perché non sapeva che dire. Lascia stare. Dai, sono arrivata a casa ci sentiamo dopo.>>
<< uffaa..va bene a dopo>>
Ripose il telefono nella borsa.
"Faccio bene a non scrivergli. Inutile farsi illusioni. Lui è un bellissimo ragazzo e anche gentile, ma impossibile da raggiungere per me, devo mettermelo in testa e basta." si convinse nella sua testa.
Nel frattempo Sangio...
Non le aveva risposto. Chissà se avrebbe accettato di fargli vedere la sua Roma.
Sangio guardava il telefono un po' troppo spesso nel viaggio di ritorno verso l'albergo, forse si aspettava subito un suo msg, ma niente.
" Sono proprio scemo. Gli ho dato il numero, ma io non ho il suo. Quindi se non mi scrive lei, ciao! " si disse scuotendo la testa.
Entrò nella sua stanza e mentalmente rivide lei lì dentro. Con Giulia, quella stanza sembrava diversa, aveva una nuova luce.