*Ecco a voi il capitolo 84! Mi raccomando io aspetto le vostre domande su Instagram sul box che vi ho lasciato! Potete chiedermi qualsiasi cosa❤️😉. Spero che apprezziate anche questo capitolo❤️☺️*
Milano, la mattina presto era una città calma, silenziosa, non c'era quasi nessuno per le strade.
Erano le 5 del mattino e il sole era ancora addormentato, usciva solo uno spiraglio lieve sul cielo, lasciando la città in penombra.
Sangiovanni si alzò, tormentato da alcuni incubi, lasciando Giulia nel letto, assicurandosi di ricoprirla, si avvicinò alla finestra, uscendo sul balcone, poi si strofinò gli occhi e guardò fuori."Questi cazzo di incubi! Ma perché?! Ora che va tutto bene...i sogni mi devono rovinare il sonno..anche se so che non sono solo sogni, ma
è la verità..io ho paura.." pensò corrucciando la fronte.Era già qualche giorno che si svegliava nella notte, sudato e impaurito, perché nel sogno tornava nel buio e viveva scene che mai avrebbe voluto passare realmente, come perdere ogni cosa a lui cara.
Aveva le mani in testa, imprecava in silenzio e teneva la testa bassa, ma proprio in quel momento due piccole braccia lo avvolsero da dietro, tenendolo stretto, e in qualche modo quel gesto sembrò farlo stare meglio.
<<Hey..che fai qui fuori?>> chiese Giulia con la voce ancora assonnata, non mollando la presa su di lui.
Sangiovanni si voltò senza sfuggire dall'abbraccio e la strinse ancora di più, abbandonando tutto se stesso tra le sue dolci braccia, lasciando la testa nell'incavo tra la spalla e il collo, così poteva sentire il suo profumo, e il battito del suo cuore.
<<Scusami..se ti ho svegliato>> sussurrò lui di risposta.
<<Shhh..tranquillo. Che succede? >> domandò Giulia muovendo su e giù la mano dietro la sua schiena, accarezzandolo, cullandolo.
<<Io...io...io non lo so>> scoppiò lui con le lacrime che scendevano lente sul suo viso.
Giulia odiava vederlo così, avrebbe fatto di tutto per tornare a sentire la sua risata, si strinse ancora più a lui, che crollò giù, e lei insieme a lui, seduti per terra, sempre stretti in un unico abbraccio.
<<Stai tranquillo! Passerà. Ora respira, piano, shhhhh..ci sono io>> le sussurrava Giulia passandogli le mani tra i capelli.
Lui eseguì gli ordini, e piano piano iniziò a tornare in sé, poggiando la fronte su quella di Giulia e poi le sussurrò a voce bassa, quasi impercettibile: << Se non ci fossi tu, io non so dove sarei adesso. Grazie>>.La baciò e rimasero così ancora un po'.
<<Andiamo a letto, vieni>> disse Giulia alzandosi, ma lui la bloccò subito, tenendole la mano per non farla allontanare.
<<Aspetta! Ho bisogno di dirti cosa mi succede, devo parlarne, per forza, mi esplode la testa a tenerlo per me, solo con te posso parlare, perché so che mi capirai>> rispose Sangiovanni.
<<Certo..lo sai..puoi dirmi tutto, io farò in modo di aiutarti, te lo prometto>> disse Giulia.
<<Ho paura...di perdere tutto..>> iniziò lui stringendosi la testa tra le mani.
Giulia si avvicinò e si fece piccola piccola accanto a lui, provando a sostenerlo in quel momento critico.
<<Hey..non perderai nulla>> lo tranquillizzò.
<<No...il fatto è che non riesco a godermi le cose belle, non riesco a dirmi "bravo, hai fatto una grande cosa" perché poi ho paura che svanisca. È come se fermassi me stesso dal gioire troppo per i miei successi>> spiegò bene lui lasciandosi asciugare i resti delle lacrime dalla fidanzata.
La ballerina non pensava che lui potesse avere una paura del genere, e non sapeva cosa dire o come aiutarlo, perché non era mai stata brava a consolare le persone, però con lui era diverso, Giulia sapeva che anche se lei non avesse risposto niente, a lui sarebbe bastato averla vicino, sentire che non era solo in quel momento.
All'inizio decise di tacere e stargli vicino, per farlo prima calmare del tutto, poi d'un tratto sentì che le prole uscirono dalla sua bocca, senza che lei ne avesse il controllo.
<< Mi dispiace che tu stia così, davvero, e sinceramente non so cosa fare o dire per farti stare meglio, però una cosa la so, e cioè che la vita è strana, è imprevedibile, e per quanto può sembrare una frase fatta, è anche breve, quindi fai quello che vuoi, piangi, urla, ama, ridi, ma vivi! Che siano cose belle o cose brutte, non frenarti, non tirare il freno alle tue emozioni. Non avere paura! Ricordi? Me lo hai insegnato tu! >>.
Lui rimase a bocca aperta, perché Giulia non era solita fare grandi discorsi, lei preferiva i fatti, ma in quel momento, i fatti non sarebbero serviti, ci volevano le parole, quelle giuste e lei le aveva trovate, arrivando dritta al cuore e alla testa del suo Sangio.
<<Come faccio io a meritarti? Come posso meritare una persona come te? Così speciale, così pura!Tu..sei...forse la ragione per cui io sopravvivo e hai ragione, non devo avere paura, poi finché ci sei tu, posso perdere anche tutto il resto, perché sei tu che tieni il mio mondo. Ti amo ballerina, e scusa se non te lo dico abbastanza>> rispose lui sorridendo, guardandola negli occhi e poi alzandosi prese in braccio la sua Lady, e tornarono a letto.
<<Comunque Ti amo anche io Sangius>> rispose Giulia chiudendo gli occhi, accoccolata sul petto del fidanzato.A Torino..
Deddy odiava camminare con le stampelle e spesso quando non riusciva a muoversi o a fare anche le cose più banali, si innervosiva e sbatteva per terra entrambe le stampelle, che cadendo facevano un rumore forte.
Le cose erano peggiorate, da quando i suoi lo avevano praticamente costretto a stare a casa con loro finché non fosse stato meglio, lo trattavano come un bambino di due anni e questa cosa lo faceva infuriare ancora di più, non riusciva a tollerare il loro comportamento, e per di più non poteva nemmeno vedere Mary, perché sempre secondo i suoi genitori, lui doveva riprendersi la salute, senza distrazioni. Non lo facevano con cattiveria, lui lo sapeva, avevano avuto tanta paura di perderlo, il giorno dell'incidente, quindi da una parte capiva la loro paura, ma ormai aveva una sua vita, un suo lavoro, e bramava indipendenza, solo che in quel momento non poteva averla, viste le sue condizioni.
Fortunatamente non gli avevano sequestrato il telefono come si fa con i dodicenni, almeno poteva messaggiare o chiamare la sua fidanzata.<<Come stai?>> gli aveva scritto Mary su un
messaggio, ma lui quel giorno era troppo nervoso per risponderle e preferiva prima sbollire la rabbia, perché altrimenti si sarebbe sicuramente pentito di come le avrebbe risposto.
<<Hey tutto bene? Non mi rispondi da un po'..vuoi che ti chiamo? Preferisci parlare?>> era l'altro messaggio di Mary, arrivato un'ora dopo il primo.
Finalmente si decise a chiamarla.
<<Hey>> rispose lui.
<<Eccoti! Mi stavo preoccupando! Tutto bene?>> chiese lei.
<<Scusami... ero nervoso, ho litigato con i miei, e....non volevo prendermela anche con te, quindi ho preferito non risponderti>> spiegò Deddy.
<<Stai tranquillo! Ma scusa perché non torni a casa tua? Non possono obbligarti!>> gli disse lei.
<< Vorrei tanto! Ma non mi lasciano andare purtroppo.>> rispose lui sconsolato.
<<Mmmm..dobbiamo inventarci qualcosa, non si può andare avanti così...>>propose Mary.
<<Che hai mente Sherlock ? >> le disse lui prendendola in giro.
<<Ora ti spiego...>> iniziò lei.