Capitolo 86

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*Questo capitolo è più lungo degli altri, perché ieri era ispirata e le parole sono uscite da sole. Spero vi piaccia almeno quanto piace a me. Se ancora non avete fatto, andate a seguire la pagina instagram di questa storia, dove a volte metto anche degli spoiler😏❤️*

<<Trovatii!! >> urlò Sangio sorprendendo i tre bambini nascosti nel suo studio.
Correva, per arrivare alla tana e tutti e tre lo raggiunsero con facilità, saltandogli addosso per fermarlo.
Aveva le due femmine attaccate alle gambe e il maschietto si era aggrappato dietro la sua schiena con le mani avvolte intorno al collo.
Stava crollando, era difficile camminare in quel modo, quindi cercava di trascinare i piedi, ma scoppiò a ridere e perse tutte le forze.
<<ahahahah...Basta basta! Mi arrendo...avete vinto voi. >> rise lui alzando le mani.
<<Siiii! Lo abbiamo atterrato!>> si vantarono i tre.
<<Vi pure vantate! Ahahah...sentite, dopo cena vi va di vedere un film? >> propose il cantante mettendosi seduto sul divano.
<<Si! Vediamo un cartonee??>> rispose il piccolo Francesco.
<<Va bene! Lo sceglieremo tutti insieme! Ora ascoltate...vi va di aiutarmi a fare una cosa?>> chiese Sangio.
I bambini non vedevano l'ora di aiutarlo e fare qualcosa con lui, perché tutti e tre erano suoi grandi fan, e cosa c'era di meglio da fare per un fan, se non passare del tempo con lui e aiutarlo ?
Il cantante, vista l'ora, prese le chiavi di casa, e insieme ai bambini uscì, facendo attenzione a tenerli per mano per controllarli meglio soprattutto per attraversare le strade.
<<Francesco dai la mano a tua sorella, e tu Mia dammi la mano>> disse Sangio prendendo per mano il maschietto e la figlia del direttore.
<<Dove andiamo?>> chiese Mia.
<<Ve l'ho detto...dovete aiutarmi a fare una cosa..>> rispose lui facendo il misterioso anche con i bambini.
<<A me me lo dici? Io sono maschio!>> provò Francesco.
<<Ahahah! Va bene ometto! >> disse Sangio, fermandosi e avvicinando le labbra all'orecchio del bambino, confessandogli il posto dove stavano andando.
<<Aaaa..ho capitoo! Posso prenderli anche per la mamma??>> chiese il bimbo.
Quel bambino, facendo quella domanda, aveva negli occhi una nata di tristezza, come di chi ne ha passate tante, ma allo stesso tempo c'era una grande luce, piena di speranza e di bontà d'animo.
<<Ma certo! Sei proprio un ometto! Fai bene a fare questo regalo alla mamma. Sono sicuro che ne sarà felicissima! Ora andiamo che siamo quasi arrivati>> rispose lui a Francesco stringendogli di nuovo la mano.
Camminava per le strade di Milano con tre bambini e si potrebbe pensare che non si sentiva a suo agio, ma non c'era niente di più naturale, perché lui non si sentiva strano o fuori luogo, anzi, si stava divertendo a stare con loro, era come poter essere rilassato dopo tutto il tempo passato a fare l'adulto o il serio. Poteva finalmente sorridere come uno scemo e dire le cose più insensate, perché i bambini avrebbero riso con lui e di certo non lo avrebbero guardato storto o giudicato.
<<Ooohhhhh>> sospirarono le due bambine guardando dov'erano arrivati, e avevano messo gli occhi a cuoricino come solo due piccole principesse sapevano fare.
Erano davanti a un fioraio, il più grande di Milano, che aveva esposti in vetrina centinaia di mazzi di fiori, da quelli semplici a quelli più complessi, con diverse varietà di fiori. Il negozio era grandissimo e dentro c'era un buon profumo, quello che solo i fiori ti possono far sentire.
I tre bambini erano rimasti a bocca aperta quando videro l'interno del negozio, perché era talmente grande che sembrava un labirinto di fiori colorati.
Vedendo tutti quei colori, Sangiovanni ripensò a una cosa che aveva letto tempo fa, sulle rose, un articolo molto interessante riguardante il significato dei colori delle rose.
Quindi tenendo fede a quanto letto, compose due mazzi di fiori per la sua Giulietta, e poi aiutò Francesco a comporne uno per la mamma, mentre le bambine erano occupate ad ascoltare il fioraio che le stava raccontando la storia delle corone di fiori.
Una volta finito, pagò e riprese i bambini per mano, ma sta volta chiamò un taxi, perché con tutti quei fiori che portavano era difficile tenere stretti tutti e tre.
Salirono e il cantante indicò la via dell'accademia al tassista.

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