Mark 🔴

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Era il primo giorno di scuola. Andavo in terzo superiore perciò di primi "primo giorno" ne avevo già avuti un po ma mi rendevano sempre nervosa. Mi stirai la divisa con le mani, presi un bel respiro e entrai in classe.
La confusione che mi accolse era quasi un sollievo. I ragazzi chiacchieravano e ridevano tra di loro e nessuno si accorse di me.
Facendo lo slalom tra i miei comoagni, arrivai all'ultimo banco e mi misi comoda ad aspettare.
Tirai fuori il cellulare e trovai un massaggio che mi fece sorridere. Da qualche settimana mi scambiavo messaggi con un ragazzo di due anni più grande e che stava nella classe a due piani sopra di noi.
" Alla pausa pranzo ti aspetto in giardino 😉"

Sorrisi a quel messaggio. Sarebbe stata la prima volta che ci vedevamo di persona.
Mentre ero immersa nei miei pensieri, una pallina di carta mi arrivò in faccia.
Delle risate provenivano dal gruppetto dei "ragazzi fighi".

X: Scusa sfiga...
Non fini' la frase. Alzai la testa per capire il perché ma i ragazzi mi stavano semplicemente fissando.

Y/N: Che c'è?

X: Tu sei Y/N?

Y/N: Siamo nella stessa classe da tre anni. Non hai ancora capito come mi chiamo? - dissi spazientita, tornando a guardare lo schermo del telefono.

Qualcuno mi si sedette vicino. Guardando leggermente a destra, notai Mark, impettito, che mi stava squadrando.
Io e Mark siamo nella stessa classe dai tempi delle elementari. Lui era quello che alle medie mi prendeva in giro perché tutte le nostre comoagne di classe avevano già la seconda di reggiseno mentre io ero piatta. Questa cosa è durata fino all'estate scorsa quando, finalmente, il mio seno ha deciso di crescere esponenzialmente e il mio corpo si è scolpito.

Mark: Ti trovo bene

Y/N: Grazie - non lo degnai di uno sguardo.

Mark: Hai passato delle belle vacanze? - mi mise un braccio sulle spalle, avvicinandomi a lui.

Y/N: Si - risposi ad un altro messaggio.

Mark: Si può sapere che cosa c'è di tanto interessante? - mi strappò il telefono dalla mano.

Y/N: Mark, ridammelo! - cercai di arrivare al telefono ma lo teneva troppo lontano. Per sporgermi, il mio seno fini' praticamente sulla sua faccia.

Mark: Così si che si comincia a ragionare - mi strinse di più a se.

Y/N: Vaffanculo, Mark! - me lo scrollai di dosso e mi rimisi seduta.

Mark: Vediamo che c'è qui - sblocco' il telefono e cominciò a scorrere la conversazione - Chi è questo? Con chi ti devi incontrare nella pausa pranzo?

Y/N: Non sono affari tuoi! - cercai di riprendermi il telefono ma non me lo permise.

Mark: Ma questo è Johnny....

Y/N: Lo conosci?

Mark: È uno stronzo. E non è nemmeno bello quanto me - affermò, tornando a lanciare occhiatacce alla foto del profilo di Johnny.

Y/N: Più brutto di te non direi proprio - riuscii a riprendermi il telefono e lo misi via.

La professoressa entrò in classe e cominciò a fare lezione. Stavo cercando di seguire la spiegazione ma Mark si stava agitando vicino a me e non riuscivo a rimanere concentrata.

Mark, con un gesto rapido, avvicinò la mia sedia alla sua. La sua mano iniziò un lento percorso dal mio ginocchio, all'orlo della gonna.

Y/N: Leva quella mano - mormorai per non farmi sentire da nessun'altro.

Lui mi ignoro' spingendosi sotto la gonna. Stavo tremando. Il suo tocco leggero ma deciso mandava mille brividi lungo la mia schiena.

Y/N: Smettila, ti prego - la mia bocca gli diceva di smetterla ma la mia parte più intima diceva di continuare e andare fino in fondo.
Si avvicinò ancora di più a me, scostandomi il colletto della camicia e poggiando le labbra sul mio collo.
L'ansia di essere scoperti e il piacere che provavo per le sue carezze, si trasformavano in un nodo nella mia intimità che voleva essere sciolto immediatamente.
I suoi baci si facevano sempre più caldi e le sue mani si infilavano ovunque per toccare il mio corpo.

Y/N: Andiamo negli spogliatoi - ansimai piano.

Mark: Di' alla professoressa che devi andare in infermieria.

Ci alzammo insieme.
Y/N: Professoressa, devo andare in infermieria.

Mark: Io l'accompagno.

Sgattaiolammo fuori dall'aula, mi prese per mano e cominciammo a correre per i corridoi, verso lo spogliatoio della palestra.
Una volta giunti a destinazione, i nostri vestiti sparirono velocemente. Sdraiati su un materassino, ci baciammo' per un po; la sua bocca si spostava su tutto il mio corpo, leccando e succhiando punti che mi facevano impazzire.
Mi allargò le gambe e si posiziono' in mezzo, pronto a prendermi.

Y/N: Sappi che tu sei il primo - lo guardai, ansimando.

Mark: Non avresti potuto dirmi cosa più bella - sorrise e riprese a baciarmi, entrando in me con un movimento deciso. Il dolore mi si propago' dal basso ventre ma le sue spinte dolci mi fecero presto scordare del fastidio.
Le spinte erano sempre più veloci e i nostri respiri si intrecciavano. Era così bello che mi sentivo di volare verso il paradiso.
Lo facemmo durare a lungo, per godere a pieno di tutte le sensazioni che provavamo. Quando venimmo, fu con un verso liberatorio

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Questa scena me la sono sognata stanotte. Quando si dice "sogni d'oro".
😏😏😏

NCT x reader || one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora