Ero distesa sul banco, scarabocchiando cose a caso mentre la professoressa cercava di spiegare ad una classe annoiata come funzionava l'apparato digerente.
Momo: Dopo vieni in caffetteria con noi? - mormorò piano.
Y/N: Non posso, ho le ripetizioni - risposi annoiata.
Momo: Ma dagli buca... - sospirò lamentosa.
Non le risposi. Presi il telefono per controllare l'ora, trovando un messaggio da Jisung.
Jisung:
Ti aspetto
Lanciai il telefono nello zaino senza rispondere.
Finalmente la campanella suonò e un orda di studenti si riverso' nei corridoi.
Momo: Sei sicura, quindi, di non voler venire? - mi chiese, raggiungendomi.
Y/N: Te l'ho detto, non posso - la salutai e uscii di corsa dal cancello per non perdere l'autobus.
Jisung:
Sei già uscita?
Sollevai gli occhi al cielo e decisi di non rispondere nemmeno a quel messaggio.
Conoscevo Jisung da un anno, da quando la madre aveva chiesto alla mia se potevo dargli ripetizioni di inglese. Avevamo la stessa età ma la sua altezza lo faceva sembrare più grande. Da quando lo conoscevo era sempre stato molto timido, riservato ma da qualche mese era cambiato. Adesso mi messaggiava ogni giorno e mi faceva trovare sempre qualcosa da mangiare quando andavo a casa sua per le ripetizioni.Jisung:
Non ignorare i miei messaggi!
Y/N: E tu non assillarmi - mormorai, scendendo dall'autobus.
Jisung: Non ti sto assillando - mi stava aspettando alla fermata - ti ho solo fatto una domanda - aveva uno sguardo corrucciato e le braccia conserte.
Y/N: Ciao, Jisung - dissi distrattamente passandogli davanti.
Lui mi bloccò per un braccio e mi fece voltare verso di lui.
Jisung: Non mi ignorare - mi sfilò lo zaino e se lo mise in spalla, precedendomi lungo la strada.
Y/N: Non ti stavo ignorando - affrettai il passo per stargli accanto - ma, comunque, che ci fai qui? Non dovresti aspettarmi a casa?
Jisung: Visto che non rispondevi sono venuto a controllare - svolto' in una strada secondaria e lo seguii.
Y/N: Pensavi che non sarei venuta? - ridacchiai. Lui mi lanciò un'occhiataccia ma non rispose.
Entrammo all'interno del palazzo e poi in casa. La madre di Jisung ci accolse con il suo solito cipiglio di disaccordo.
MammaJ: Ciao Y/N - mi squadrò da capo a piedi, facendo una smorfia quando fermò lo sguardo sulla minigonna della divisa - hai portato il cambio, vero?
Y/N: Certo, signora - senza nemmeno chiedere il permesso mi chiusi in bagno, sfilai la divisa e misi su dei pantaloni e una maglietta larga. La madre di Jisung non voleva che dessi ripetizioni al figlio indossando degli abiti succinti, quindi dovevo cambiarmi appena entrata in casa.
Jisung mi stava aspettando in camera sua. Era chino sulla scrivania e stava sistemando un piccolo vassoio pieno di cibo.
Y/N: Jisung, quante volte ti devo dire di non farlo? - mi sedetti vicino a lui e malgrado la ramanzina mi gustai la ciotola di noodle che aveva preparato, lanciandomi poi su della frutta secca.
Jisung: Lo so, lo so. Ma tu non preoccuparti. A lei ci penso io - mi fece l'occhiolino e rimase a guardarmi mentre finivo di mangiare.
I suoi occhi erano puntati su di me e la cosa cominciava a mettermi un po a disagio.
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NCT x reader || one shot
FanfictionIl titolo dice tutto. One shot e qualche immagina, per divertirvi insieme a me nelle nostre fantasie strane su quei 23 bimbi. Alcune molto sexy e alcune caste e pure. Buon divertimento ^^