NCT x reader || one shot

Ten - Prima parte🔴

Mi guardai allo specchio. Quella mattina i miei capelli corvini non ne volevano sapere di stare a posto. Li raccolsi in una coda, mi truccai leggermente gli occhi e misi del rossetto rosso sulle labbra. Guardai dentro l'armadio e non vidi nemmeno un cenno di colore; era tutto di pelle nera. Presi dei pantaloni attillati neri, reggiseno in pelle a vista sotto il giubbotto dello stesso materiale. Completai il tutto con degli stivali alla coscia.

Guardai lo specchio e non mi piaceva quello che vedevo ma dovevo farlo. 

Scesi al piano di sotto e andai in cucina per mangiare qualcosa. La sera prima avevo lavorato nel locale della mia famiglia e ritornando alle sei di mattina, mi dimenticavo di mangiare. Erano quasi le nove di sera e la casa era vuota. Presi qualcosa di veloce da mangiare e poi mi avviai al locale. 

La nostra attività, in realtà era una copertura per affari ben più loschi. I miei genitori erano trafficanti d'armi e nell'ambiente erano rispettati e temuti. Io e mio fratello non eravamo stati cresciuti come gli altri bambini. Quando avevo 7 anni, avevo chiesto a Babbo Natale di portarmi una bambola. Quando la mattina dopo ho aperto i regali sotto l'albero ho trovato un pistola e mio fratello un fucile di precisione. Ancora ridevo a quel ricordo.

Arrivai verso le 10:30 e all'interno si era già alzato il ring per i combattimenti. La folla fremeva tanto da sovrastare la musica. L'odore di sigaretta e alcool era penetrante e mi dava il voltastomaco ancora dopo tutti quegli anni. 

Jeno: Finalmente! Il mio turno è finito da mezz'ora! - sbattè uno straccio sul bancone e si allontanò sul retro.

Y/N: Ciao anche a te, fratello - sospirai e mi misi a lavoro.

Le persone andavano e venivano, gli incontri si susseguivano senza tregua, la musica pompava in sottofondo. Era sempre così, ogni sera. 

Jessica: Hai visto quello? E' andato k.o. in tre secondi netti - con una faccia rassegnata e dispiaciuta guardò il poveretto che veniva trascinato fuori dal ring.

Yuta: Io lo avrei steso anche in meno - si avvicinò al bancone con un ghigno divertito e i suoi amici dietro di lui risero. 

Y/N: Ciao, Yuta. Che ti do? - continuai ad asciugare un bicchiere, non degnandolo di uno sguardo.

Yuta: Potresti cominciare con il guardarmi - si sporse sopra il bancone e con due dita sotto al mento mi fece alzare la testa - E poi non mi dispiacerebbe quel bel culetto sul mio pacco.

Mi allontanai immediatamente, disgustata. 

Yuta: Perchè fai tanto la santarellina? Non c'è un solo punto del tuo corpo che non sia stato toccato - venne dietro al bancone e mi attirò a sè con le mani sul mio sedere - Tu sei tutta mia.

Mi diede una pacca sul sedere e poi scomparse nella porta sul retro insieme agli amici.

Jessica: Perchè ti fai trattare così?

Y/N: E' il braccio destro di mio padre, non ho scelta - ha dire quelle parole ad alta voce mi venne da piangere. Odiavo Yuta, odiavo essere trattata così e odiavo quella vita. Ad un tratto quel posto mi sembrava così piccolo da togliere l'aria.

Y/N: Io esco a pendere una boccata d'aria - uscii dalla porta sul retro, ritrovandomi nel cortile privato. Vidi mia madre che parlava con uno dei loro fornitori e mio padre, Jeno e Yuta che aprivano scatole piene di armi. 

P: Tesoro, vieni qui! - mi avvicinai a loro - Yuta mi ha detto che vuole portarti nella tenuta in montagna per qualche giorno.

Rimasi immobile. Sarebbe stato inutile replicare che non avevo nessuna intenzione di rimanere da sola con lui, perciò rimasi impassibile. 

P: Non fare quella faccia. Puoi andare, sono perfettamente d'accordo - sorrise, dandomi una pacca sulla spalla - d'altronde siete grandi e state insieme da tanto.

Mio padre e Yuta si scambiarono delle occhiate complici.

Y/N: Veramente... - in quel momento, dal vialetto arrivò un gruppo di ragazzi.

Era bastata una sola occhiata per capire di chi si trattasse; era il rivale di mio padre con tutta la sua banda al seguito. 

P: Bene, bene, bene. Ma che piacere... - disse ironico, andando verso l'uomo.

X: Da quanto non ci si vede - avrà avuto l'età di mio padre ma era comunque un bell'uomo. Si vedeva che teneva al suo aspetto e così anche la sua banda. Erano vestiti tutti in pelle ma non c'era un solo capello fuori posto.

P: Sarà per questo che stavo tanto bene? - il suo tono era pieno di astio.

X: Suvvia, non siamo qui per litigare. Corrono voci che stai per ritirarti dal tuo impero.

P: Ormai sono troppo vecchio per queste cose. Sarà Jeno a prendere il mio posto.

Jeno: sul serio? - non si aspettava una dichiarazione del genere.

Ero sorpresa quanto lui ma non stavo ascoltando più di tanto. Quelle stronzate da gangster non mi interessavano. Piuttosto, mi ero fissata sui ragazzi che avevo davanti: erano belli e muscolosi. Uno in particolare attirò la mia attenzione perché mi stava fissando. Aveva i capelli neri tagliati corti, la giacca di pelle portata sul petto nudo per mettere in vista i tatuaggi. Mi guardava con insistenza ma senza dare nell'occhio.

P: Certo, sei il mio primogenito - gli diede una pacca sulla spalla - però sei ancora giovane e dovrai essere guidato.

Il ragazzo davanti a me mi fece un cenno con la testa.

P: È per questo che Yuta e tua sorella si sposeranno. Così tu e lui potrete comandare.

Tutti intorno a me si levarono in urla di eccitazione e gioia. Io ero ancora immersa nei miei pensieri ma quell'ultima frase l'avevo sentita chiara come il sole.

Y/N: Aspetta... COSA?!

Yuta mi venne vicino, mi attirò a se' e seppelli' la lingua nella mia bocca con forza. Cercai di allontanarlo ma era troppo forte. Era troppo rude e aggressivo. Quando decise che lo spettacolo poteva bastare, mi lasciò andare.

X: Ma che bella notizia amico mio. Visto che siamo in tema di festeggiamenti, vorrei annunciare che anche io, presto, mi ritirerò lasciando tutto in mano a mio figlio.

Il ragazzo che non mi aveva tolto gli occhi di dosso fece un passo avanti.

X: Ten.

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Continua 😘