Passeggiavo in uno dei quartieri residenziali più belli di Chicago. C'erano piccole villette a due piani che si affacciavano su dei giardini ben curati, su cui giocavano allegramente i bambini. Mi era sempre piaciuto andare lì, fin dalla prima volta, 2 anni prima. Quella che avevo davanti era la casa del mio ragazzo, John. Ci eravamo conosciuti al liceo. Avendo diversi corsi insieme avevamo cominciato a parlare e dopo poco ci eravamo messi insieme.
Suonai il campanello e venne ad aprirmi il Signor Suh.Mr. Suh: Ciao Y/N, come stai? - sorrise, facendosi da parte per farmi entrare.
Y/N: Bene, Signor Suh. Ha detto mio padre che per sabato prossimo è confermato il barbecue - entrai, andando diretta in cucina dove avrei trovato la Signora Suh.
Mr. Suh: Benissimo.
Mi avvia verso la cucina e sentii la Signora Suh parlare fittamente con qualcuno.Ms. Suh: Sei sicuro di quello che fai? - mormorò la Sign. Suh al suo interlocutore.
Johnny: Si, non saprei come altro fare - mormorò lui di rimando.
Entrai in cucina interrompendo il loro discorso. I due mi guardarono agitati, prima di mettere su un'espressione allegra.
Ms. Suh: Oh, ciao Y/N. La cena è quasi pronta - sorrise.
Johnny: Ciao, amore - sorrise e mi diede un bacio sulla fronte ma potevo sentire la tensione dei muscoli.
Y/N: Tutto bene? - lo guardai.
Johnny: Si - mi prese per mano - vieni, ho una sorpresa per te.
Mi portò in camera sua, mi fece sedere alla scrivania e chiudere gli occhi.
Johnny: Aprili.
Quando aprii gli occhi, davanti a me avevo due biglietti aerei.
Y/N: Che cosa sono? - lo guardai interrogativa.
Johnny: Ti ricordi che ti ho parlato di Seoul? Di quanto sia bella? Questi sono due biglietti per poterla andare a vedere.
Y/N: Solo noi due? - emozionata, mi buttai tra le sue braccia, stringendolo forte - grazie John - lo baciai felice.
Johnny: Sono contento che ti piaccia l'idea perchè la partenza è per domani - mi strinse a se, anche se potevo vedere un'espressione combattuta sul suo bellissimo viso.
Y/N: John, sei sicuro che vada tutto bene? - chiesi preoccupata.
Johnny: Si, ti amo - mi baciò dolcemente.
Quella sera la passammo a pianificare tutto quello che avremmo visto in Corea: dai palazzi antichi, ai quartieri più in, alla Torre di Seoul. Lui aveva già prenotato un piccolo albergo e sistemato tutto per la nostra partenza.
Il giorno dopo ci incontrammo direttamente all'aeroporto. Lo trovai che discuteva con la madre e il padre che gli dava qualche pacca sulla spalla. Era già dal giorno prima che si comportava in modo strano e avevo deciso di indagare sul perchè, una volta tornati a casa.
Il viaggio fu lungo e stancante. Arrivammo a Seoul che erano, ormai, le 10:00 di sera. Ad aspettarci c'era un ragazzo che avrà avuto, più o meno, la nostra stessa età.Johnny: Y/N, ti presento Lee Taeyong. E' un mio amico.
Taeyong: Piacere di conoscerti. Johnny mi ha parlato molto di te - sorrise dolcemente - venite, la macchina sta aspettando.
Y/N: Johnny? Perché ti ha chiamato così - chiesi confusa.
Johnny: Ma niente. Secondo Taeyong mi sta meglio il nome Johnny - ridacchio' nervoso.
Salimmo in una macchina nera con i finestrini oscurati. Per tutto il tragitto, i due parlarono fittamente in coreano. Sentivo che c'era qualcosa che non andava e a quanto sembrava, anche questo ragazzo sapeva di cosa si trattava. La macchina si fermò davanti al nostro hotel. Salutammo Taeyong e salimmo in camera, buttandoci sul letto.
Johnny: Sono veramente stanco - era disteso sul letto con gli occhi chiusi.
Y/N: Di cosa stavate parlando tu e Taeyong? Sei strano - mi misi su un fianco per poterlo guardare.
Johnny: Non sono strano - i suoi occhi erano più profondi del solito - sono stanco ma felice di essere qui con te.
Sorrisi, accantonando i miei timori e mi accoccolai a lui.
Y/N: John - lo guardai con un sorrisetto furbo - siamo in questo bellissimo hotel, solo io e te... - gli diedi un bacio leggero sulle labbra e le sue mani si aggrapparono subito ai miei fianchi per tenermi lì con lui.
Johnny: Tu... vorresti..? - mi guardò combattuto.
Y/N: Si, John. Sarebbe bellissimo se la nostra prima volta fosse qui - sorrisi, cercando di incoraggiarlo ad andare avanti. Mentre mi guardava, i suoi occhi diventarono rossi come se stesse per piangere.
Johnny: Ti amo, piccola e voglio farlo, ma ora sono stanco e non riuscirei a darti ciò che meriti - mi diede un lungo bacio e poi, con un grande sforzo, si alzò.
Johnny: Vado a prendere qualcosa da mangiare, torno subito.
Uscì dalla camera lasciandomi confusa e amareggiata. C'era senz'altro qualcosa che lo stava logorando dentro ma per chissà quale motivo non voleva dirmelo. Da quando ci eravamo messi insieme, a quindici anni, ci eravamo promessi di non nasconderci mai niente. Se si stava tenendo dentro un segreto così logorante, voleva dire che era qualcosa di davvero grosso e avevo molta paura di scoprire cosa.
Quella sera, John, tornò molto tardi in albergo. Era l'una e mezza di notte. Quando era entrato dalla porta avevo fatto finta di dormire. Lo sentii venire a passi pesanti verso di me. Sentii la sua mano che mi accarezzava la guancia e un verso strozzato, come un pianto soffocato.
Johnny: Ti prego, perdonami - mormorò con la voce rotta - ti prego, ti prego, ti prego... perdonami - si sdraiò accanto a me e continuò ad accarezzarmi la testa, piangendo sommessamente, finchè non mi addormentai.
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Verrà un po lunga ma spero vi piaccia 😘
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NCT x reader || one shot
FanfictionIl titolo dice tutto. One shot e qualche immagina, per divertirvi insieme a me nelle nostre fantasie strane su quei 23 bimbi. Alcune molto sexy e alcune caste e pure. Buon divertimento ^^