11. Kornelia

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Le convinzioni di Alessio sul mondo e sulla vita cambiarono di nuovo all'ultima ora, quando Lei varcò la porta dell'aula A4, incedendo elegantemente verso la cattedra. Una versione matura e sobria di Ivanka, con cui condivideva altezza, colori e tratti mitteleuropei, lievemente più formosa. I lunghi capelli color del grano le scendevano fino alla vita, dritti come spaghetti, e un tailleur blu petrolio enfatizzava le sue curve perfette senza renderla volgare.

Il ragazzo la fissò come ipnotizzato. Aveva un debole per le bionde dalla carnagione chiara, in special modo se dotate di fianchi morbidi e seno tondo. Quei dodici, massimo quindici anni di differenza tra loro non sarebbero stati un problema per un eventuale incontro intimo, aveva già avuto esperienze con donne più grandi di lui.
I suoi compagni sembravano aver perso l'uso della parola, ma lui no. Si alzò, sfoggiando quell'apparente sicurezza che tutti davano per genuina.

«Buongiorno» disse, con uno sguardo ammiccante. «Lei è...?»

«Mi chiamo Kornelia Wysnieswki. La Proietti ha dovuto anticipare la maternità e io la sostituirò per il resto dell'anno.»

Poco più di un mese, peccato.

«Polacca?»

«Sì, sono polacca. Sono nata a Bielsko-Biala ma vivo in Italia da quando avevo dieci anni. Tu sei...?»

«Alessio.»

Manuel gli diede una gomitata, ricordandogli che non si stava presentando a una ragazza conosciuta in un pub.

«Speranza» aggiunse Alessio. «Di cognome e di fatto.»

Lo sguardo di Kornelia si fece più attento, sembrò scrutarlo con curiosità. I suoi nuovi colleghi dovevano averle parlato di lui, sicuramente non per informarla del suo ottimo rendimento scolastico.

«Bene. Ora voglio conoscere anche i tuoi compagni.» La donna iniziò a fare l'appello, e gli altri undici ragazzi si limitarono a rispondere presente. Intimiditi, qualcuno addirittura arrossendo. Tutti tranne Manuel, ovviamente immune al fascino femminile. Lei lo scrutò come aveva fatto con Alessio. Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma si trattenne.

«A che punto siete col programma?» chiese poi. «Speranza, dimmelo tu.»

«Stiamo studiando le funzioni periodiche nel dominio della frequenza.»

«Trasformata e antitrasformata di Fourier» precisò Gerardo. L'argomento lo mise a proprio agio, facendogli scomparire lentamente dal viso i due pomelli rosso fuoco. «È molto importante, ci serve per le altre materie.»

«Sono molto importanti.» Alessio non seppe resistere. Oltre all'irrefrenabile impulso di dare contro all'odioso compagno, era cresciuto con le correzioni di sua madre, e fare lo stesso gli veniva automatico. «Ricordati che anche l'italiano ti serve, per la maturità. Vuoi mica prendere sei al tema?»

«Tu pensa ad arrivare all'esame» replicò l'altro.

«Se non ci arrivo non ne farò un dramma.»

«Ma voi due fate sempre così?» chiese allora Kornelia. Divertita, più che irritata.

«Mi piace punzecchiarlo.» Alessio poggiò la schiena al muro, si portò le mani dietro la nuca e allungò le gambe sulla sedia libera. Voleva che lei lo guardasse, non solo negli occhi. Riuscì nel suo intento. La donna indugiò con lo sguardo sul suo corpo messo sfacciatamente in bella mostra, e arrossì un poco, le sue pupille si dilatarono.

«Chi di voi due vuole venire alla lavagna a fare il punto della situazione?»

«Lui.» Alessio indicò Gerardo senza staccare gli occhi da quelli di Kornelia, intrappolandoli in un gioco di sguardi che trovava eccitantissimo. «Lui è il primo della classe, io sono l'elemento di disturbo.»

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora